La Realtà/Mondo (SPS ha smesso di chiamare “tutto ciò che (ri)conosci come reale unico”, con il termine “3d”,
perché la dimensione temporale nella quasi “tutto versa”, di fatto, ne
costituisce il più solido pilastro, dal punto prospettico della “logica
sviluppata – nel tempo – 'superficiale o cavernoso’”; per cui, la
definizione di quante siano le “grandezze da prendere in riferimento”,
affinché si possa esprimere un “numero caratteristico” da applicare al
termine “dimensione”, risulta perlomeno contraddittorio e depistante,
persino a livello “logico”) è un “punto di vista” (pre)dominante, nella stragrande maggioranza delle persone popolanti la Terra (di/in questa sua versione).
Tale “punto di vista” è:
- unica(mente) frutto di auto suggestione (un automatismo).
Che deriva da una fonte di proiezione (d’insieme, riunendo la presunta separazione e competizione delle singole parti):
- sia naturale che artificiale
(da “qua”, la tua solita difficoltà nello sbrogliare l’intreccio,
continuando a “girare intorno”, credendo alla “predestinazione a loop”,
senza ritenuta via di riuscita; sul modello “è nato prima l’uovo o la gallina?”).
Il
naturale e l’artificiale con(corrono) a
“terra(ri)formarti/(man)tenerti/auto in(trattenerti)... qua così”, non
essendoci alcuna differenza sostanziale (e nessuna scelta sostanziale).
Ciò che definisci naturale è “solo” una tecnologia dimenticata/drenata/celata/nascosta e, pur tuttavia, ancora funzionante.
Qualcosa
che, a livello frattale, lo sviluppo della tecnologia (re)distribuita
nella/sulla Massa (società) (ri)torna ancora a (ri)per(correre), per
altri versi e metodiche... da agganciare a livello “simbolico”.
Le “App”,
che solo da qualche anno sono apparse sul “Mercato”, nella versione per
smartphone, indicano sempre più chiara(mente) un livello di loro
sostanziale “trasparenza”, in riferimento al tuo accorgerti di una
simile (com)presenza, sempre più centrale e consolidata (attesa dagli
individui, per aspettativa, credo, funzione, moda, importanza e…
progresso).
Le “App” disegnano una realtà, nella quale dei programmi sono “disciolti in essa”,
regolando – come sensori intelligenti e non manifesti – il flusso del
reale stesso (costituito dal tuo comportamento “tele guidato non
localmente” dalle informazioni, dai dati, dalla “sensibilità” di ciò che
le App elaborano in conformità al loro “listato programmatico
funzionale”.
Non è, forse, molto simile ad una App (che lavora a livello sottile, raccogliendo ed elaborando dati) anche il
comportamento di un laborioso insetto, dello sbocciare di un seme,
della preparazione ad una gravidenza, dell'attivazione di processi
organici legati alla temperatura, di un temporale, del funzionamento stesso della mente o delle proprietà che confidi siano essere quelle di “Dio”?
Quando vedi un’ap(p/e), che cosa stai osservando? Con "cosa" sei alle prese? Con quale fenomeno ti misuri e vieni misurato?