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lunedì 4 novembre 2013

Chiudere gli occhi di fronte alla realtà?

Le menzogne non si fondano solo sull’inganno di chi le diffonde e le difende, spesso purtroppo si fondano anche sulla nostra volontà di non vedere, di chiudere gli occhi a delle realtà troppo sgradite, sulla nostra riluttanza ad accettare cose che rischiano di mettere in discussione le nostre idee, la nostra vita, l’equilibrio che abbiamo raggiunto.
 
Io che scrivo, lo ribadisco ancora, non credo di essere migliore di voi che leggete, ho solo il “vantaggio” di avere scoperto molte menzogne, di essermi sentito ingannato troppe volte e di avere reagito decidendo di andare avanti testardamente a capire quante altre menzogne ci vengono propinate quotidianamente, quante altre falsità si nascondono dietro cose che ancora oggi credo siano vere.
 
E probabilmente ci sono state, ci sono e ci saranno ancora situazioni in cui anche a me viene difficile accettare delle verità scomode, non so quante volte anch’io ho chiuso gli occhi, in fondo è un umanissimo meccanismo di difesa.
 
Ad esempio ho faticato un poco prima di rendermi conto fino in fondo della realtà e della pericolosità del progetto delle scie chimiche, che i padroni del mondo stanno intensificando in questi giorni. All'inizio pensavo che stavano sperimentando qualcosa in Canada (mi preoccupavo quindi, sì, ma credevo ancora che fosse una lontana sperimentazione), poi mi sono reso conto che stavano sperimentando anche in Italia.
 
Non è stato facile ammettere, dopo diverse titubanze, che stavano attuando ogni tanto un bombardamento chimico-biologico sulla mia testa. Più difficile è stato ammettere che gli aerei della morte passassero quotidianamente col loro carico di veleni nel cielo sopra casa mia, a volte persino uno al minuto comenella giornata odierna.
 
Quello del chiudere gli occhi di fronte ad una triste o scomoda realtà è un meccanismo istintivo, psicologico, non razionale, che può permettere di guadagnare solo un’apparente tranquillità dell’animo, barattata in cambio della libertà e della conoscenza. Un meccanismo che i padroni del mondo conoscono bene ovviamente, e sfruttano frequentemente per manipolare le masse.
 
Non c’è peggiore cieco di chi non vuole vedere.
 
Cerchiamo però di essere sinceri con noi stessi, di renderci conto che tutti noi cadiamo spesso in questo tranello. Forse sta capitando anche a te che leggi in questo momento (rispetto a qualche cosa che non vuoi assolutamente credere sia vera). Quello che riporto di seguito è un brano tratto dal libro “Le mie Patrie” di Pearl S. Buck, un esempio veramente illuminante di come possano operare certi meccanismi psicologici:
 

“Una delle poche rabbiose discussioni che ebbi con amici cinesi fu con una giovane donna di Nanchino laureata all’Università di Chicago, dove si era specializzata in servizi sociali. In quel nostro primo inverno a Nanchino c’era stata una delle peggiori carestie, e io mi prodigavo del mio meglio nell’opera di procurar cibo e vestiti alle migliaia di derelitti accampati sulle mura della città. Così andai dalla donna, che chiameremo signora Yang, sebbene il suo nome fosse diverso (…) Portava i capelli corti e stava in una casa a due piani, di mattoni, di stile occidentale, e occidentalizzante nella mobilia (…) le parlai delle angustie dei profughi accampati sulle mura cittadine. Essa si rifiutò di credere che le loro condizioni fossero come gliele dipingevo, non mi riuscì di persuaderla a salire sulle mura per constatare de visu. La sua strada era la più moderna della vecchia città, e da essa lei non si scostava mai troppo.

‘Ho visto le cose che dite nei quartieri poveri di Chicago’ osservò con sufficienza ‘ma sono sicura che qui non esistono’.

E non ci fu verso di smuoverla per accertare la verità (…) Ella si era creato un piccolo mondo stagno tutto per sé, i cui cittadini erano tutti come lei, gente che viveva in case carine di mattoni, coi mariti occupati in qualche università, e i bambini a scuola in qualche asilo moderno. Più in là di quell’orizzonte si rifiutava di andare, forse per la paura di conoscere la Cina nei suoi vasti e tragici aspetti.”


 
Evidentemente per quella giovane cinese occidentalizzata era più comodo farsi un’idea distorta del mondo, convincersi contro ogni evidenza che certe cose negative non ci fossero, come per tanti tedeschi era più facile e comodo pensare che l’olocausto non stesse avvenendo, era più semplice e comodo chiudere gli occhi, fare finta di non vedere e di non sentire.
 
Sono questi dei meccanismi di “protezione” tipicamente umani che alla fine però rischiano di bloccare ogni possibilità d’intervento sulla realtà, anche perché quella malvagità e quella miseria che non si combatte oggi, domani si potrebbe rivoltare contro di noi. Poteva bastare una guerra (e in Cina in quel periodo se ne sono succedute tante) per gettare sul lastrico la signora Yang, farle perdere tutti i suoi agi e le sue comodità e sospingerla in mezzo alla folla degli affamati. In tal caso essersi adoperata per rendere concreta una forma di solidarietà per i meno abbienti le sarebbe tornato utile.
 
Questi meccanismi di protezione possono a volte funzionare per il singolo, possono andar bene al ricco benestante sicuro della prosperità della sua fortuna, che potrebbe anche non trovarsi mai faccia a faccia con il lato oscuro del mondo dorato in cui crede di vivere, ma di sicuro sono dannosi per la società umana nel suo complesso, in quanto imprigionano potenziali energie di rinnovamento.
 
Fate attenzione per favore, facciamo attenzione tutti noi, nessuno escluso, perché tutti rischiamo di essere vittime di questa forma di cecità mentale, come accade per altre forme di pregiudizio.
 
Io temo che tale meccanismo (anche in questo momento che scrivo) stia funzionando in me, ed è difficile comprendere rispetto a quali mie idee opera; credo di avere intrapreso una strada per liberarmi da questi auto-condizionamenti, ma non so fino a che punto potrò mai affermare di esserne definitivamente libero.
 
Sto cercando di mettere in guardia chi mi legge, ma non sono sicuro di essere poi così bravo a mettere in guardia me stesso; non vorrei essere presuntuoso come tanti filosofi del passato, vorrei sperare che i miei amici, le persone intorno a me, voi stessi che mi leggete, mi aiutaste a sgomberare la mia mente dalle falsificazioni che non ho ancora riconosciuto.
 
Sono cosciente purtroppo che a volte anche io potrei reagire malamente di fronte ad una persona che cerchi di aprirmi gli occhi mostrandomi un mio errore. So di essere umano, vorrei provare a essere meno irrazionale, ma non voglio fare finta di essere un maestro illuminato, non credo nei guru e spero solo che ci si possa tutti guidare ed aiutare a vicenda.


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