Muhamad Taraqi Nur
L’ex presidente afghano Hamid Karzai
aveva buone ragioni per cercare di chiudere le indagini degli Stati
Uniti sulla corruzione nel suo governo. L’aristocrazia afghana ha sempre
gestito il narcotraffico nazionale. Ma fu la CIA a crearlo.
(Tratto dal capitolo 8 di Big Oil e i suoi banchieri)
(Tratto dal capitolo 8 di Big Oil e i suoi banchieri)
Nel 1933 il re Muhamad Zahir Shah salì al trono in Afghanistan,
governandolo in maniera feudale finché fu deposto dal cugino Muhamad
Daud nel 1973. Una manciata di famiglie, tra cui i Karzai e i Kalilzidad
(Zalmay Kalilzidad è ambasciatore degli Stati Uniti in Afghanistan)
possedevano quasi tutti i terreni seminati, mentre la maggior parte
degli afghani languiva tra la peggiore povertà del pianeta. Infine, ne
ebbero abbastanza.
Nell’aprile 1978 Daud fu ucciso nella rivoluzione
guidata da Muhamad Taraqi Nur, che divenne presidente. Taraqi intraprese
un programma di riforme agrarie ambiziose per aiutare i poveri mezzadri
afgani tradizionalmente costretti a lavorare la terra di proprietà del
re e dei suoi compari. Costruì scuole per le donne, a cui veniva vietata
l’istruzione sotto la monarchia. Aprì le università afghane ai poveri e
introdusse l’assistenza sanitaria gratuita.
Quando i banditi
controrivoluzionari cominciarono a bruciare le università e le scuole
per le ragazze, molti afghani vi videro la mano della CIA. Nell’aprile
1979, ben sette mesi prima della tanto sbandierata “invasione” sovietica
dell’Afghanistan, funzionari degli Stati Uniti incontrarono i corrotti
signori della guerra afghani e i marci oligarchi per rovesciare Taraqi.
Con l’intensificarsi dei sabotaggi, i rivoluzionari di Kabul invitarono
il leader sovietico Leonid Brezhnev ad inviare truppe per cacciare i
banditi. Brezhnev si rifiutò e la situazione peggiorò.
I militanti
pro-Taraqi, convinti del complotto per destabilizzarli della CIA,
assassinarono a Kabul il capo della stazione CIA Spike Dubbs. Il 3
luglio 1979, il presidente Jimmy Carter firmò la prima direttiva della
sicurezza nazionale che autorizza gli aiuti segreti ai signori della
guerra afgani. Il consigliere della Sicurezza Nazionale Zbigniew
Brzezinski disse più tardi che convinse Carter che a suo “…parere questi aiuti avrebbero provocato l’intervento militare sovietico“.
Brzezinski, che ha co-fondato la Commissione Trilaterale con David
Rockefeller, volle trascinare i sovietici nell’invasione
dell’Afghanistan.
Taraqi, assediato, nominò Afiizullah Amin ministro della riforma agraria. Amin lanciò una brutale campagna terroristica contro gli oppositori politici, mettendo l’opinione pubblica mondiale contro il governo di Taraqi, già celebrato. L’ex-direttore del KGB Jurij Andropov credeva che Amin fosse un agente provocatore della CIA infiltrato nel governo di Kabul con l’intento di screditarne l’agenda progressista. Taraqi comprese la stessa cosa e si recò a Mosca per consultarsi con i sovietici sulla strategia per sbarazzarsi di Amin. Quando tornò a Kabul, fu giustiziato. Amin prese il potere. Poche settimane dopo i signori della guerra appoggiati dalla CIA massacrarono decine di funzionari del governo afghano nella città occidentale di Herat. Questa combinazione di eventi costrinse Brezhnev ad intervenire.
Nel dicembre 1979 i carri
armati sovietici attraversarono la valle del Panshir, mentre agenti del
KGB assaltarono il palazzo reale di Kabul, eliminando Amin e
installandovi Babrak Karmal nuovo leader dell’Afghanistan. Brzezinski
ebbe la giustificazione che cercava per armare apertamente i
controrivoluzionari in Afghanistan. Anche se il decennale conflitto
afghano uccise 2 milioni di persone, Brzezinski si vantò: “Questa (direttiva segreta di Carter) fu un’ottima idea. Ebbe l’effetto di attirare i russi nella trappola afgana“.
Gli agenti della CIA fluirono da Peshawar, nella frontiera
nord-occidentale del Pakistan. La città è ai piedi del Passo Khyber, la
porta per l’Afghanistan. Decine di migliaia di rifugiati afghani
invasero Peshawar per sfuggire alla guerra incombente. Con l’aiuto
dell’Inter-Service Intelligence (ISI) del Pakistan, la CIA rastrellò i
campi profughi in cerca di moderni assassini fondamentalisti islamici,
preparandoli ad intensificare la guerriglia contro il governo socialista
di Kabul e per respingere i sovietici dall’Afghanistan. L’azienda trovò
ciò di cui aveva bisogno nell’Hizb-i Islami, una forza di
combattenti islamici feudali assemblati e addestrati dai militari
pakistani sotto la supervisione della CIA. Il loro capo era Gulbuddin
Hekmatyar, un fanatico che nei primi anni ’70 ordinò ai suoi seguaci di
gettare acido in faccia alle donne afghane che si rifiutavano di
indossare il burqa.
Nel 1996, le truppe di Hekmatyar presero Kabul con
un colpo di Stato contro il governo di Rabbani, per poi consegnarla ai
taliban. I documenti di Wikileaks recentemente rilasciati, dicono che Hekmatyar ora aiuta i taliban ad attaccare i soldati statunitensi. Nel 1972, l’Hizbi-i Islami
assassinò centinaia di studenti di sinistra in Afghanistan per poi
fuggire a Peshawar, mettendosi sotto la protezione del governo militare
del Pakistan, alleato degli USA. Il gruppo era temuto e disprezzato da
afghani e pakistani, che lo ritenevano un’organizzazione terroristica.
Gli Stati Uniti armarono tali terroristi con armi acquistate in Egitto, Cina e Cecoslovacchia. Il dittatore militare del Pakistan Zia ul-Haq permise alla CIA di aprire una stazione dell’intelligence vicino l’Unione Sovietica e di utilizzare le basi militari pakistane per i voli da ricognizione sull’Afghanistan. Le stesse basi furono usate per addestrare alla guerriglia le truppe di Hekmatyar, che il dipartimento di Stato di Reagan presto definì affettuosamente mujahidin. Il Pakistan del presidente Zia divenne il terzo maggior beneficiario degli aiuti militari statunitensi nel mondo, dopo solo Israele ed Egitto.
Gran parte
di tale aiuto erano armi per i mujahidin che compivano raid in
Afghanistan, occupando abitati e piantando papaveri. Nel 1982-1983 i
raccolti di oppio lungo il confine afgano-pakistano raddoppiarono e nel
1984 il Pakistan esportò il 70% dell’eroina mondiale. Durante questo
periodo, la stazione CIA di Islamabad, capitale del Pakistan, divenne il
più grande covo di spie del mondo. Non è un caso che l’eroina prodotta
dalla Mezzaluna d’Oro superò quella del Triangolo d’Oro, proprio mentre
la CIA lanciò la più grande operazione dai tempi del Vietnam.
Mentre le
truppe di Hekmatyar piantavano papaveri, un altro capo dei mujahidin,
Sayad Ahmad Gaylani, fornì al consorzio dei lupi grigi turchi l’oppio.
Gaylani era un ricco aristocratico afghano collegato all’ex-re Zahir
Shah. Possedeva la concessionaria Peugeot di Kabul e il suo traffico di
droga fu finanziato dai sauditi. Hekmatyar possedeva sei laboratori di
eroina nel Baluchistan. Ma Hekmatyar e Gailani stavano semplicemente
seguendo le orme di Vang Pao, Phoumi Nosavan e Khun Sa, i signori
dell’eroina della CIA del Triangolo d’Oro.
Negli anni ’80 il Pakistan divenne il manifesto mondiale della corruzione politica. Il costante supporto della giunta d’Islamabad ai mujahidin di Reagan era alla radice della corruzione. Un alto funzionario degli Stati Uniti dichiarò che, “i comandanti di Hekmatyar, vicino all’ISI, controllano i laboratori di eroina nel Pakistan meridionale e l’ISI collabora al narcotraffico“. Nel settembre 1985 il Pakistan Herald riferì che i camion della cellula logistica nazionale dell’esercito del Pakistan trasportavano armi dal porto di Karachi a Peshawar per conto della CIA, e che gli stessi camion tornavano a Karachi sigillati dall’esercito pakistano e carichi d’eroina. La pratica, secondo l’Herald, avveniva dal 1981, proprio quando le forze di Hekmatyar cominciarono a piantare papaveri.
Due alti
ufficiali pakistani furono catturati con 220 chili di eroina, ma non
furono mai perseguiti. L’eroina della Mezzaluna d’Oro prese il 60% del
mercato statunitense e mattoni di hashish apparvero nelle città degli
Stati Uniti timbrati con il logo dei 2 fucili d’assalto AK-47 incrociati
e circondati dalle parole “affumica i sovietici”. Nel 1982-1992, il
periodo dell’intervento degli Stati Uniti in Afghanistan, la dipendenza
da eroina negli Stati Uniti aumentò del 50%. Nello stesso tempo Nancy
Reagan diceva a tutti “Devi dire solo di no“.
Per il bene degli oligarchi e dei loro mazzieri della CIA, Karzai è meglio che tenga il trita-documenti acceso. Ci sono un sacco di scheletri nell’armadio afgano.
Dean Henderson, Left Hook, 9/1/2014
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
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