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lunedì 25 settembre 2017
Israele segue con preoccupazione l’evolversi della situazione in Siria
Attacco a Deir Ezzor
Mosca avverte: siamo pronti ad annientare le forze pro USA
dell’SDF (curdi-arabi) se tentano di fermare l’avanzata dell’Esercito
siriano. Le forze siriane ed Hezbollah hanno guadato il fiume Eufrate ed
hanno preso il controllo della foce ad est del fiume.
La situazione strategica di Israele è peggiorata di molto dall’inizio
di quest’anno, da quando gli USA si sono dovuti ritirare dalla Siria
sotto la minaccia russa, con il permettere che si trasferissero in Siria
forze addestrate dall’Iran quali Hezbollah e unità Popolari Irachene
(PMU).
Grande preoccupazione in Israle per l’evoluzione della situazione in
Siria. La vittoria delle forze dell’Esercito Siriano e dei suoi alleati
Hezbollah a Deir Ezzor viene analizzata dagli esperti militari
israeliani come una diretta minaccia per Tel Aviv.
Le autorità militari israeliane hanno constatato la debolezza delle posizioni delle formazioni
SDF (curdi arabi) appoggiate dagli USA che hanno ceduto il passo
davanti alla rapida avanzata delle forze siriane che hanno facilmente
attraversato il fiume Eufrate e si sono attestate sulle foce orientale
del fiume conquistando posizioni prima occupate dall’ISIS.
Quello che più fa paura ad Israele è il fatto che migliaia di
combattenti sciiti delle Unità di Mobilitazione Popolare dell’Iraq (PMU)
si sono uniti alle forze siriane assumendo il controllo di una vasta area fra Siria ed Iraqper circa230 Km, da Abu Kamal alla zona nord di Al Tanf nel triángolo sud della
-frontiera Siria-Iraq-Gordania.
Le formazioni sciite (e cristiane) di
Hezbollah e delle PMU sono sotto i comando del generale iraniano
Soleimani, un generale considerato un abile stratega che ha dato prova
delle sue capacità nel corso del conflitto aggirando e mettendo fuori
gioco lo schieramento delle formazioni pro USA e GB nella zona sud
della Siria, vicino al confine giordano.
Le forze sotto comando siriano ed iraniano sono a pochi chilometri della
frontiera con Israele e questa viene giudicata una situazione di grave
pericolo dalle autorità di Tel Aviv che non immaginavano di trovarsi in
tale nuovo contesto.
Il sostegno dato dal Governo israeliano ai gruppi terroristi in Siria
per rovesciare il Presidente Bashar al Assad si ritorce adesso contro
Israele con la sconfitta di questi gruppi e per l’intervento di Russia
ed Iran nel conflitto.
I campanelli di allarme stanno suonando a Tel Aviv.
Lo scorso Sabato 16 settembre, la Russia ha bombardato le formazioni
delle SDF appoggiate dagli USA nella regione di Deir Ezzor, come per
dare un avvertimento a non ostacolare l’avanzata delle forze siriane e
loro alleati verso la zona est della regione.
Il Lunedì 18 il comando dei marines USA ha iniziato a sgomberare gli
edifici della loro base militare a Zaqaf nell’est della Siria e lo
stesso hanno preannunciato con la base installata nella frontiera
giordana. Si erano stabiliti in quella zona nel deserto a cavallo della
frontiera giordana, all’inizio dell’anno per fare barriera ed ostacolare
l’avanzata delle forze siriane ed Hezbollah verso quella frontiera. Il
giorno seguente, dopo la ritirata dei marines, Hezbollah e le formazioni
al seguito hanno preso il controllo della base di Zaqaf.
Forze siriane vicino Eufrate
Il mercoledì 19 settembre, le forze sciite di Unità Popolare (PMU )
sono entrate in Siria e si sono collegate con le forze siriane e di
Hezbollah. Il PMU si trova sotto il comando diretto del generale
iraniano Qassam Soleimani che comanda le operazioni militari in Siria ed
in Iraq. Secondo le informazioni della intelligence israeliana, risulta
che l’Iran ha fatto entrare in Sira circa 20.000 combattenti inquadrati
nelle milizie sciite in appoggio all’Esercito siriano ed Hezbollah
mentre dall’Iraq continuano ad arrivare migliaia di combattenti sciiti
per sostenere il governo di Bashar al Assad e combattere contro l’ISIS
ed i gruppi armati dagli USA ed Arabia Saudita.
Il giovedì 21 Settembre la crescente tensione tra Mosca e Washington
sulla Siria è scoppiata all’improvviso con un deciso avvertimento
trasmesso attraverso il canale di comunicazione:
“la Russia ha informato
ufficialmente gli USA che le forze russe colpiranno immediatamente le
milizie pro USA e le stesse US Special Forces se queste attaccheranno
l’Esercito siriano e le forze alleate(fra cui unità speciali russe)nella loro avanzata sulla provincia di Deir Ezzor. Le forze russe
colpiranno con tutti i loro mezzi dall’aria e da terra queste formazioni
in qualsiasi punto si trovino”
Immediatamente dopo sono stati sparati missili Kalibr da un
sottomarino russo nel Mediterraneo contro obiettivi dei gruppi
terroristi. Questo insieme di avvertimenti ed azioni indicano la determinazione russaad appoggiare l’avanzata delle forze siriane-Hezbollah e PMU
nella campagna per riprendere il controllo di tutto il territorio della
Siria. Alle formazioni curde dell’SDF non viene consentito di
intromettersi.
Gli analisti militari israeliani ritengono che una minaccia di questo
tipo Israele non l’aveva mai affrontata dai tempi del conflitto del
1956 quando ci fu l’invasione del Sinai a cui si opposero le
cancellerie di USA e URSS congiuntamente dando l’alt ad Israele.
La presenza di truppe di Hebollah e di formazioni pro Iran in Siria
a pochi km. dal confine di Israele mette le autorità di Tel Aviv di
fronte ad un fatto compiuto con la Russia che si frappone a qualsiasi
ipotesi di ritiro delle forze iraniane dalla zona.
Forze siriane passano il fiume Eufrate sui ponti flottanti forniti dai russi
Il fallimento dei piani di USA ed Israele in Medio Oriente non potrebbe essere più evidente,
nonostante i 2,5 miliardi di dollari spesi dalle Amministrazioni USA
nell’armamento ed addestramento dei terroristi takfiri, il fronte dei
terroristi si sta rapidamente sgretolando sotto i colpi dell’avanzata
russo siriana-iraniana.
Il piano B di Washington prevede l’utilizzo
della carta dei curdi ma anche in questo caso sembra che
l’Amministrazione USA ed i generali che dirigono le scelte strategiche
militari nella regione abbiano fatto i conti senza l’oste. Il presidente
turco Recepit Erdogan ha infatti annunciato l’entrata in campo dell’esercito turco (sembra in accordo con Teheran e Mosca) per prevenire la formazione di una entità curda ai suoi confini.
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