lunedì 15 settembre 2014

Che cosa significa l'indipendenza della Scozia per l'India?

Che cosa significa l'indipendenza della Scozia per l'India?

Manca meno di una settimana al referendum sull'indipendenza della Scozia. Tuttavia già oggi una possibile uscita di questo paese dalla composizione del Regno Unito suscita ambigue reazioni in diverse parti del mondo, molto lontane dalla Bretagna, compresa l'India.

Se il 18 settembre gli scozzesi diranno "sì" all'indipendenza ciò comporterà una radicale riforma di tutte le relazioni internazionali del tutto paragonabile a ciò che era successo dopo la disintegrazione dell'URSS all'inizio degli anni '90 del secolo scorso, ritiene Boris Volhonskij, esperto dell'Istituto russo degli studi strategici.

"Dio ci scampi!" – ha esclamato il ministro degli Esteri indiano Sushma Swaraj lunedì scorso quando qualcuno dei corrispondenti stranieri le ha posto la domanda su una possibile disgregazione del Regno Unito. Poi quando un'assistente le ha sussurrato qualcosa all'orecchio la signora Swaraj si è corretta, facendo notare che "ciò deve decidere il popolo della Scozia".

Sulla stampa – sia indiana sia straniera – sono subito apparsi numerosi commenti. "Daily Telegraph" londinese ha pubblicato l'articolo dal titolo "Il ministro degli Esteri indiano è inorridito di fronte alla minaccia dell'indipendenza della Scozia". I mass media indiani invece cercano di soppesare che cosa siano di più – pregi o difetti – che comporta il referendum scozzese e la possibile risposta "sì". Segue il parere dell'esperto,
Per l'India, come per qualsiasi altro paese dalla formazione federale, il referendum sull'indipendenza contiene una minaccia malcelata. Se ciò è possibile per gli scozzesi, allora perché non è possibile per tutti gi altri? D'altronde se si sono spinti a tal punto, quando una parte di questo o di quel paese ha posto la questione sulla separazione, vuol dire che è già tardi intraprendere le misure d'emergenza, cercando di rabbonire, corrompere o minacciare sostenitori dell'indipendenza. Di per sé il referendum attesta il crollo della politica dei decenni precedenti. Nel caso della Scozia si tratta di tre secoli.
Perciò bisogna prepararsi e intraprendere misure preventive in anticipo. E ciò richiede una razionale combinazione delle misure volte all'unità dello stato, compresa una costante considerazione dell'identità culturale dei popoli che vivono in questo stato. D'altronde India ha accumulato una buona esperienza in questo campo, anche se ci sono pure esempi negativi, fa notare Boris Volhonskij.

La reazione emozionale del ministro indiano sulla questione di una possibile disintegrazione della Gran Bretagna evidentemente si spiega con il seguente ragionamento: la signora Swaraj non vorrebbe per niente che il referendum in Scozia sferzasse gli umori separatisti nella stessa India. D'altronde se si esamina il referendum scozzese in un contesto più ampio globale, allora si può notare che l'uscita della Scozia dalla formazione del Regno Unito ha anche lati positivi per l'India. In particolare, l'argomento è stato affrontato in un articolo pubblicato lo scorso giovedì da "Wall Street Journal", fa notare l'esperto:
A differenza, ad esempio, da un analogo referendum nella Catalogna previsto per il prossimo novembre, il referendum scozzese avviene in uno stato che è uno dei fondatori dell'Organizzazione delle Nazioni Unite ed è un membro permanente del Consiglio di Sicurezza. Ciò vuol dire che l'uscita della Scozia pone la domanda sulla successione legale. Quale dei due stati nuovi conserverà la poltrona di un membro permanente del Consiglio di Sicurezza – l'ex Gran Bretagna, tutt'e due o nessuno?
Dopo la disgregazione dell'Unione Sovietica, il suo successore legale è diventata la Russia, conservando per sé sia l'intero potenziale nucleare sia la poltrona di un membro permanente del Consiglio di Sicurezza dell'ONU. Dopo la disintegrazione dell'ex superpotenza però si è creata l'illusione di un'ipotesi della costituzione del mondo monopolare, mentre all'Occidente guidato dagli USA è venuto il desiderio di rimuovere completamente la Russia, spostandola in periferia della politica mondiale. La crisi in Ucraina, provocata dall'Occidente, è diventata la manifestazione più lampante di questa tendenza, accentua Boris Volhonskij:
Ora la disgregazione minaccia uno dei paesi chiave che fa parte dello stesso blocco che ha rivendicato il monopolio del potere in un mondo monopolare. Ciò significa che il sistema politico globale si trova sulla soglia di una nuova riforma. E ciò aumenta l'importanza dei paesi non considerati dall'Occidente fautori dei destini del mondo, compresa l'India.
In ogni caso, ciò dà la possibilità su una nuova tappa di tornare alla questione della riforma del Consiglio di Sicurezza dell'ONU e sull'attribuzione dello status di un membro permanente a quei paesi, i quali, come India, stanno cercando di ottenerlo per un periodo molto lungo, ritiene l'esperto russo.
 
 
Boris Volchonskij
 
 
 

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