Gli scienziati dell’Università di Standford hanno osservato la composizione del melograno per inserire delle nanoparticelle di silicio in una struttura di carbonio, “anodi di silicio in batterie più piccole, leggere e più potenti per prodotti come cellulari, tablet e auto elettriche”, spiega il professore associato Yi Cui.
Nei primi test, queste nuove batterie hanno dimostrato una capacità pari al 97% anche dopo 1000 cicli di ricarica. In base ai calcoli, queste batterie durerebbero circa tre anni, a dispetto di quelle già presenti sul mercato, soprattutto se parliamo di smartphone, che durano molto meno.
Nelle comuni batterie, l’anodo Li-Ion è fatto di grafite, ma già da tempo si cerca di sostituirlo con il silicio per sfruttare le sue capacità, che risulterebbero cosi da 2.000 a 20.000 mAh. Unico difetto: il silicio con il tempo tende a degradarsi, comportando una potenzialità di ricarica inferiore.
Per circa otto anni il professor Cui e il suo team hanno lavorato per creare delle nanoparticelle o nanofili talmente minuscoli da non essere in grado di danneggiarsi. Le nanoparticelle nanoparticella sono poi racchiuse in gusci di carbonio che le proteggono da rischi durante la carica della batteria.
La
buccia di riso potrebbe essere un buon candidato per prelevare il
silicio, la sostanza organica è infatti composta dal 20% di diossido di
silicio.
Info su: http://www.stanford.edu/group/cui_group/
http://www.globochannel.com/2014/02/18/creata-la-batteria-al-melograno-che-dura-tre-anni-e-6000-caricamenti/
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