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(Immagine presa dal web) |
Ognuno di noi ogni giorno fa del suo meglio per riuscire a raggiungere i
traguardi che più gli stanno a cuore: avere una famiglia, successo nel
lavoro, figli, prestigio, vacanza dei sogni, vincere un torneo sportivo
per il quale ci si è allenati e condizionati per anni. Spesso, se si
persevera e si alimentano i propri progetti col fuoco della passione, si
riesce ad ottenere tutto quello che si vuole, senza limiti. L'UNICO
LIMITE, INFATTI, SIAMO NOI CON LE NOSTRE CREDENZE, BASTA ANDARE OLTRE
PER POTER REALIZZARE L'IMPOSSIBILE.
Ma succede spesso che il partner ci lasci, il lavoro non decolli come
avremmo voluto, i figli non arrivino o siano problematici e di tornei
sportivi non se ne riescano a vincere granché. In queste situazioni la
differenza la faranno la flessibilità mentale e le capacità adattive del
soggetto che vivrà questi tipi di esperienze all'apparenza
fallimentari.
Dietro quello che può sembrare un dramma agli occhi di una persona
comune, quella, per intenderci, che non ha mai fatto un serio lavoro su
di sé e che ama magari lamentarsi traendo spunto dai propri fallimenti
per lasciarsi commiserare con gioia masochistica, si nasconde
un'opportunità di crescita, una sorta d'iniziazione per coloro i quali,
invece, di lavoro su di sé ne hanno svolto e con risultati
soddisfacenti.
Ma cosa fa la differenza fra il deprimersi e l'avere la forza di voltare
pagina quando, ad esempio, il partner decide di lasciarci oppure non
riusciamo ad ottenere risultati in ambito sportivo? Sicuramente le
convinzioni limitanti e ciò che avremo pensato della nostra situazione
di Vita faranno, come al solito, la parte del leone in questo delicato
equilibrio emozionale.