“Non ferire chi come te cerca la felicità,
se vuoi essere felice.”
(Dhammapada)
“Un
giorno vidi dei giovani che raccoglievano fiori. Non volevano offrirli a
nessun dio; stavano soltanto camminando e senza pensarci strappavano i
fiori e li gettavano via. Vi siete mai osservati quando fate così? Mi
domando perché lo facciate. Mentre camminate spezzate un ramoscello, ne
strappate le foglie e poi lo buttate via. Avete mai osservato questa
azione involontaria da parte vostra?
Anche
gli adulti lo fanno, hanno questo modo di esprimere la loro brutalità
interiore, quella tremenda mancanza di rispetto per le cose viventi.
Parlano di nonviolenza, ma ogni cosa che fanno è distruttiva. È
comprensibile che cogliate un fiore o due per metterveli tra i capelli, o
per darli a qualcuno che amate; ma perché strappate i fiori a viva
forza? Gli adulti sono imbruttiti dalla loro ambizione, si massacrano
gli uni con gli altri nelle loro guerre e si corrompono con il denaro.
Essi
compiono azioni ripugnanti e apparentemente i giovani, qui come
ovunque, seguono le loro tracce. L’altro giorno ero fuori a passeggio
con uno dei ragazzi e siamo giunti vicino a una pietra sulla strada.
Quando l’ho rimossa lui mi ha chiesto perché lo facessi. Questo che cosa
indica? Non è forse una mancanza di considerazione e rispetto? Voi
mostrate rispetto perché costretti dalla paura, non è così?
Scattate
prontamente in piedi quando uno più anziano di voi entra nella stanza,
ma questo non è rispetto, è paura; perché se davvero provaste rispetto
non distruggereste i fiori, rimuovereste una pietra sulla strada,
badereste agli alberi e aiutereste a curare il giardino. Ma, che siamo
vecchi o giovani, noi non abbiamo un autentico sentimento di
sollecitudine. Perché? Perché non sappiamo cos’è l’amore.
Capite
che cos’è il semplice amore? Non la complessità dell’amore sessuale, e
neppure l’amore di Dio, ma soltanto l’amore, essere teneri, gentili
nell’approccio complessivo a ogni cosa. A casa non avete sempre questo
semplice amore, i vostri genitori sono troppo occupati; a casa può non
esserci un affetto autentico, nessuna tenerezza perciò voi arrivate qui
con quel patrimonio di insensibilità e vi comportate come chiunque
altro.
Ma
come può venire alla luce questa sensibilità che vi rende attenti a non
fare nessun male alle persone, agli animali, ai fiori? Siete
interessati a tutto questo? Dovreste esserlo. Se non vi interessa essere
sensibili, allora tanto varrebbe morire - e la maggior parte delle
persone è come se fosse già morta. Anche se mangiano tre pasti al
giorno, hanno un lavoro, procreano, guidano l’automobile, vestono abiti
fini, tali persone sono come morte.
Sapete
che significa essere sensibili? Significa, sicuramente, avere un
sentimento di tenerezza per tutto: vedere un animale che soffre e fare
qualcosa per lui, rimuovere una pietra dal sentiero perché molta gente
ci cammina a piedi nudi, raccogliere un chiodo dalla strada perché
qualcuno potrebbe forare una gomma. Essere sensibili significa provare
sentimenti per le persone, per gli uccelli, per i fiori, per gli alberi,
non perché sono vostri ma soltanto perché siete desti di fronte alla
straordinaria bellezza delle cose.
Ma
come si ottiene questa sensibilità? Quando siete profondamente
sensibili, è naturale che non strappiate i fiori; c’è un desiderio
spontaneo di non distruggere le cose, di non far male alle persone, il
che significa avere autentico rispetto e amore. Amare è la cosa più
importante nella vita. Ma che cosa intendiamo per amore?
Quando
amate qualcuno perché quella persona in cambio vi ama, sicuramente
questo non è amore. Amare è avere quello straordinario sentimento di un
affetto che non chiede nulla in cambio. Potete essere molto
intelligenti, superare tutti gli esami, prendere un dottorato e
raggiungere una posizione elevata, ma se non avete questa sensibilità,
questo sentimento di semplice amore, il vostro cuore sarà vuoto e voi
sarete infelici per il resto della vostra vita.
Perciò
è importantissimo che il cuore si riempia di quel sentimento
affettuoso, perché allora non distruggerete nulla, non sarete crudeli, e
non ci saranno più guerre. Allora sarete degli esseri umani felici, e
poiché sarete felici non pregherete, non cercherete Dio, perché quella
felicità stessa è Dio. Ma perché viene alla luce questo amore?
Sicuramente l’amore deve iniziare dall’educazione, inizia dal maestro.
Se
oltre a darvi informazioni sulla matematica, sulla geografia o sulla
storia, l’insegnante ha in cuor suo quel sentimento di amore e ne parla.
Se rimuove spontaneamente la pietra dalla strada e non permette al
servitore di fare tutti i lavori più umili, se nella conversazione, nel
lavoro, nel gioco, quando mangia, quando sta con voi o da solo, prova
quel sentimento strano e ve lo fa notare spesso, allora anche voi sapete
cos’è l’amore.
Potete
avere una pelle luminosa, un bel viso, potete indossare un bel vestito o
essere grandi atleti, ma senza l’amore nel vostro cuore siete esseri
umani brutti oltre ogni limite. Quando amate il vostro viso, sia esso
anonimo o bello, è radioso. Amare è la cosa più grande della vita, ed è
molto importante parlare d’amore, provarlo, nutrirlo, custodirlo;
diversamente si dissipa rapidamente, perché il mondo è troppo brutale.
Se
da giovani non provate amore, se non guardate con amore le persone, gli
animali, i fiori, quando sarete cresciuti scoprirete che la vostra vita
è vuota. Sarete del tutto soli e le ombre cupe della paura vi
seguiranno sempre. Ma, nel momento in cui avete in cuor vostro quella
cosa straordinaria chiamata amore e ne sentite la profondità, la delizia
e l’estasi, scoprirete che per voi il mondo si è trasformato.“
(Jiddu Krishnamurti, La ricerca della felicità, Mondadori ed.)
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