Gli Stati Uniti d’America conducono i
loro alleati occidentali a un’empia guerra non solo contro il mondo
arabo, ma contro qualunque nazione si trovi sul loro percorso di dominio
totale. Ogni giorno, le prove di una pianificazione sottotraccia
diventano più evidenti. Sembra che nessuno abbia delineato come apparirà
la fine di questa campagna, ma la strategia incredibilmente diabolica
che le presidenze Bush e Obama hanno seguito è lì, sotto gli occhi di
tutti. Ecco a voi una veduta sul più grande gioco di potere della
storia.
Mi sono un po’ sorpreso stamattina, quando sono giunto alla consapevolezza che il Libico Muammar Mohammed Abu Minyar Gaddafi [Gheddafi]
fosse tra gli uomini più ricchi che siano mai vissuti. Alcuni esperti
adesso affermano che la ricchezza di Gheddafi si aggirasse attorno ai
duecento miliardi di dollari quando i ribelli appoggiati dagli USA lo
hanno torturato e ucciso nell’ottobre del 2011. Sebbene capissi come
Obama e Hillary Clinton avessero avuto un ruolo nella sua morte, avevo
inizialmente trascurato le voci e le congetture secondo cui sarebbe
stato ucciso per i suoi miliardi e per i suoi innumerevoli tentativi di
sottrarsi al dollaro come mezzo di scambio internazionale principale.
Oggi, per la prima volta, scopro l’Ordine Esecutivo 13566 [in inglese],
e la morte di Gheddafi acquista significato nel contesto generale. Come
si è visto, il leader libico era tra gli uomini più ricchi del pianeta,
e il piano per farlo fuori è scaturito ai più alti livelli della
leadership mondiale. Inoltre, si può collegare una serie di eventi
chiara e sistematica, una catena di prove che conducono alla Casa
Bianca, e oltre. L’Ordine Esecutivo 13566 venne attuato il 25 febbraio
2011, solo otto giorni dopo che erano esplose grandi manifestazioni di
protesta contro il governo di Gheddafi. In alcuni paragrafi del
documento si legge:
“Io, BARACK OBAMA, Presidente degli Stati Uniti d’America, ritengo che il Colonnello Muammar Gheddafi, il suo governo e i suoi consociati abbiano adottato misure estreme contro il popolo libico, tra cui l’uso di armi da guerra, mercenari e violenza sfrenata contro civili disarmati. Ritengo inoltre che ci sia un grave rischio che i beni dello stato libico saranno espropriati da Gheddafi, dai membri del suo governo, dalla sua famiglia, o dai suoi consociati, se tali beni non saranno protetti.”
Il giorno stesso, Stuart Levey,
sottosegretario al tesoro per il terrorismo e l’intelligence finanziaria
che aveva abbozzato l’Ordine Esecutivo 13566, mette in atto il piano
per effettuare i sequestri dei miliardi custoditi in varie banche negli
USA. Subito dopo che il personale dell’ambasciata USA era stato evacuato
dalla Libia, la gente di Obama è entrata in azione con l’aiuto degli
impiegati di banca rimasti in attesa nella notte. In tutto, erano stati
effettuati sequestri per 30 miliardi di dollari in contanti e asset
liquidi. Per l’estate del 2015, beni di Gheddafi per un ammontare di
sessanta miliardi di dollari erano stati sequestrati da banche negli
Stati Uniti, in Germania e nel Regno Unito.
Questi fondi adesso si
trovano nel limbo, poiché una nebulosa leadership dell’Autorità per gli
Investimenti Libici [Libyan Authority fori Investments]
(LIA) si nasconde nella penombra del mondo dei finanzieri globali. Per
essere onesti, i miliardi di Gheddafi non sono di nessun beneficio per
il popolo libico, ma solo per i banchieri e gli speculatori che hanno
usato gli iniziali sessanta miliardi di dollari in operazioni a leva
finanziaria, diciamo “prestiti”, che potrebbero non essere mai
restituiti. Credo che così sia comprensibile per i profani quello che
sta succedendo.In questi giorni, cause da svariati miliardi di dollari [in inglese] intentate contro
gente del calibro dei banchieri di Goldman Sachs, tra i sostenitori di
Hillary Clinton, in lotta per chi debba avere il controllo della LIA, e
innumerevoli affari sottobanco rendono ancora più scura quella che era, e
continua ad essere una monumentale macchia sulle relazioni
internazionali statunitensi.
Se ci trovassimo negli anni ‘trenta, ai
tempi di mafia land, ci sarebbero titoli di giornali che accuserebbero
Barack Obama di aver fatto un colpo per conto di Wall Street. E quante
più sono le prove che si incrociano, tanto più si chiariscono i veri
obiettivi delle primavere arabe. In una delle più bizzarre catastrofi
geopolitiche di sempre, un tribunale britannico potrebbe decidere chi ha
il controllo sui miliardi di Gheddafi. Le somme che la Casa Bianca di
Obama ha affermato appartenessero al popolo libico, adesso sono iscritte
nei bilanci della banche. Questi legami con banche e investimenti,
tradiscono [le vere intenzioni de] la geopolitica militaristica giocata dalla Casa Bianca.
I governi americano, britannico ed
europei si sono impegnati come api operaie a fomentare il caos nel mondo
arabo. Come sottoprodotto, hanno ottenuto i profughi e il pasticcio tra
est e ovest che ne è conseguito e che crea ulteriori impedimenti alla
pace e alla prosperità. Mi ci sono voluti dieci secondi in tutto per
trovare collegamenti e altre curiosità tramite WikiLeaks. Un cablogramma
del 2008 rivela come il governo britannico avesse sanzionato tre
islamisti libici membri di un’organizzazione nota come il Gruppo
Combattente Islamico Libico [Libyan Islamic Fighting Group]
(LIFG), un gruppo noto per aver tentato l’assassinio di Gheddafi al
fine di instaurare un regime fondamentalista. Fatto interessante, gli
USA non furono cercati come co-sostenitori per la risoluzione del
Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite in cui si etichettavano i tre
come terroristi.
Di particolare interesse è un uomo, di nome Maftah
Mohamed ElMabruk, un importante membro del LIFG, attualmente una cellula
di Al Qaeda, che in precedenza era stato protetto dai Britannici. I
nomi e le sospette complicità nel terrore presenti in questo documento
sono in forte contrasto con il fatto che tre terroristi libici venissero
successivamente scoperti a fornire armi all’opposizione siriana contro
il regime di Bashar al-Assad. Come si è saputo, il LIFG, che lavorava
per conto dell’islamista libico Abel Hakim Belhadj, era controllato
nientemeno che dal governo britannico di Blair e dal MI6.
E’ stato il LIFG ad essere utilizzato
dal MI6 per compiere svariate operazioni in Libia, compreso il tentativo
di assassinare il Colonnello Gheddafi nel 1996. Le origini del gruppo
sono analoghe a quelle di al-Qaeda in Afghanistan, in quel periodo gli
strateghi politici statunitensi avevano adescato l’URSS ad intervenire
in quel paese, in quella di cui Zbigniew Brzezinski, consigliere
Consigliere per la Sicurezza Nazionale dell’amministrazione Carter si
vantò: “Abbiamo l’opportunità di dare all’URSS la sua guerra del
Vietnam.” Adesso che la politica americana ha chiuso il cerchio, è
cristallino come il popolo americano sia stato completamente ingannato.
Le inutili lotte del passato adesso sono sotto i riflettori. Ancora più
spregevole, è il fatto che l’UE si stia muovendo in modo da restituire
legittimità a questi jihadisti. Questa storia vede un operativo del LIFG
di nome Abdulbasit Abdulrahim, sanzionato dall’ONU e sostenuto dall’UE,
come profugo. Che Abdulrahim fosse un membro del LIFG o no, l’idea che
gli USA dichiarino che qualcuno sia un terrorista e un minuto dopo lo
stesso terrorista venga scagionato dall’UE, dice moltissimo su tutti
i discorsi contro la paranoia per la sicurezza degli stati. Le
amministrazioni Bush e Obama hanno spinto i limiti della credibilità
fino alla stratosfera.
Il rovesciamento di Gheddafi da parte
dell’amministrazione americana, con l’aiuto delle Nazioni Unite, avrà il
suo posto nella storia come l’avvio dello schema di politica estera più
catastrofico della storia. Le prove che emergono adesso possono
portarci a una conclusione. Si consideri il fatto che l’ex capo del
LIFG, Norman Benotman è attualmente il presidente della Quillam
Foundation a Londra, ed il fatto che fosse a Tripoli a lavorare per il
governo britannico nel periodo del decesso di Gheddafi, testimonia il
livello di profondità del gioco malvagio di inganni e sotterfugi a cui
siamo sottoposti. Benotman oggi twitta, [in arabo]
nei suoi prolifici e criptici 140 caratteri che appaiono folli, o
quanto meno squilibrati. Senza scavare nel misterioso passato di questo
personaggio, basta sottolinerre che Qulliam venne messo al suo posto nel
2007 da Ed Husain, Maajid Nawaz e Rashad Zaman Ali, tre ex membri del
gruppo islamista Hizb ut-Tahrir [in inglese].
La società che prende il nome dal controverso William Quilliam [in inglese],
si basa sul concetto di califfato globale, nel cui nome giurare fedeltà
all’Impero Ottomano. Nonostante l’organizzazione di Quilliam
dall’esterno sembri essere un fantoccio controllato dai Britannici da
usare nelle loro operazioni contro l’Islam estremista, alcuni esperti si
domandano se in realtà quest’organizzazione non stia operando con una
“dualità” di scopi. In entrambi i casi, le intenzioni del LIFG sono
state ben servite da Benotman e da altre risorse.
Dalla mia prospettiva
di dissenso nei confronti della propaganda mainstream, la semplice
scoperta che il padre fondatore della Qulliam’s è Maajid Nawaz [ video in inglese],
principale opinionista dell’onnipresente tabloid The Daily Beast, è
sufficiente a classificare l’organizzazione come parte del problema e
non della soluzione al caos mondiale. Legami con Nawaz, la Next Gen Foundation [in inglese]
con cui Quilliam condivide uffici negli USA, e ultimamente con l’ex
Segretario di Stato Hillary Clinton, tutto questo mi sussurra
all’orecchio la parola “doppiogiochista”. Ma questa è solo una mia
illazione. Non inizierò a unire i puntini che conducono a Google [in inglese],
alla Clinton Foundation, e a tutta la linea di supporto di
neo-conservatori che sospingono la Clinton verso la presidenza. Tutto il
nostro sistema diventa sospetto [in inglese], come in effetti deve.
Per finire, questa rivelazione di WikiLeaks [in inglese]
amplifica ulteriormente la doppiezza dell’amministrazione Obama nel
rovesciamento di Gheddafi. Lo staff di Hillary Clinton verificava da
vicino gli effetti che i sequestri bancari di Obama stavano avendo sul
governo di Gheddafi. Adesso che il grande interesse nei miliardi di
Gheddafi da parte di fans della Clinton come Goldman Sachs è venuto alla
luce, ci si dovrebbe fare qualche domanda anche sugli interessi dell’ex
Segretario di Stato. Questi miliardi sono forse stati indirizzati verso
altri affari di interesse dei Clinton?
WikiLeaks è un tesoro nascosto
di prove dell’opportunismo della Clinton, un tesoro che solo
recentemente ha svelato il suo conflitto di interessi quando si tratta
di questioni come la Libia e gli affari delle corporation. Sembra giusto
prevedere che questi leader americani, e le loro controparti a Londra,
possano essere presto messi sotto accusa per qualcosa di più del
semplice utilizzo di server di posta elettronica illegali. Clinton è
apparsa più interessata all’oro di Gheddafi che a una soluzione pacifica
per la Libia. Cito dal suo comunicato del 1 aprile 2011, subito dopo
che il presidente Obama aveva sequestrato i sessanta miliardi di
dollari:
“Il 2 aprile 2011, fonti con accesso a consiglieri di Salt al-Islam Gheddafi hanno affermato in forma strettamente confidenziale che, nonostante il congelamento dei conti bancari esteri della Libia crei dei seri problemi a Muammar Gheddafi, la sua capacità di equipaggiare e mantenere le sue forze armate e la sua intelligence resta intatta. Secondo informazioni riservate a disposizione di queste persone, il governo di Gheddafi possiede 143 tonnellate di oro e un simile quantitativo di argento. A fine marzo 2011 queste riserve sono state spostate a SABHA (sud ovest in direzione del confine libico con Niger e Chad); dopo essere state prelevate dai forzieri della Banca Centrale Libica a Tripoli.”
Gli Stati Uniti d’America stanno
assumendo il ruolo della super-nazione imperialista? Sulla base di
quello che ho imparato negli ultimi tre anni, questo è sempre stato il
nostro ruolo. Esportare la democrazia e la “American Way” un tempo è
stato qualcosa per cui i miei connazionali sarebbero stati felici di
vivere, lavorare, combattere e morire. Purtroppo per le anime dei
coraggiosi sepolti al Cimitero di Arlington, la democrazia non aveva
niente a che fare con gli obiettivi dei nostri comandanti. Gheddafi ci è
stato ritratto, dal Potomac agli studi di Hollywood, come un arcinemico
che i Navy Seal avrebbero dovuto “spegnere”. La Libia era sempre il
cattivo, con i romanzi di Tom Clancy e i blockbuster che mantenevano
focalizzata l’attenzione, cosicché gli Americani avrebbero chiuso un
occhio al momento giusto.
Bene, il momento è arrivato. Il Medio
Oriente è un nido di calabroni che adesso si sta riversando sulle coste
di quelle che un tempo erano nazioni pacifiche e prospere. La Russia è
stata costretta a riarmarsi, la Cina, da apprendista partner della
globalizzazione è tornata ad essere il grande e spaventoso nemico rosso.
In Europa le ragioni della desta vengono nutrite da nuova carne da
cannone, Musulmani che potrebbero prendere il poste degli Ebrei non
appena si metterà in moto il prossimo olocausto.
Che Barack Obama abbia
vinto il Premio Nobel per la Pace è stato uno scherzo, un test per le
élite che hanno assestato un colpo al proprio protettorato – e visto che
non gli abbiamo riso in faccia, adesso sono sicuri – il mondo è maturo
per il raccolto. Sarà di Barack Obama la colpa per la prossima terza
Guerra Mondiale? Lo sarà finché coloro che sono realmente dietro tutto
questo, non verranno consegnati alla giustizia .
Siamo testimoni della caduta, la caduta dell’ideale di libertà.
*****
Articolo di Phil Butler pubblicato da New Eastern Outlook il 06 Settembre 2016
Traduzione in Italiano a cura di Mario B. per SakerItalia.it
[le note in questo formato sono del traduttore]
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