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mercoledì 5 dicembre 2018

“Israele ha come codice il Talmud”. Lo dice una legale israeliana.


Il diritto vigente in Israele è diritto talmudico: basato sulla nozione di “separatezza” dagli “impuri” non può integrare i palestinesi (né chiunque altro); derivando dal Talmud non conosce la distinzione logico-aristotelica fra bene/male, giusto/ingiusto, legale/illegale; quindi si basa su “ossimori giudaici” (come Stato “ebraico E democratico” ), e considera gli altri esseri umani come bestiame, non dotato di anima. Ed applica questi principi giuridici nel trattamento dei palestinesi.

Il valore di queste affermazioni è che non le ha scritte un “antisemita” – bensì  una giurista laureata all’Università Ebraica di Gerusalemme che ha fatto alyah dal Sudafrica, Lynda Burstein Brayer  (stranamente, non se ne trova una sola foto sul web), e come avvocato si scontra tutti i giorni con questi “ossimori” perché difende come legale i palestinesi nelle loro opposizioni alle demolizioni delle loro case, al furto di terreni, alla separazione delle famiglie, alla impossibilità di ottenere permessi di viaggio per motivi di studio e di salute che non siano accompagnati da divieto di tornare a casa.

Ovviamente la cosa dirompente è che la Brayer faccia riferimento ai principi della logica aristotelica come essenza stessa della civiltà, in opposizione al  Talmud.

Essa ricorda: “Il defunto professore di studi biblici all’Università ebraica, Shemaryahu Talmon, ha spiegato in una conferenza ai sionisti cristiani cattolici, che il valore fondamentale dell’ebraismo è il principio della separazione. Illustrò il suo punto con gli opposti binari di sacro e profano, santo e empio, Shabbat e non Shabbat o nei giorni feriali e, naturalmente, kashrut, le leggi che governano il cibo e l’abbigliamento puri e impuri. Tutte queste coppie sono esemplari dell’opposizione di fondo fra “purezza” e d“impurità”, dove la purezza è lo stato ideale”.


Tuttavia “certo in considerazione del suo pubblico, il professore non ha spiegato gli effetti di questa  distinzione. Ha tralasciato la più significativa opposizione binaria del giudaismo rabbinico: “Ebreo / gentile” o “ebreo/goy “ le cui conseguenze sono sempre state, e ancora rimangono, centrali nella vita ebraica

Talmon non ha spiegato che il principio di separatezza ha la sua radice in kadosh – che è generalmente tradotto come santo, ma il suo significato letterale è “distinto a parte” o “separato da”.

La separatezza che è richiesta per gli ebrei è la separazione dagli “impuri”. Dio è kadosh e il suo popolo deve essere ugualmente kadosh. Ciò, nel senso di “scelto” – scelto da Dio per avere la qualità esistenziale della purezza. L’ebreo è “puro” perché possiede un’anima – nefesh in ebraico.

Lo scopo di ogni rituale ebraico è di sostenere lo stato di purezza dell’ebreo. Agli ebrei è comandato di fare tutto ciò che è in loro potere per evitare di essere contaminati da ciò che è considerato impuro.

In contrasto con gli ebrei, i goy, rientrano nella categoria degli impuri perché non sono nati con l’anima, e sono, quindi, esistenzialmente separati da Dio senza alcuna possibilità di “colmare lo jato”.

Quindi nel lessico ebraico il termine goy ha un significato peggiorativo. Questa è la ragione fondamentale per cui l’ebreo non è tenuto a trattare il goy come un pari: perché, secondo il giudaismo, non è uguale. In effetti, il goy è considerato come bestiame, perché il bestiame non ha anima. Il goy non è quindi completamente umano.

In questo saggio userò solo il termine goy per questo motivo”, anziché il termine “gentile”, dal latino “gentes”, che indica popoli, stranieri, senza tono peggiorativo.

“Questa distinzione esistenziale tra ebreo e goy ha come conseguenza l’assenza di un codice morale universale ebraico, come invece si trova nel cristianesimo e nell’islam.

Il codice morale dell’ebraismo è caratterizzato dal  suo particolarismo: obbliga solo gli ebrei nei confronti degli ebrei, non gli ebrei nei confronti dei goy.

L’esempio più illuminante di questo sistema è che, in Israele, se è sabato, un ebreo non è tenuto a salvare la vita di un goy se salvare la vita richiede l’uso dell’elettricità o di viaggiare in un veicolo a motore, come un’ambulanza, perché tali attività sono proibite nel Sabbath poiché sono considerati forme o lavoro, e un ebreo non può lavorare nel Sabbath.

Però un ebreo deve farlo per un altro ebreo secondo la legge nota come pikuah nefesh che si traduce “salvare un’anima”. Un ebreo non solo può rompere il Sabbath per salvare un’anima ebrea, ma è obbligato a farlo. Pikuah può essere tradotto come “aver cura di” e nefesh significa “Anima”: poiché i goy non hanno anime, il  pikuah nefesh non può essere applicato.


Inoltre, un altro aspetto eccezionale del codice morale ebraico è questo: che non rende la verità vincolante per l’ebreo rispetto al goy.

Ci sono solo due casi in cui si raccomanda che un ebreo dica  dire la verità a un goy: quando c’è un pericolo per la sua vita, o se è nell’interesse dell’ebreo o della comunità ebraica”. Questa è “la  matrice” implicita incorporata nel  corpo legislativo di Israele, le leggi approvate dalla Knesset”.

La giurista riferisce “un’esperienza personale di questa effetto. Nel corso di un’audizione su una petizione che ho presentato alla Corte Suprema in qualità di Alta Corte di giustizia, alla quale avevo chiesto l’annullamento di una “vendita” di terra palestinese cui si era opposta la maggioranza di suoi proprietari (il terreno non è stato parcellizzato e quindi posseduto congiuntamente da tutti i proprietari). Un giudice in udienza mi ha chiesto che cosa c’era di sbagliato in una dichiarazione giurata contenente una palese menzogna riguardante la “vendita” di terra palestinese a un ebreo in territorio militarmente occupato, ciò che è vietato dal diritto internazionale. La mia risposta è stata che lo spergiuro si è verificato per rendere la vendita “kosher” almeno agli occhi degli ebrei. La “vendita” non è stata annullata dalla Corte”.

Così, “lo Stato di Israele non riconosce la quarta Convenzione di Ginevra relativa alla protezione dei civili e dei “hors de combat” (civili non combattenti) come giuridicamente vincolante su di esso, sebbene sia riconosciuta come legge internazionale convenzionale, e non solo legge di trattati, e quindi vincolante per tutti gli Stati.

Non è che lo stato ebraico neghi il suo status di convenzione; ma siccome il preambolo fa riferimento alle “alte parti contraenti” e i palestinesi non sono, o almeno non erano quando la Convenzione fu emanata, un’alta parte contraente.

Questo è un perfetto esempio di logica talmudica: cogliere un punto irrilevante ed evitare la sostanza e la logica della Convenzione.

Quindi lo stato ebraico nega ai palestinesi, protezione legale mentre si vivono sotto una brutale occupazione militare; ma l’appellativo ebraico della natura dell’occupazione militare è “un’occupazione militare benevola” – uno dei tanti ossimori del pensiero ebraico.

Pertanto la Corte Suprema non può evocare questa Quarta Convenzione di Ginevra per proteggere i palestinesi nei territori militarmente occupati dall’esercito israeliano e fa invece riferimento a considerazioni “umanitarie” nei confronti dei palestinesi, ma non le pronuncia mai mai. Ma come potrebbero applicarsi considerazioni “umanitarie” ai palestinesi? Dopotutto sono goys e goys non hanno anime e sono quindi come bestiame”.

C’è una differenza fondamentale, dice la legale, con l’apartheid come era praticato in Sudafrica ed è praticato in Israele. “Quello non si basava sulla nozione che neri e bianchi costituiscono diverse specie dell’umanità. Infatti, il governo sudafricano ha dovuto emanare leggi penali per impedire “l’incrocio di razze”, e nonostante i tentativi di proibizione, un’intera nuova categoria di “razza” è cresciuta in Sud Africa, con centinaia di migliaia se non milioni. I bambini di tali unioni venivano chiamati “Colorati”.

“All’opposto, il matrimonio tra ebrei e arabi in Israele sono infinitesimali e non ci sono leggi contro di essi. “Matrimoni misti” che coinvolgono ebrei israeliani e goy devono avvenire all’estero.

Ma ogni donna ebrea che vuole divorziare da un uomo non ebreo e risposarsi con un ebreo, deve avere un divorzio ebraico. Esistono tipi speciali di divorzi per questi casi. Altrimenti, se lei si risposa con un ebreo senza ottenere un divorzio da parte degli ebrei, ciò si chiama get: i suoi figli e i loro discendenti saranno degli ebrei bastardi ed avranno la proibizione di sposarsi all’interno della  comunità ebraica per dieci generazioni. Il Rabbinato tiene una lista dei nomi dei bastardi.


“Lo Stato ebraico considera alcuni matrimoni non ebraici come non sacri né come elementi costitutivi fondamentali della società. Anzi. Il matrimonio tra arabi con cittadinanza israeliana che vivono in Israele con coniugi della Cisgiordania o Gaza occupati militarmente o addirittura dall’estero non riceve diritti coniugali nello Stato ebraico di Israele.

Quindi un arabo israeliano non ha il diritto di creare una famiglia in Israele se il suo coniuge proviene da territori palestinesi o dall’estero.

Gli arabi della Cisgiordania non sono autorizzati a portare gli sposi dalla Giordania o altrove. In altre parole, Israele fa del suo meglio per limitare la crescita demografica degli arabi sotto il suo controllo.

Le difficoltà sono insopportabili nella maggior parte dei casi: alcune coppie devono dividersi, altre perdono la casa e/o il loro sostentamento, vengono scisse da famiglie ecc. Ecc.

Il muro di barriera costruito sulla terra palestinese per proteggere Israele ha diviso le città, il villaggio, famiglie e case in misura egregia.

Può richiedere fino a una o due ore affinché le persone facciano un viaggio di sola andata dall’altra parte del muro”.

Cittadinanza talmudica
Uno degli esempi più vistosi di diritto talmudico “è la Legge del Ritorno, emanata appena dopo la creazione della stato ebraico, nel 1950. E’ un’altra manifestazione ossimorica del geni ebraico.

Questa legge dice che gli ebrei, che non sono nati nello stato ebraico, possono tornare ad esso perché è la loro “terra di nascita”. Il termine in ebraico è moledet la cui radice significa “essere nato”. Il diritto legale supera il fatto della nascita all’estero. Ciò si traduce in una situazione in cui un ebreo non nato nello stato ebraico può tornare nella sua terra di nascita di Israele, dove non è nato”.

Per contro, “Gli arabi acquisiscono la cittadinanza in Israele secondo lo ius soli, vale a dire perché sono nati in questo territorio; ma questi non sono diritti ereditabili. In altre parole, se una famiglia palestinese con cittadinanza israeliana si trasferisce all’estero per alcuni anni, ogni figlio nato all’estero non ha alcun diritto automatico di ritorno in Israele.

Questa è la legge che vieta il ritorno dei rifugiati del 1948 e dei loro discendenti. Un rifugiato arabo palestinese, nato in Palestina, non ha diritto al ritorno nel Paese di nascita secondo la legge sulla cittadinanza. Chiaramente, per gli ebrei vale invece lo ius sanguinis: la legge del sangue. Vale a dire: se sei nato da ebreo hai acquisito dei diritti di nascita in Palestina, anche se non sei nato qui. Tale è la norma che spiega l’ingresso gratuito degli ebrei della diaspora in Israele.

La proprietà non è garantita ai goym

“Una seconda legge cruciale, anch’essa del1950, è la legge sulle “proprietà assenti” (absentee land: il proprietario non abita sul proprio terreno): riguarda l’espropriazione della proprietà privata araba all’interno dello Stato ebraico.

Lo stato ha inventato una nuova categoria di persone che, nonostante godessero dei diritti di proprietà de iure prima della creazione dello stato ebraico, improvvisamente si sono ritrovati privati ​​dei diritti di proprietà, uno status mai visto altrove nel mondo [unico precedente nel giudeo-bolscevismo sovietico, ndr.]

Ovunque, la portata dei diritti di proprietà è erga omnes – validi contro chiunque invada questi diritti di proprietà. Il genio ebraico non solo è riuscito a bypassare questo fattore di esclusione, ma ha trasformato de iure in diritto di fatto La legge ebraica ha creato era un nuovo status, di “assenteista presente” per il proprietario arabo della terra. Un’altra acrobazia che sfida il principio del “tertium non datur” di Aristotele senza alcuna difficoltà.

Cos’è un “presente assente”? Beh, prima di tutto solo un arabo può essere un “assenteista”, un arabo nato in Palestina o nell’impero ottomano prima che la Palestina separata dalla Grande Siria. Non si applica mai a un ebreo nato in Palestina, né agli ebrei immigrati in Palestina, né agli ebrei che vivono all’estero ma che possiedono proprietà in Israele. L“assente” della legge, attraverso i suoi colpi di scena labirintici si riferisce alla arabi che proprietà in Palestina/Israele, ma che erano assenti dalle loro case, anche solo per un giorno nel corso di un periodo che inizia il 29 °Novembre 1947 – ancora prima che lo stato ebraico esistesse.

Si riferisce a quelle persone che sono fuggite dalla guerra, che erano in “territorio nemico” in Palestina e coloro che sono stati espulsi dalla Palestina stessa, o a cui  è stato ordinato di lasciare le loro case dalle forze ebraiche.

Vale a dire, anche qualcuno che era “assente” dalla sua casa da quella data, ma che è riuscito a rimanere nello stato ebraico di Israele, ha perso i suoi diritti di proprietà. Ai fini di tutte le altre leggi in Israele, specie fiscali, un arabo palestinese è “presente” nello stato ebraico. Stimo che i palestinesi abbiano perso più del 90% delle loro terre così”.

La Burstein Brayer si dilunga sull’uso discriminatorio delle “norme anti-discriminazione”, sull’uso “intenzionale del diritto amministrativo (che ha un margine di discrezionalità) per distruggere le vite degli arabi”.

Poi affronta il tragico tema degli espropri sistematici, reso “legale” dalla speciale (talmudica) legge urbanistica, che vieta permessi di costruzione ai palestinesi mentre ne espropria le case esistenti in cui abitano.

Tralascio questo parte, che potete leggere in inglese; più essenziale è come l’avvocatessa riporta “una mia esperienza personale nel tribunale municipale di Gerusalemme, nel tentativo di impedire la demolizione di una casa costruita senza licenza”.

L’avvocata Lynda s’è battuta in modo inaspettato per la corte; ha fatto valere l’argomento che il  palestinese aveva costruito la casa “sotto costrizione” (che è un’attenuante nel diritto sionista) essendo universalmente riconosciuto che l’abitazione è un “diritto fondamentale di un essere umano” e l’arabo doveva pur dare un tetto alla sua famiglia.

Ha citato persino una sentenza del Sudafrica dell’apartheid che aveva riconosciuto questo diritto fondamentale a un indiano che s’era trasferito in un quartiere bianco di Johannesburg. Se lo stato vuole abbattere questa casa, dovrebbe fornire una dimora alternativa per il mio cliente”.

“Il giudice era un ebreo americano che era arrivato in aliya in Israele, così lui e io abbiamo condiviso almeno le stesse barriere linguistiche…. Nessuno l’aveva mai discusso prima secondo questo argomento, e so che il giudice provinciale ha posto di nascosto la questione alla Corte Suprema, dove il mio argomento è stato respinto perché “non proveniva dal sistema legale israeliano”.

Naturalmente i valori morali ed esistenziali inclusi in esso non giocavano alcun ruolo nella decisione. Ma ci fu un risultato abbastanza inaspettato in questo caso. Poco dopo sono stato chiamato nell’ufficio del giudice, e lui mi ha detto che aveva fatto domanda per abbandonare il tribunale municipale, s’era fatto trasferire  al tribunale della famiglia. Quando gli ho chiesto il motivo di questa mossa, mi ha guardato e ha detto: “Per quanto tempo un uomo può firmare ordini di demolizione per le case famiglia?”

“Volevo piangere e ancora lo faccio, anche mentre scrivo questo. Perché? Credo che questo principio ebraico di separazione, questo principio che afferma che gli ebrei non sono la stessa specie di goy, impone una psicopatia ai suoi aderenti. Quel giudice non poteva sopportare quello che stava facendo, quindi è fuggito. umani? Eppure sapeva che era sbagliato. Sapeva che era malvagio”.

“Il giudaismo non è una religione biblica”

E’ notevole vedere come Lynda, spinta dal suo “cuore”, aderisca all’universalismo morale che lei fa risalire alla “logica aristotelica” (come criterio di Verità) e, ebbene sì, al cristianesimo. E con quanta lucidità afferma:
“Questo giudaismo non è una religione biblica: è una religione basata sull’interpretazione della Torah – le parti rilevanti dei primi cinque libri della Bibbia dalla Genesi al Deuteronomio – da una successione di interpreti della Torah noti come rabbini. Questo è il giudaismo sviluppato dai rabbini in seguito alla distruzione del Secondo Tempio nel 70, conosciuti come farisei. Il giudaismo normativo in Israele è il giudaismo rabbinico o il giudaismo talmudico, che storicamente è stato normativo per quasi duemila anni. Il principio di separazione è al centro della stessa religione ebraica e il sionismo è l’espressione politica della religione ebraica”.
E non basta. “Vorrei sottolineare  –  prosegue –  che la Bibbia non è normativa nel giudaismo, cioè non è vincolante né è obbligatoria per gli ebrei: solo le regole talmudiche sono vincolanti. È per questo motivo che l’espressione, inventata per ragioni politiche, di “’eredità giudaico-cristiana”, non regge. Il cristianesimo vede nella Bibbia, sia il Vecchio che il Nuovo Testamento, i suoi testi di normazione etica. Non così per l’ebraismo. Giudaismo e cristianesimo non condividono una relazione genitore-figlio né una relazione fratello/fratello minore, come  afferma la Chiesa cattolica romana politicamente corretta”.
Il che ci dice la distanza della Chiesa attuale dal principio di non-contraddizione aristotelico, che è il principio veritativo – il Logos – ed  ha adottato il “pensiero” talmudico e i suoi “ossimori”, negando che gli ebrei hanno ucciso il Messia e che hanno diritto di aspettarne un altro. In altre parole, come ci stiamo allontanando dalla verità – e dunque, anche dalla giustizia.

Infatti tutti i poteri politici, in Europa ed Usa, consentono agli ebrei azioni, pensieri (razzisti) e  intrusioni nelle nostre leggi, che le talmudizzano, e che non consentiamo ad altri. Siamo pieni di “ossimori” ebraici, dove obbediamo a Soros e alla “accoglienza” senza limiti di migliaia di clandestini, che Bergoglio ci impone come “umanitaria”, ma non pretendiamo che lo faccia anche Israele – o se è per quello, l’Arabia Saudita, non a caso ultima alleate del talmudismo sionista.

Lasciamo che gli israeliani sparino, ammazzino e feriscano i palestinesi sotto i nostri occhi: ciò significa che anche per noi, in fondo, non sono che chattel, bestiame. Adottiamo e facciamo nostre tutte le doppie verità sioniste: Israele ha centinaia di atomiche, ma noi accettiamo di sanzionare l’Iran per le sue centrali civili, obbedendo al sospetto giudaico che Teheran voglia costruirsi un’atomica per “distruggere Israele”.

Chi allude alla parte che Israele ha avuto nell’11 Settembre come auto-attentato per lanciare la superpotenza nelle guerre contro i nemici potenziali di Israele, è bollato come antisemita. Abbiamo lasciato la loro lobby diventare “i padroni del discorso”, il che ci ha reso proni alla mancanza di Verità. E quindi di Giustizia ed anche di umanità.

Ovviamente, tacciamo sul fatto che il comunismo sovietico fu un giudeo-bolscevismo, fondato profondamente da ebrei sul principio di “separatezza” e dell’assenza di anima negli altri esseri umani, e per questo massacratore e genocida dei contadini ucraini, colpevole della distruzione “della borghesia come classe” con centinaia di migliaia di colpi alla nuca. Evitiamo di domandarci  se il comunismo stesso, gestito solo da russi, non sarebbe stato più umano, meno sanguinario, meno distruttore della stessa capacità economica russa.

https://www.youtube.com/watch?v=AnWx15KmKtI&feature=youtu.be&bpctr=1543969632


Ora dunque salutiamo commossi Lynda Burstein Brayer, che ha comprovato con sensibilità legale  che la definizione di Claudio imperatore degli ebrei come “inimici generis humani”, non è “antisemitismo” ma una definizione giuridicamente oggettiva.

Lynda adesso dice: “Ho lasciato formalmente la religione ebraica, diventando un potenziale ”meshumedet ” o “una che è cancellata” [come furono gli armeni, “Amalek”, ndr.] secondo l’ebraismo.

Perché allora resto qui? Al momento della mia alyah non ero al corrente che non vi è alcun riconoscimento nella legge né nella pratica dell’eguale umanità dei palestinesi.

Fu in Palestina che l’orrore di questa realtà mi è venuto a trovare. È stato qui in Palestina, lottando per difendere nei tribunali i palestinesi, dove mi è stato dato quello che non avevo mai avuto: un apprezzamento della mia e dell’altrui umanità”.

Infine:

Accludo alcuni degli ultimi esempi di talmudismo accettato:

MINISTRO DELLA DIFESA ISRAELIANO: PREFERISCO L’ISIS ALL’IRAN ALLE NOSTRE FRONTIERE
https://www.newsweek.com/israeli-defense-minister-i-prefer-isis-iran-our-borders-417726?fbclid=IwAR2erRzJSS4JzAJjElKGBu5e1poZ3u_Odi6XN8a2lXafsLAWLMHpANWWGNs

Israele agli USA: combatti la Cina a Gibuti

“I cinesi hanno scelto Gibuti a causa della sua posizione strategica in Africa e soprattutto perché dà alle forze militari straniere che hanno costruito basi in questo paese per il controllo di una delle più importanti vie d’acqua – lo stretto di Bab Al Mandeb”, dice Uzi Rabi, direttore del Moshe Dayan Centre per gli studi mediorientali e africani presso il Centro per gli studi iraniani, entrambi all’Università di Tel Aviv.
https://breakingdefense.com/2018/11/israelis-to-us-take-on-china-around-djibouti/

Evangiles et Coran antisémites ? “La demande d’expurger les textes est irrecevable”
Una lobby di ebrei francesi chiede  che “i versetti del Corano che invocano il castigo sugli ebrei siano dichiarati obsoleti dalle autorità teologiche, come il Vaticano II ha abolito le incoerenze del Nuovo Testamento e l’antisemitismo cattolico”. Insomma vogliono espurgare i testi sacri altrui di ispirazione da Dio, ma non esigono la pari abolizione dei passi del Talmud pieni di insulti e odio per Gesù…tipico talmudismo.
http://www.leparisien.fr/societe/manifeste-contre-le-nouvel-antisemitisme-21-04-2018-7676787.php
https://www.nouvelobs.com/societe/20180509.OBS6362/evangiles-et-coran-antisemites-la-demande-d-expurger-les-textes-est-irrecevable.html



Maurizio Blondet


fonte: https://www.maurizioblondet.it/israele-adotta-il-talmudismo-lo-dice-una-legale-israeliana/

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