L’Organizzazione mondiale della sanità (e quindi l’Onu) stabilisce: “La salute è uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale
e non semplicemente l’assenza di malattia”. Nell’articolo 32 la nostra Costituzione dice: ”La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario, se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”.
E’ bene che si sappia: esiste un farmaco, Synacthen è il suo nome, che è presente da moltissimi anni sul mercato.
E’ a base di ACTH, e per chi fortunatamente non ci ha a che fare, esso in poche parole stimola la corteccia surrenale a produrre cortisolo naturale. Si tratta di un farmaco molto valido che viene usato per la cura delle patologie più disparate. Anche la cura Di Bella lo adopera nella sua composizione.
Da maggio del 2013, però, è scomparso
dal mercato Italiano dove riapparirà soltanto ad aprile 2014. Nel
frattempo non se ne trova neanche una scatola in commercio ed averlo
dall’estero, si può bene immaginare, è un dramma.
Il Synacthen, il cui principio attivo è il tetracosactide esacetato ha alla base l’Acth, o cortisolo: è un ormone prodotto dal lobo anteriore dell’ipofisi, la cui increzione è regolata dal Corticotrophin Releasing Factor,
prodotto dall’ipotalamo. Il derivato sintetico dell’Acth è usato
in molte patologie e tra le più disparate: mesenchimopatie, artriti
reumatoidi, artropatie psoriasiche, dermatomiositi, lupus eritematoso ed
affezioni del tubo digerente come la colite ulcerosa.
Trova applicazioni anche nella sindrome nefrosica, nelle fasi evolutive
della sclerosi a placche, nell’edema cerebrale e nella stimolazione del
surrene. Ha indicazione anche nelle emopatie, soprattutto nella leucemia
linfoide, nel linfoma di Hodgkin e non-Hodgkin e nelle immunodeficienze
primarie e secondarie del sistema immunitario.
Appare quindi fuori da ogni logica, tanto da ingenerare sospetti,
che un farmaco di tale valenza possa essere stato tolto dal mercato,
constatata inoltre l’assenza di disposizione di un farmaco equivalente
che sia caratterizzato dallo stesso principio attivo.
Disponiamo della triste testimonianza
della gentile lettrice Mariangela, che, pur non essendo una malata
oncologica, è affetta da una malattia rara e fa uso della medicina
anch’essa. Come spesso accade queste notizie importanti passano sotto silenzio, ignorate dai canali di informazione maggioritaria.
Come mai, ci chiediamo, proprio nel
periodo in cui le revisioni della magistratura sulla cura Di Bella
valutano la concessioni dei rimborsi da parte del Servizio sanitario
nazionale, tale farmaco, così utile alla cura, viene messo fuori
commercio? Una coincidenza, oppure una strategia di mercato dettata da
logiche lobbistiche? Il costo della cura Di Bella può
limitarsi a poco più di un decimo rispetto a quella della chemioterapia,
e ci si chiede se le industrie farmaceutiche non possano avere
interferito in qualche modo nella scelta di eliminare nel nostro paese
il commercio del Synacthen.
Uno splendido tempismo fa sì che la cura
Di Bella, non potendo reperire il farmaco sul mercato nazionale, vada a
costare una cifra che i meno abbienti non possono sborsare (o comunque
anticipare, nel caso che i rimborsi vengano poi concessi dall’organo
giudiziario).
Freddie
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