Scriveva il Colonnello Guido Guidi il 10/01/2009 su Climatemonitor: Paul Crutzen,
nobel per la chimica, propone di liberare tonnellate di zolfo in alta
atmosfera per raffreddare la terra. Speriamo abbia chiesto il permesso a
lucifero che ne detiene da sempre il monopolio.
Vi PREGO FERMATELI!
Quel grande freddo dopo l’asteroide
La scomparsa dei dinosauri e gli
altri sconvolgimenti planetari che seguirono al grande impatto avvenuto
alla fine del Cretaceo furono causati, spiega uno studio uscito su
Geophysical Research Letters, anzitutto dal brusco abbassamento della
temperatura, dovuto alla dispersione in atmosfera di aerosol d’acido solforico
di Giuseppina Pulcrano
Un team di ricercatori del Potsdam Institute for Climate Impact Research (PIK) tedesco ha pubblicato su Geophysical Research Letters uno studio che
illustra i risultati di una simulazione sulle possibili ragioni del
cambiamento climatico che portò, a seguito dell’impatto con un asteroide
avvenuto 66 milioni di anni fa, all’estinzione dei dinosauri.
Morte
ovunque, dalle piante alla vita animale, e tutta la filiera alimentare
fortemente compromessa: se fino a qualche tempo fa si pensava che la
principale responsabile potesse essere stata la polvere
prodotta dall’impatto, le nuove simulazioni puntano il dito verso la
dispersione in atmosfera di goccioline di acido solforico, che
potrebbero avere oscurato la luce del Sole per diversi anni rendendo
inospitale, fredda e buia la Terra.
«Il grande freddo conseguente all’impatto con l’asteroide che ha formato il cratere di Chicxulub, in Messico, è un punto di svolta nella storia della Terra», dice Julia Brugger del
PIK, prima autrice dello studio. «Ora possiamo contribuire con nuove
intuizioni a comprendere la causa ultima, peraltro molto dibattuta,
della scomparsa dei dinosauri alla fine del Cretaceo».
La ricerca
utilizza modelli matematici per lo studio del cambiamento climatico che
combinano i dati di atmosfera, mare e ghiaccio marino. Da queste
simulazioni si dimostra che i gas densi di zolfo, evaporati a seguito
del violento impatto con un asteroide sulla superficie del nostro
pianeta, sono stati il fattore principale dell’oscuramento della luce
sole e, dunque, del conseguente raffreddamento della Terra. Non si
trattò di pochi gradi: ai tropici la temperatura media crollò da 27 a 5
gradi.
«Diventò
freddo, voglio dire, davvero freddo», osserva Brugger. I
dinosauri erano abituati a un clima lussureggiante. Dopo l’impatto
dell’asteroide, la temperatura media annuale scese al di sotto del punto
di congelamento per circa 3 anni. «Il raffreddamento a lungo termine,
causato dagli aerosol di solfati è stato determinante per l’estinzione
di massa, assai più della polvere, che rimane nell’atmosfera dopo
l’impatto per un tempo relativamente breve.
Ancora più importante di
eventi locali come il calore estremo provocato dall’impatto, incendi o
tsunami», dice uno dei coautori dello studio, Georg Feulner che
guida il team di ricerca presso PIK. Gli scienziati ritengono che ci
siano voluti circa 30 anni per recuperare le condizioni climatiche
precedenti. Il freddo e il buio non sono stati fenomeni superficiali, ma
hanno colpito l’intero ecosistema.
La circolazione oceanica ne è uscita
sconvolta: le acque superficiali, rese più dense dal raffreddamento,
sono scese in profondità. La conseguente risalita delle acque più
profonde, ricche di nutrimenti, ha innescato la fioritura di nuove
specie di alghe tossiche, che hanno a loro volta inciso sulla catena
alimentare e colpito la vita sulle coste. Gli ecosistemi marini sono
stati gravemente scossi, e questo probabilmente ha contribuito
all’estinzione di alcune specie negli oceani, come le ammoniti.
Insomma,
ciò che è accaduto 66 milioni di anni fa è una buona lezione per
comprendere quanto il clima sia determinante per tutte le forme di vita
sul nostro pianeta. I dinosauri, fino ad allora padroni della Terra,
hanno lascioto spazio ai mammiferi, e infine all’umanità.
Lo studio del
passato della Terra mostra come gli sforzi per studiare future minacce
da asteroidi non siano solo questioni accademiche. «È affascinante
vedere come l’evoluzione sia in parte guidata da una casualità, un
incidente come l’impatto di un asteroide, e le estinzioni di massa
mostrano quanto la vita sulla Terra sia vulnerabile», nota Feulner. «Il
clima è importante per tutte le forme di vita sul nostro pianeta, e per
ironia della sorte oggi siamo minacciati non dal raffreddamento naturale
ma dal riscaldamento globale causato dall’uomo».
Per saperne di più:
- Leggi su Geophysical Research Letters l’articolo “Baby, it’s cold outside: Climate model simulations of the effects of the asteroid impact at the end of the Cretaceous“, di Brugger J., Feulner G. e Petri S.
Aerei che irradino anidride solforosa nell’atmosfera
…David
Keith, docente di fisica applicata, è un sostenitore della cosiddetta
geo-ingegneria, ossia dell’idea di modificare attivamente il clima con
l’intervento umano. Nello specifico, il suo piano consiste
nell’abbassare la temperatura globale irrorando grandi quantità di
anidride solforosa nell’atmosfera, replicando l’effetto che si ottiene
quando avviene una grande eruzione vulcanica.
La
presenza di anidride solforosa — sostanza emessa, tra le altre cose,
durante le eruzioni vulcaniche — permette di bloccare parte dei raggi
solari, con un effetto inverso al cosiddetto “effetto serra”. Lo si è
visto per esempio quando nel 1991 è eruttato il vulcano Pinatubo, nelle
Filippine: le emissioni di anidride solforosa invertirono, per un breve
periodo, il riscaldamento climatico.
Keith
propone dunque di replicare ciclicamente questo effetto, non con
eruzioni vulcaniche ma con aerei che irradino anidride solforosa
nell’atmosfera. Il professore aveva avanzato la tesi nel suo libro A Case for Climate Engineering (MIT Press, 2013).
Ma l’idea è stata rilanciata da Bloomberg BusinessWeek in
occasione del vertice di Parigi. «L’idea è replicare l’effetto-Pinatubo
con una flotta di aerei modificati che irrorino minuscole gocce di
acido solforico nella stratosfera, dove combinandosi con il vapore
acqueo formeranno particelle di solfato capaci di deflettere la luce del
sole dalla Terra», si legge. «Gli scienziati stimano che pochi grammi
di solfato sarebbero in grado di contrastare il riscaldamento causato da
tonnellate di anidride carbonica»
L’obiettivo
è immettere nell’atmosfera un milione di tonnellate di anidride
solforosa ogni anno. Non sarebbe un piano molto costoso, prosegue Bloomberg BusinessWeek.
«Il costo ammonterebbe a forse lo 0,01 per cento del prodotto interno
lordo globale ogni anno. In altre parole, nulla. Il costo per salvare un
intero pianeta sarebbe di poco superiore a quello speso dal governo
Italiano per salvare la sola città di Venezia (6 miliardi di dollari
all’anno)». ARTICOLO INTEGRALE
Nessun commento:
Posta un commento