L’oligarchia si fonda su un rapporto del genere “padrone-servo”.
L’oligarchia è sempre minacciata dalle masse per la semplice ragione che rappresenta una costante minaccia per la popolazione.
Gli oligarchi sono in lotta perpetua con
chi sta sopra di loro e vuole depredarli, con chi sta al loro livello e
vuole depredarli, con chi sta sotto di loro e vuole depredarli. Hanno
sempre molto da perdere e quindi sono sempre sul chi vive.
Per questa ragione tendono a far fronte comune per minimizzare le minacce interne e concentrarsi su quelle esterne (il popolo).
Per sopravvivere, l’oligarchia cerca di
dividere la popolazione in fazioni. L’unione fa la forza e le masse
organizzate sarebbero invincibili. Per questo gli oligarchi disseminano
entusiasticamente miti, arbitrarie divisioni sociali ed –ismi di ogni
sorta, e con essi zizzania, rancori, sospetti, sfiducia, apatia.
Pertanto, gli oligarchi sono sempre
all’offensiva: la miglior difesa è l’attacco. Sono inestinguibilmente
avidi ed insicuri: per questo tendono, auto-distruttivamente, ad
aggravare le disparità, fino a quando il sistema collassa. Quanto
maggiore è la concentrazione di psicopatici tra i loro ranghi, tanto più
rapida e disastrosa sarà la caduta.
L’oligarchia è un arbitrio che non dipende dalla prosperità di una società. Esiste nelle società povere ed in quelle ricche.
Non è interessata allo sviluppo
tecnologico e scientifico se non ne può trarre vantaggio e addirittura
lo ostacola se può mettere a repentaglio lo status quo.
L’oligarchia favorisce la scarsità (anche
di informazione) e la crea laddove non c’è, perché in un regime di
abbondanza (es. energia illimitata e virtualmente gratuita) perderebbe
la sua rendita di posizione ed il suo semi-monopolio del potere: lo
status quo sarebbe sovvertito.
Austerità e decrescita sono quindi una
panacea per gli oligarchi.
Lo 0,1% degli oligarchi necessita
dell’appoggio del 5% dei ricchi non sufficientemente facoltosi da potere
essere inclusi nella classe oligarchica. L’alleanza è facilitata dal
comune interesse a difendere le proprie risorse e possibilmente
accrescerle a spese del resto della società (ci sono comunque ricchi di
buona volontà che non sono interessati a questo tipo di cospirazione e
che perciò non accederanno mai ai piani alti delle oligarchie). Lo 0,1%
difende gli interessi del 5% e il 5% incensa i membri dello 0,1% e li
copre.
Due forze possono ostacolare i piani
delle oligarchie: il potere esecutivo e l’insubordinazione delle masse. I
governi godono di una legittimità che gli oligarchi non possiedono e
possono promulgare leggi che riducono il loro arbitrio (es. Washington
ed Hamilton, Lincoln, Roosevelt, de Gaulle, Olof Palme, Bruno Kreisky,
Willy Brandt, Aldo Moro ed Enrico Berlinguer).
La disobbedienza civile deve perciò
sempre venire DOPO un serio tentativo di conquistare il governo di una
nazione. Per serio intendo una proposta di governo chiara, con proposte
solide, pragmatiche e radicate nella tradizione riformista dei
summenzionati statisti, non fumose visioni palingenetiche senza capo né
coda che fanno affidamento sulla forza redentrice della democrazia
diretta e della rete e glissano sulle questioni del lavoro,
dell’economia e dei rapporti internazionali (chi ha orecchie per
intendere…).
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