Oltre agli incendi, alle esecuzioni mafiose (quelle non mancano mai nel Belpaese, vivaddio) e alle diatribe pro e contro i vaccini di casa nostra questa torrida estate 2017 ci sta tenendo con il fiato sospeso per le intemperanze dei due bulli da strapazzo che si minacciano quotidianamente a suon di proclami e di ringhiose dichiarazioni.
Già,
se non sapessimo di avere a che fare con due Capi di Stato dotati di
armi nucleari potremmo liquidare la questione con una alzata di spalle e
un ben miserevole giudizio sulla loro sanità mentale.
Ma così non è e purtroppo Kim Jong-un e The Donald hanno la capacità di far piombare il mondo in una catastrofe spaventosa dagli esiti imprevedibili.
Tuttavia qualcosa non torna in tutta la faccenda, non credete?
Intendo
dire: come è possibile che un minuscolo Paese - per quanto governato da
un dittatore megalomane - possa sfidare l’unica superpotenza mondiale,
in grado di cancellarlo dalla faccia della terra in pochi minuti?
Chi
di voi in una lite stradale scenderebbe dalla macchina disarmato per
insultare una banda di picchiatori con spranghe e coltelli?
Se c’è qualcuno alzi la mano.
Non solo; quale stratega militare che vuole sfidare - novello Davide contro Golia - la più grande potenza militare mondiale rivelerebbe in anticipo le sue mosse?
È
di oggi la notizia che il generale Kim Rak-gyom, a capo dell’unità
balistica speciale di Pyongyang dichiara di apprestarsi a lanciare
quattro missili balistici a raggio intermedio in direzione della base
americana di Guam.
Non vi pare strano?
No, i conti non tornano.
Vediamo la questione più da vicino.Innanzitutto va ricordato il fatto che gli USA hanno emanato - con validità dal 1. Settembre prossimo - un divieto assoluto ai propri cittadini di recarsi in Corea del Nord
e questo in flagrante violazione della risoluzione sulle sanzioni che
prevede comunque una continuità del dialogo tra le parti. Tale divieto
emanato dal Governo americano non solo è incostituzionale ma è
esattamente antitetico all’intento dichiarato dalla Risoluzione ONU, in
quanto mira a un incremento dell’ostilità tra i due Paesi impedendo ai
propri cittadini di rendersi conto personalmente dello stato delle cose e
non solo attraverso il mainstream media ormai del tutto asservito alle linee guida di Washington.
Teniamo presente, inoltre, che se la giustificazione offerta per il divieto è quella solita di “proteggere i cittadini americani” lo stesso New York Times -
non propriamente una 'testata libera - un paio di settimane fa, aveva
raccontato come la Corea del Nord sia uno dei Paesi più sicuri al mondo
mentre, per converso, Paesi dove gli americani hanno avuto seri problemi
coma Siria, Iraq, Iran, Afghanistan non siano affatto interdetti ai
cittadini nordamericani.
Come si diceva, la risoluzione 1718 del Consiglio di Sicurezza dell’ONU impone che “tutti i Paesi intensifichino i propri sforzi astenendosi da qualsiasi azione che possa aggravare la tensione”.
Invece gli USA decidono di non consentire a nessun cittadino e, sopratutto, a nessun giornalista di recarsi a Pyongyang per vedere di persona come stanno veramente le cose e ringhiano invece - per bocca de generale Mad Dog’ James Mattis - ‘cane pazzo’ come viene...affettuosamente soprannominato il nuovo Segretario alla Difesa - che “tutte le opzioni sono sul tavolo”.
E, dopo il conato di minacce di The Donald, l’hollywoodiano “Fire and fury”, non è difficile intuire a quali opzioni il nostro ‘cane pazzo’ si stia riferendo.
Ora
se abbiamo qualche (lecito) dubbio sulla sanità mentale del giovane
dittatore nordcoreano alcuni elementi ci fanno tuttavia ritenere che
dall’altra parte del Pacifico la sfida sia decisamente benvenuta dal Deep State, da quel Military-Industrial Complex che è il vero governo-ombra degli USA, sia il Presidente un democratico o un repubblicano, nero o bianco, uomo o donna.
Cosa ce lo fa pensare?
Beh
iniziamo dal fatto che la ‘crisi nordcoreana’ ha consentito agli USA di
dispiegare in Sud Corea - dunque alle porte di Cina e Russia - l’avanzatissimo sistema missilistico THAAD. Nonostante il premier cinese Xi abbia manifestato la contrarietà
della Repubblica Popolare Cinese e della Russia per questo
dispiegamento, ogni nuovo proclama di Pyongyang - cui fa prontamente eco
il tweet-ringhio di Trump - offre a gli americani una nuova scusa per procedere nel dispiegamento dei missili.
"Vedete, noi non vorremmo, ma sono loro a minacciarci… ora dicono che colpiranno il territorio americano con i loro missili..."
Guarda caso poi le agenzie di stampa e le presstitutes di tutti i media hanno diffuso - con tempismo perfetto - le valutazioni degli ‘esperti’ secondo le quali, ebbene sì, la Corea del Nord dispone di atomiche miniaturizzate che potrebbero essere montate sui vettori per colpire il territorio americano.
E allora diamoci sotto, scaldiamo i motori e mostriamo i muscoli con due belle settimane di ‘war games’ proprio davanti alle coste dei nordcoreani, vediamo cosa hanno il coraggio di fare.
E le manovre congiunte di quest’anno, che inizieranno il 21 Agosto - guarda caso proprio il giorno dell’eclissi americana - saranno “le più imponenti della storia”.
Ma c’è un altro elemento da tener presente; se George Santayana scrisse che “coloro che non ricordano il passato sono condannati a ripeterlo”, questo
vale oggi in modo particolare per la diatriba Washington-Pyongyang a
proposito della quale il premier cinese ha giustamente affermato che “essa
potrà essere risolta solo da Stati Uniti e repubblica Popolare della
Corea del Nord quando si decideranno a firmare un trattato di pace”.
Trattato di pace?
Già, perché i due Paesi sono ancora tecnicamente in guerra e i coreani non riescono proprio a dimenticare i quattro milioni di morti causati dall’invasione americana degli anni 1950-53.
Non riescono proprio a passar sopra al ricordo delle loro città incenerite da bombe, napalm e guerra batteriologica.
Non ce la fanno a scordare gli esperimenti criminali - poi insabbiati e negati ma accertati - nei quali i prigionieri furono esposti a batteri di nuova creazione per valutarne gli effetti, in totale violazione della Convenzione di Ginevra sui prigionieri di guerra.
Hanno
il problema di avere una buona memoria a Pyongyang e di non essere
stati ‘liberati’ dagli inossidabili ‘esportatori di democrazia’ a stelle
e strisce.
Ora tiriamo le fila di quanto sopra.
Abbiamo visto come il Military-Industrial Complex,
vero artefice della politica estera di Washington, abbia accolto con
malcelata gioia le intemperanze del bullo di Pyongyang, come invece di
abbassare la tensione tra i due Paesi che hanno un contenzioso di oltre
mezzo secolo stia invece facendo di tutto per provocare i nordcoreani
con minacce alla John Wayne, come abbia sfruttato astutamente
l’occasione per completare l’accerchiamento dei suoi veri competitori,
Cina e Russia con l’avanzatissimo sistema missilistico THAAD, come -
sempre facendosi passare per parte lesa, ci mancherebbe, altrimenti come
potrebbero i falchi di ‘cane pazzo’ ottenere dal Congresso
finanziamenti militari praticamente illimitati senza un ‘nemico’ da
schiacciare? - abbia in programma gli ‘war games’ più grandi di sempre a un passo dalle coste nordcoreane.
Ebbene, si tratta esattamente della stessa strategia usata in Medio Oriente con l’Isis,
tenuto artificialmente in vita per giustificare i fondi del Congresso e
l’opportunità di presidiare tutte le zone strategiche del pianeta in funzione dell’accerchiamento di Russia e Cina.
In fondo The Donald, apprestandosi a firmare sostanziosi stanziamenti per chi realmente comanda negli USA, il Deep State, l’ha detto chiaro e tondo che “nessuno oserà sfidare la potenza militare americana”.
Ma sarà realmente così?
E fino a quando?
Forse i nostri ‘amici’ di oltreatlantico non ricordano che non esistono imperi che durano per sempre.
Non sarà che l'eclissi del 21 Agosto
- con il senso occulto che ha ogni eclissi sul suolo terrestre - che
coincide con l'inizio della sfida militare a Pyongyang non sia anche un
segnale dell'inizio di una eclissi dell'Impero americano?
Piero Cammerinesi
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