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Se prendiamo una lampada e la puntiamo verso un oggetto vedremo che
proietta un’ombra. Se aumentiamo la luminosità della lampada potremo
constatare come l’ombra diventi sempre più netta e intensa con
l’aumentare della luce. Questo accade perché luce ed ombra sono strettamente interconnesse, complementari e interdipendenti.
Lo stesso si può dire di tutte le infinite coppie di opposti che
l’umanità pare prendere molto sul serio: bene e male, giusto e
sbagliato, male e bene, dio e uomo, io e altro da me, soggetto e
oggetto, iniziati e profani, compatrioti e stranieri, credenti e atei,
ecc. La mente è un’inesauribile fucina di opposti perché il pensiero è
per sua natura dualistico: appena pensiamo a X produciamo immediatamente
il concetto di opposto di X o -X.
Ed è proprio perdendoci in questi opposti che inizia il grande sonno
dell’avidya, dell’ignoranza, l’amaro sonno della separazione e della
paura. La mente ci induce a pensare di essere delle entità
separate e dunque inventiamo pratiche e insegnamenti che ci permettano
di ovviare a questa separazione. Ma tali pratiche sono illusorie
almeno quanto l’idea stessa di essere entità separate. Non c’è nessun
“Uno” da qualche parte da sperimentare. E’ già qui, lo stiamo già
sperimentando, è tutto ciò che è. La separazione è solo concettuale,
apparente, non reale. Assopiti
nel sogno della separazione degli opposti ci illudiamo che sia “bene”
sviluppare e coltivare pensieri positivi, benevoli, amorevoli, ecc. non
rendendoci conto che proprio in questo modo andiamo inevitabilmente ad
incrementare anche il polo opposto, ciò che riteniamo negativo. Luce ed ombra non possono che andare insieme. Per questo le lotte e crociate contro il Male, le tenebre, ecc. sono, oggi come un tempo, efficienti narcotici di massa. La vera posta in gioco è mantenere gli esseri umani nel dualismo e nell’ignoranza.
“Coltiva e proietta pensieri di abbondanza, di ricchezza perché così potrai ottenere tutto ciò che desideri!” molte voci vanno ripetendo in ogni dove. Tuttavia chi coltiva questi pensieri e desideri è proprio quella coscienza egoistica che sta all’origine del senso di mancanza, della paura, della separazione. Dunque è facile comprendere che ciò che realmente stiamo attraendo non è proprio quello che pensiamo di attrarre. Focalizzandoci sui soldi tutto il giorno quello che proietteremo è semplicemente il nostro senso di mancanza, l’avidità, la paura della povertà, ecc. E la manifestazione risponderà di conseguenza…E’ ora che iniziamo a comprendere che l’unica vera pienezza non può che emergere nel momento in cui ci eleviamo al di sopra degli opposti, smascheriamo il valzer illusorio e dualistico della mente concettuale e ci apriamo alla realizzazione della nostra Vera Natura, senza forma, sovra mentale. Allora possiamo comprendere che il “segreto” per vivere una vita felice non è immaginarci come felici o inseguire una qualche felicità. Realizziamo invece l’intrinseca perfezione di tutto ciò che è, gustando e celebrando il variegato spettacolo del mondo in tutte le sue forme, suoni, colori, meraviglie e assurdità.
Cessiamo allora di voler cambiare il mondo e permettiamo alla nostra
Vera Natura, che è Gioia, Pienezza, Beatitudine, di riemergere e
illuminare una mente che non è più un confuso comandante ma un pronto
servitore. Cessiamo dunque di inseguire l’idea di una qualche felicità: SIAMO Felicità.
FONTE: NonDuale
http://eccocosavedo.blogspot.it/2013/07/la-felicita-non-si-insegue.html
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