«Italiani, siete seriamente candidati al premio Darwin. Quando una
intera nazione è nel vostro stato, si piega a simili governanti, accetta
l’euro
(lo accettate ancora in maggioranza), stima Draghi il Rettiliano,
considera Napolitano un buon vecchio nonno e si aspetta protezione da
Washington e aiuti da Berlino, non appende in piazza Loreto i suoi
padroni folli, è logico che finisca come i dinosauri». E’ l’invettiva
con cui Maurizio Blondet, su “Effedieffe”, conclude il suo grido di
allarme sui drammatici sviluppi della crisi con Mosca: Obama ci sta letterarmente trascinando verso una possibile Terza Guerra
Mondiale. Lo dimostra la preoccupante escalation politico-diplomatica
contro Mosca, con risvolti militari su cui il mainstream tace: con l’Ue,
«nuova prigione dei popoli», l’Ucraina ha appena firmato un dossier di
assistenza militare in caso di guerra,
mentre ci sono anche militari italiani nel team americano che sta
sorvolando, ogni settimana, lo spazio aereo russo. E tutti – tranne Berlusconi – applaudono Obama.
«Quelli che decidono a vostro nome sia da Roma, sia soprattutto da
Bruxelles, hanno scelto per voi», scrive Blondet, in un post ripreso da “Megachip”. Escludere
Mosca dal G8 e accodarsi a Obama, che si permette di minacciare la
Russia «in difesa del governicchio ucraino, frutto delle eversioni
americane, ovviamente anch’esso non eletto dagli ucraini». Esplicito,
l’inquilino della Casa Bianca: «Agiremo in loro difesa qualunque cosa
accada: questa è la Nato». Secondo Obama, «ci sono momenti in cui
l’azione militare può essere giustificata». Possibile casus belli, dopo
l’Ucraina, la “difesa” dei paesi baltici: Lituania, Estonia e Lettonia
hanno una popolazione paragonabile a quella di una media
provincia italiana, eppure «a Bruxelles contano più di Italia e
Spagna», inoltre «fanno i galletti e sfidano Mosca, si armano spendendo
il 4% del loro ridicolo bilancio per gli armamenti, perché si sanno
coperti dall’America». E Washington, dice Blondet, li addita ad esempio:
«Voi europei grossi e molli spendete troppo poco in armi, l’1, il 2%
del Pil, scrive il “Wall Street Journal”, dovete armarvi di più,
spendere più dalla Lockheed».
Accusa Blondet: «Ebbene: i vostri politici vi hanno impegnato a
difendere i baltici. Hanno detto sì ad Obama, senza nemmeno
rimproverargli le manovre eversive americane a Kiev, ampiamente
provate». In pratica, i nostri politici hanno «firmato di nuovo il patto
di difesa reciproca della Nato», struttura «che avremmo dovuto
sciogliere già dal ‘90, quando si sciolse il Patto di Varsavia». Sicché
ora, «se uno dei galletti baltici fa qualche provocazione, noi dovremo
partecipare alla guerra
contro la Russia, e intanto subire le conseguenze economiche
dell’embargo decretato anche da noi, per ordine di Washington».
Pericolosa, aggiunge Blondet, la pratica dei sorvoli dello spazio aereo
russo, avviati dopo la conquista di Kiev da parte delle milizie di
piazza Maidan. Gli Usa
«hanno cominciato a sorvolare coi loro aerei lo spazio russo,
obbligando anche noi a fare altrettanto». Lo fanno «in base al trattato internazionale
Cieli Aperti, “Open Skies”, firmato a Vienna per aumentare la fiducia
reciproca nel campo della minaccia nucleare».
Il trattato obbliga i paesi firmatari ad aprire il loro spazio aereo a
regolari ispezioni. «In buona fede, Putin ha firmato questo trattato
nel 2001. La Cina invece no, e guardacaso nessuno la minaccia». Da
giorni, «il sorvolo è diventato una vera passione per Washington».
Blondet riferisce che il 3 marzo il sorvolo ha visto ispettori francesi a
fianco degli americani, mentre l’11 marzo con gli statunitensi «si sono
levati ispettori italiani», imitati il 17 marzo da “ispettori” ucraini
(«non si sa a che titolo») e il 24 marzo di nuovo da ispettori francesi.
Un sorvolo a settimana: «Immaginate solo se Putin pretendesse di fare
altrettanto nello spazio aereo americano, in questo momento di estrema
tensione: tutti i nostri media,
all’unisono con i loro padroni americani, strillerebbero:
“Provocazione! Aggressione! Espansionismo paleo-sovietico!”». La cosa
preoccupante? «E’ quel che ha detto Obama, piombato in Europa a darci
ordini. Ha detto di non essere preoccupato dall’aggressione Russa come
minaccia per gli Stati Uniti; ha aggiunto però che quello che lo
preoccupa è “un fungo atomico sopra Manhattan”. Sapendo che a Manhattan
hanno avuto lo stomaco di far saltare quei due grattacieli (l’11
Settembre, e vi siete bevuti la storia ufficiale) per giustificare
l’invasione di Afghanistan ed Iraq nonché l’introduzione della tortura nel diritto di guerra statunitense e il non-riconoscimento dei nemici come combattenti legittimi».
Blondet riferisce che, nel frattempo, all’Aia si è svolto uno strano
vertice sulla sicurezza nucleare. Secondo il ministro degli esteri
canadese, John Baird, «al momento attuale la minaccia di terrorismo
nucleare resta una delle più gravi per la sicurezza mondiale». Da qui il
rafforzamento del partenariato con Israele – presente Yuval Steinitz,
ministro dell’intelligence di Tel Aviv – per aiutare «gli Stati del
Medio Oriente e altrove a perseguire i pericolosi criminali che
conducono attività nucleari illecite». Chi pensava alla solita trama
paranoide sionista contro l’Iran, dice Blondet, ora dovrà ricredersi, di
fronte alla sconcertante uscita di Obama, che dice di temere «un fungo
atomico sopra Manhattan». Siamo sicuri che l’Ucraina abbia consegnato, a
suo tempo, tutte le testate che aveva in custodia dall’Armata Rossa? La
stessa Yulia Tymoshenko ha appena dichiarato di voler sterminare, con
l’atomica, gli 8-10 milioni di russi che vivono nell’Est dell’Ucraina.
Escalation nucleare? «Se accade, italioti, ci siete in mezzo», scrive
Blondet. «Vi hanno messo in mezzo i mascalzoni di Bruxelles, vi ci ha
messo quel tizio danese che si chiama Anders Fogh Rasmussen, vi ha messo
in mezzo il governo Napolitano – pardon, volevo dire il governo Renzi».
E per cosa? «Per salvare “la democrazia”
in Ucraina», un paese che vuole “venire in Europa” e intanto – a parte
le atomiche della Tymoshenko – ha già proibito la lingua russa e spento
le televisioni che trasmettevano in russo. E sui nostri media
mainstream, naturalmente, notte fonda: si evita di dire che l’Ucraina
ha firmato solo il 2% del trattato di pre-adesione all’Ue, cioè la parte
che riguarda «un piano per una politica estera e di sicurezza congiunta», e che dopo le elezioni del 25 maggio si trasformerà in «un insieme di condizioni di riforma militare che equivalgono “ad un accordo con la Nato preliminare all’integrazione”».
Regista dell’operazione, Herman Van Rompuy. «E i nostri politici non
hanno eccepito. Anzi, hanno detto: “Sì, escludiamo la Russia dal G8”».
Tutti, tranne uno: Berlusconi.
«Credo sia avventato e controproducente aver escluso la Russia dal
vertice di ieri all’Aia», ha detto il Cavaliere. «Questo contrasta con
il lungo lavoro fatto da noi, dal governo italiano: siamo stati noi a
trasformare il G7 in G8 a Genova con Putin». Peccato però che Berlusconi
non sia più in Parlamento e sia prossimo agli arresti domiciliari,
conclude Blondet. Il leader di Forza Italia – l’unico fuori dal coro
anti-russo – non ha più alcuna prospettiva di governare in futuro, e
dopo tutti i disastri del passato recente – ora appare troppo indebolito
per impostare una politica
anti-Ue e contraria alle pericolose forzature di Obama. «L’elettorato
di centrodestra è nella mani dell’harem, della mignottocrazia, delle
concubine». In altre parole, siamo rovinati: se Berlusconi sembra «un decrepito imperatore cinese», tutti gli altri applaudono entusiasti alla guerra che verrà.
fonte: http://www.libreidee.org/2014/04/blondet-imbecilli-applaudono-luomo-della-guerra/
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