(Immagine presa dal web) |
Viviamo in un'epoca in cui conta di più l'apparire rispetto all'essere.
E' facile, di conseguenza, assistere ad una perdita di personalità da
parte degli individui. Difficilmente, infatti, si può riuscire ad essere
se stessi in un mondo dominato dalle mode che tende, proprio in
conseguenza di ciò, a giudicare tutto ciò che risulta essere diverso
dagli "standard qualitativi".
La maggior parte dei ragazzi tende ad uniformarsi alle mode del momento a
costo di perdere, cosa che succede di fatto, la propria personalità e,
di conseguenza, originalità. Ognuno di noi, infatti, ha un proprio
talento, un dono che porta con sé dalla nascita. Questo talento, però,
per essere espresso andrebbe ESERCITATO E SVILUPPATO, altrimenti rischia
di rimanere al rango di mera potenzialità.
Sicuramente, per esercitare i propri talenti spesso occorrerà parecchio
coraggio, ciò specie se si possiedono delle doti che vanno contro le
"mode" e le altrui opinioni. Detto in altre parole, per prendere in mano
le redini della propria Vita occorre prima smettere di essere schiavi
dei giudizi altrui e delle "mode" correnti, altrimenti ci si arenerà
senza possibilità di scampo.
Come molti ben sanno, i talenti possono essere più facilmente sviluppati
quando si è ragazzi per poterli esprimere da subito. Purtroppo ciò non
sempre risulta di facile attuazione in quanto ci saranno elementi di
contrasto quali: famiglia, amici, educatori vari. Essi tenderanno a
renderci schiavi dei loro giudizi facendoci sentire, al contempo, in
colpa se non faremo ciò che loro ritengono sia "giusto" per noi.
Solo l'adolescente ribelle ha spesso la possibilità di poter esprimere
il proprio talento. In questi casi ciò accade in quanto il ragazzo avrà
abbastanza coraggio da uscire fuori dalle "mode" e dagli altrui giudizi,
primo fra tutti quello dei propri familiari, smettendo, per ciò stesso,
di essere schiavo degli altri diventando, di conseguenza, padrone di se
stesso e della propria Vita.
Dal momento in cui si riescono a spezzare le sbarre della prigione di
MATRIX, solo allora ci si potrà dedicare appieno allo sviluppo del
proprio potenziale evolutivo. A volte occorrerà rinnegare tutto, o
quasi, quello che si è appreso durante la fase educativa-programmatica.
Insomma, occorre smettere di essere dei robottini perfetti e mandare in
corto circuito il cervello razionale-analitico a favore di quello
creativo-analogico.
Solo colui il quale riuscirà ad avere il coraggio di mettere in
discussione le "mode", i luoghi comuni e i modi di pensare schematici
tipici di MATRIX, riuscirà ad essere libero e potente. Una volta che si
sarà liberato dalla schiavitù delle apparenze e dall'altrui giudizio,
solo in quel momento potrà definirsi realmente libero di proseguire per
la sua VERA STRADA, la sola in grado di condurlo alla sua VERA META.
Vincenzo Bilotta
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