La Evidence Based Medicine [EBM] viene definita come l’impiego giudizioso della migliore evidenza correntemente disponibile, nel prendere decisioni sulla cura del singolo paziente.
Verrebbe da chiedersi quanto è ancora
necessario per rendersi conto che l’EBM delle vaccinazioni dimostra il
disastro globale causato ai danni di intere generazioni di bambini.
Tuttavia, per quanto prossima alle
aspirazioni di “scientificità” della medicina moderna e divenuta essa
stessa il simbolo e la bandiera della scienza applicata alla medicina,
nemmeno l’EBM risponde alla domanda di “scientificità” per almeno un
paio di motivi:
- l’EBM è anch’essa una generalizzazione non automaticamente applicabile al singolo paziente e necessita dunque SEMPRE del giudizio del medico per poter essere applicata nel miglior modo possibile;
- l’EBM viene volentieri applicata quando va incontro alle esigenze delle multinazionali del farmaco, mentre viene più spesso disattesa se questo non si verifica.
Sia il Journal of American Medical Association [JAMA] che la Cochrane Collaboration
sono concordi sul fatto che l’EBM è ormai una vera e propria strategia
di marketing, e quel poco che ha a che fare con la Medicina ha ben poco a
che vedere con ”scientificità”. Gli studi sono sistematicamente
nascosti quando non forniscono i risultati desiderati, e ciò che è
riportato tende ad essere selettivo. Il risultato è che i pazienti sono
regolarmente trattati in base a ciò che Big Pharma vuole vendere.
JAMA e Cochrane hanno congiuntamente ed
ufficialmente concluso, sia pure tacitamente, che in generale l’EBM non
esiste! Per contrastare tale mancanza, essi suggeriscono modifiche
volontarie in merito a come sono riportati gli studi medici.
JAMA afferma cheCochrane afferma cheOgni giorno, i pazienti ed i loro medici prendono decisioni in merito ai trattamenti con l’accesso a solo una frazione di dati pertinenti dati della ricerca clinica.
La segnalazione selettiva dei risultati della sperimentazione si verifica frequentemente, portando all’eccesso gli effetti benefici degli interventi di assistenza sanitaria mentre le stime dei loro danni sono arrotondate per difetto. Come conseguenza, molti pazienti vengono inconsapevolmente trattati con interventi che hanno poco o nessun effetto, e possono essere danneggiati inutilmente. Questo non è etico ed è stato più volte denunciato come violazione del contratto implicito tra ricercatori sanitari e pazienti, in cui lo scopo della ricerca è quello di migliorare il trattamento di pazienti futuri.
PREPARARSI ALL’AZIONE
Ricordate sempre che il paziente è colui
che risulta sempre al centro di questa brutta storia e, in quanto tale, è
in una posizione di forza.
Anzitutto c’è bisogno di una completa
trasparenza. Oggi la Medicina viene praticata utilizzando farmaci che
sono arrivati sul mercato nel corso di diversi decenni, con il sostegno
di prove raccolte fin dagli anni Settanta, se non prima. Ora sappiamo
che questa intera base di dati è stata sistematicamente distorta
dall’industria farmaceutica, che ha nascosto in modo deliberato e
selettivo i risultati che le erano sgraditi, pubblicando invece quelli
con risultati positivi.
Una vaga ammissione di ciò che sia
accaduto non è niente di più che un debole segnale: è il primissimo
passo di un viaggio per tornare a essere un’industria etica.
Nell’interesse dei pazienti occorre che ogni singolo studio nascosto sia
reso disponibile, subito!
Non si può più in alcun modo praticare la Medicina in sicurezza finché l’industria continua ad occultare questi dati.
Non è più sufficiente che le compagnie
dicano che non nasconderanno dati di nuovi studi cominciando da adesso:
ci occorrono i dati degli studi precedenti, che stanno ancora
trattenendo, in merito ai farmaci che usiamo ogni giorno.
Questo materiale è conservato in enormi
magazzini, su dischi che invecchiano, in enormi portatili del 2002, in
scatole di cartone. Ogni volta che l’industria farmaceutica insiste a
tenercelo nascosto, nuovi pazienti vengono danneggiati: questo è un
crimine in atto, contro l’umanità intera, e sta verificandosi sotto il
naso di tutti noi.
Inoltre, non c’è alternativa sicura alla piena trasparenza!
Condurre altri studi non servirebbe: sono
dispendiosi, di dimensioni ridotte, e quando i loro risultati sono resi
disponibili, vengono combinati con i risultati esistenti di tutti gli
studi condotti in precedenza, per ottenere la risposta più solida, per
eliminare errori casuali e risultati fortuiti. Se facessimo altri studi,
semplicemente li aggiungiamo a una raccolta dati che esiste già, ed è
stata inquinata in partenza.
In effetti c’è solo un modo in cui
potremmo aggirare l’ostacolo costituito dall’industria che continua a
occultare i risultati: dovremmo buttare via tutto, ogni studio che
risalga a prima di questo momento immaginario in cui le compagnie
smettono di nascondere i risultati [momento che, in ogni caso, non è
ancora arrivato], e ricominciare tutto da capo. Questa è un’idea
assurda, ma la sua assurdità è eclissata da quella del comportamento
degli uomini e delle donne che siedono nei loro uffici, in Italia e in
tutto il mondo, sapendo benissimo che le loro compagnie dispongono di
risultati che stanno ancora deliberatamente nascondendo.
La loro scelta di continuare a occultare
tali dati, in questo momento, distorce le decisioni di prescrizione e
danneggia ogni giorno i pazienti. Eppure riescono a dormire tranquilli,
proprio come voi e come noi.
Ma l’esigenza di un’amnistia non è limitata ai dati degli studi.
Che cosa dovremmo fare, per esempio, con gli articoli scritti da scrittori ombra?
I redattori professionisti di testi medici ora ammettono pubblicamente
che questa pratica è comune, e quando gli viene chiesto se non gli
sembra sbagliato pagare degli accademici per mettere i loro nomi negli
articoli, sorridono impacciati e fanno spallucce.
Anche le compagnie farmaceutiche
sono state costrette ad ammettere di averlo fatto, dopo un’infinità di
rivelazioni imbarazzanti dovute a fughe di documenti e di umilianti
vertenze giudiziarie!
Eppure questi sono casi isolati: non
abbiamo la minima idea dell’effettiva dimensione del fenomeno in ogni
area della Medicina e, soprattutto, non sappiamo quali articoli
accademici sono stati corrotti, perché gran parte di questo
comportamento rimane sommerso.
Le industrie ora ammettono di aver
manipolato la letteratura accademica, e riconoscono che tale pratica era
ed è tutt’ora diffusa. Ciò serve solo fino a un certo punto: vorremmo
conoscere l’elenco degli articoli che sono stati truccati. Alcuni
potrebbero richiedere una formale ritrattazione, ma come minimo torniamo
indietro, esaminiamo la letteratura e vediamo quali articoli accademici
sono stati scritti di nascosto da personale pagato dall’industria.
Proviamo a vedere quali erano frutto di
piani di pubblicazione non dichiarati. Come minimo, diteci quali
accademici erano autori “invitati”, che in cambio di un assegno
contribuivano soltanto con il loro nome, la parvenza di indipendenza, e
la reputazione della loro Università. Diteci quanto sono stati pagati,
ma soprattutto diteci i loro nomi, in modo che sappiamo come giudicare
il loro lavoro.
Perché la letteratura medica accademica non è come un semplice quotidiano: gli articoli accademici durano nel tempo.
Molti degli studi composti da scrittori ombra,
fra cinque, dieci o venti anni, saranno ancora considerati canonici,
saranno completamente citati, e il loro contenuto servirà ancora a
guidare la pratica medica. Questo è il modo in cui funziona la medicina
basata sulle prove [EBM], e così dovrebbe funzionare: ci basiamo sulla
ricerca che è stata pubblicata per scrivere manuali e prendere
decisioni. Non basta dire che non ricorrerete in futuro a pratiche
disoneste di scrittura-ombra: abbiamo tutti bisogno di sapere quali
articoli avete manipolato nel passato, per impedire che le vostre azioni
causino ulteriore danno. Anche i pazienti meritano di saperlo!
Quindi, dovendo dare un senso al caos in
cui l’industria farmaceutica, e la nostra professione, hanno trasformato
la letteratura accademica, abbiamo bisogno di un’amnistia: ci occorre
una piena ed esplicita dichiarazione di tutte le distorsioni in termini
di dati mancanti, di scrittura-ombra e di ogni altra attività descritta
fino ad oggi, per prevenire il danno che ancora stanno causando. Qui non
ci sono alternative, e non si può più onorevolmente eludere la
questione.
Ma guardando avanti, su un piano diverso,
dobbiamo accertarci che queste pratiche non si ripeteranno. In primo
luogo dobbiamo impedire che vengano condotti studi mal progettati.
Dobbiamo accertarci che tutti gli studi diano conto dei loro risultati
entro un anno al più tardi; dobbiamo verificare l’ottemperanza a questa
norma; servono sanzioni estremamente dure per le compagnie che
trasgrediscono; e occorre che i Medici e gli accademici che collaborano a
occultare i dati degli studi siano tenuti personalmente responsabili, e
radiati senza alcuna possibilità di appello!
Quanto alla divulgazione delle prove,
dobbiamo assicurarci che avvenga con la massima precisione, in modo che
Medici, pazienti/clienti e commissari dei servizi sanitari abbiano
facile accesso a sintesi non alterate dell’informazione. E’ chiaro dalle
prove presentate fino ad oggi, anche da noi, che l’industria
farmaceutica nel comunicare i dati fa opera di distorsione [anche se
sarebbe assurdo sorprendersene], che ciò avviene tramite la pubblicità, i
rappresentati farmaceutici, gli scrittori ombra, l’occultamento dei
dati, la corruzione delle persone, ed anche attraverso la gestione di
programmi di aggiornamento per i Medici [ECM].
Crediamo ci siano molte cose da mettere a posto!
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