(Immagine presa dal web) |
Vi è mai capitato di sentirvi molto, ma molto bene, di buon umore e,
proprio quando state pensando di essere felici, s'insinua qualche
ricordo legato al passato? In quel momento, lungi dallo stare bene,
sembra che il mondo vi crolli addosso.... Eppure un attimo prima
sembrava andare tutto a meraviglia...
Questo è il gioco al quale si presta, ogni giorno, l'umanoide medio, la
persona comune, quella che non lavora su di Sé ed è sottoposta, per ciò
stesso, ai mutamenti di pensiero da parte della mente. Sempre la mente,
col suo modo di fare che ha un non so che di diabolico, se vogliamo. Da
qui il titolo diabolica-mente!
Dopotutto il termine diabolico è direttamente riferito al diavolo, da
diaballon, colui che divide. Si, perché la mente è duale, divide tutto
in buono/cattivo, male/bene, luce/buio, bello/brutto e così via
all'infinito. La mente, inoltre, vuole sempre e solo capire, l'intuito
non fa proprio per lei, questo è uno dei motivi per i quali chi è nel
mentale e non ha la capacità di gestire la mente al meglio, è poco
creativo, è una conseguenza diretta.
Alla fin fine, però, se andiamo ad analizzare i meccanismi della mente,
ci accorgiamo che così diabolica non è, dopotutto essa fa solo il suo
lavoro. Il problema nasce nel momento in cui ci si identifica coi
pensieri e si comincia a giudicarli. Molte persone traggono la propria
identità dai pensieri che le loro menti elaborano, in particolare da
quelli più frequenti.
Così nasce il lamentoso, il vittimista, il violento, il triste, il
depresso, lo sfortunato, tutti da definizioni liberamente ispirate dai
pensieri elaborati dalle loro menti. In questo modo si entra in un
circolo vizioso dal quale è difficile uscire, l'uomo ordinario, quello
che non lavora su di Sé non può.
Ogni pensiero possiede un'energia propria, più o meno potente. I
pensieri negativi, quelli con i quali s'identificano la maggior parte
delle persone di questo mondo immerso nella follia mentale, sono quelli
che, avendo scarsa energia iniziale, tendono ad alimentarsi
dell'individuo al quale appartengono, un pò come dei parassiti.
Ecco perché determinati tipi di pensiero sono difficili da evitare e da
eliminare. Il fatto è che l'ego trarrà identità da essi e ci farà
credere di non poterne fare a meno, altrimenti chi saremmo senza di
loro? Ecco che, man mano che questi pensieri negativi prenderanno piede,
le energie caleranno, ciò perché serviranno ad alimentare il processo
di pensiero legato a queste dinamiche negative.
A lungo andare, i processi di pensiero, se ripetuti ed alimentati nel
tempo, porteranno dei disagi psico-fisici di una certa rilevanza, fino
ad arrivare, nei casi estremi, alla morte del soggetto parassitato.
Chiamiamoli parassiti, entità maligne, voladores, il succo del discorso
non cambia molto, ci troveremo sempre di fronte a delle entità che
cercano di nutrirsi della nostra linfa vitale.
E pensare che basterebbe non crederci, ciò attraverso la
disidentificazione dal processo di pensiero stesso tramite la semplice
OSSERVAZIONE SENZA GIUDIZIO. Il giudizio, infatti, alimenta il circolo
vizioso pensiero-identificazione-malessere. Molti sono dipendenti dai
propri pensieri negativi, ciò non solo perché credono di essere i propri
pensieri ma, anche, perché sviluppano una sorta di dipendenza dagli
ormoni dello stress secreti dalle ghiandole del sistema fisiologico del
corpo fisico in conseguenza di determinati pensieri negativi ripetuti
nel tempo.
Bisogna imparare ad OSSERVARSI IN SILENZIO, accettando i propri processi
di pensiero senza, tuttavia, entrarci dentro, altrimenti si rischia di
assumere l'identità dettata dal pensiero di turno e di diventare come
bandierine al vento. IL RADICAMENTO nel silenzio del proprio Sé è
fondamentale così come la pratica della meditazione sul respiro, allo
scopo di sviluppare la capacità di concentrazione necessaria ad
affrancarsi da questa mente all'apparenza diabolica.
Ricordate, la mente fa solo il suo lavoro, ripete schemi appresi dal
passato e rovista fra le ceneri dei vissuti di ciascuno di noi. Sta a
noi lasciarla al suo lavoro limitandoci ad OSSERVARLA. Attraverso la
pratica dell'osservazione cesserà ogni lotta e si farà della propria
mente un'alleata preziosa anziché il drago di turno da sconfiggere.
Vincenzo Bilotta
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