Tutto parte da una serie di e-mail che un hacker avrebbe intercettato e rese pubbliche on-line, secondo la nuova moda resa celebre da Wikileaks. Si tratta dello scambio di comunicazioni fra un ex-ufficiale americano, il col. Anthony J. MacDonald, da pochissime settimane ritiratosi dal servizio attivo, ed un funzionario civile del Ministero della Difesa statunitense.
Proprio nelle ore immediatamente successive al tragico affaire che in Siria ha portato alla morte di molti civili innocenti, il funzionario Usa, Eugene Furst, il 22 agosto scorso si congratula con il colonnello del suo "più recente successo", allegando per l'appunto il link all'articolo del Washington Post del 21 agosto che dà notizia appunto del terribile episodio che rischia oggi di provocare una nuova guerra in Medio Oriente.
Un'altro scambio di e-mail, forse ancora più inquietante, è poi quello tra la moglie del colonnello Usa, Jennifer, ed un'amica, Mary Shapiro, alla cui preoccupazione per quanto accaduto in Siria, la sig.ra MacDonald risponde così:
"Ciao Mary, ho visto e mi sono spaventata molto. Ma Tony mi ha rassicurato. Mi ha detto che i ragazzi non sono stati colpiti, è stato fatto per le telecamere. Quindi non ti preoccupare, mia cara".
Il
colonnello MacDonald è un ufficiale americano con una vasta esperienza
operativa nel settore dell'intelligence militare, come si ricava dai
brani del suo curriculum militare pubblicati in rete, avendo operato fra
l'altro in Iraq con compiti di human intelligence, lo spionaggio
classico, anche presso la base di Abu Graib, relazionandosi anche con
servizi stranieri e supportando, sempre per compiti di intelligence,
come vice-comandante di brigata, il comando del V Corpo americano,
operativo sia nella guerra contro Saddam Hussein del 2003 che
nell'occupazione successiva del paese mediorientale, nonché nel
conflitto afghano, dal 2012 fino allo scorso giugno 2013. Poche
settimane dopo, lo scorso luglio, MacDonald si sarebbe dimesso, per
essere poi assunto nel giro di pochi giorni dalla TechWise, una società
di contractors, costituita nel 1994 da Shawnee Huckstep, dalla quale
sarebbe stato reclutato con compiti di consulente per l'addestramento,
specializzato ovviamente nel settore dell'intelligence, nell'ambito di
un progetto di addestramento per un "cliente militare" collocato negli
Emirati Arabi Uniti, progetto approvato dal governo americano
nell'ambito della sua politica mediorientale: si tratta, con ogni
probabilità, dell'addestramento che gli Usa stanno fornendo al Consiglio
di Cooperazione del Golfo, una mini-Nato che riunisce i regimi
conservatori arabi di orientamento sunnita del Golfo Persico, che gli
Stati Uniti armano da anni in funzione anti-iraniana. Il Consiglio di
Cooperazione del Golfo, infatti, viene indicato nel sito della TechWise
come uno delle sue principali referenze, vale a dire come un primario
cliente della società.Tutto questo sarebbe quindi parte di un
contesto che merita approfondire: vi è infatti nella e-mail di Eugene
Furst al col. MacDonald un riferimento che difficilmente potrebbe essere
stato fabbricato ad hoc. Il funzionario scrive:
"Dobbiamo lavorare sia con il teatro per le sue esigenze sia con l'organizzazione che detiene il contratto per garantire di non avere né troppo pochi né troppi contractors".
Seguono le indicazioni, apparentemente criptiche:
"CITP - Rock Island Contract
CIAT - DIA Contract".
Proviamo
a cercare di capire di cosa stanno parlando qui i due personaggi, in
modo da poter collocare nel suo contesto i "complimenti" per il
"successo" che il col. MacDonald avrebbe ottenuto il 21 agosto scorso in
Siria in una non meglio precisata operazione.
Come ormai è ben noto, gli Usa da decenni utilizzano contractors (vale a dire personale esterno a contratto) per svolgere una serie di attività militari che vanno dal supporto logistico fino all'impiego in combattimento, al punto che questo settore è da tempo divenuto un business molto redditivo per una serie di aziende, in genere fondate da ex-militari, che acquisiscono contratti milionari, reclutando personale sia di nazionalità americana che estera.
I dati forniti ad aprile 2013 dal solo U.S. Centcom, il comando operativo statunitense responsabile per il teatro mediorientale, indicano un totale di oltre 133.000 contractors, dei quali oltre 107.000 impiegati in Afghanistan, 7.900 in Iraq e oltre 17.000 in non meglio specificate "altre collocazioni": sul totale, ben 42.000 sono cittadini Usa.
Fatta questa premessa, si comprendono facilmente i riferimenti citati: infatti il Rock Island Contract è lo Army Contracting Command di Rock Island (ACC-RI), che, come spiega il suo sito web, dispone di 550 dipendenti che gestiscono oltre 80 miliardi di contratti della difesa Usa, pari all'11% dei compiti annuali dell'esercito americano. Fra le attività cui sono destinati questi veri e propri "mercenari" del governo Usa, troviamo: "Enterprise Contracting (Ammunition, Chemical Demilitarization, Installations, and Information Technology); Field Support Contracting (Logistics Civil Augmentation Program (LOGCAP), Army Prepositioned Stocks (APS), Global Reachback Contracting, the Enhanced Army Global Logistics Enterprise Program (EAGLE), and Sustainment) and Contract Operations (Business Operations, Contracting Support, and Contract Pricing)".
La sigla CITP sta poi per Counter Insurgency Targeting Programme: si tratta di una delle componenti fondamentali dei programmi di contro-insurrezione, come vengono chiamate da anni le operazioni che gli Usa e le altre forze internazionali svolgono in Afghanistan per contrastare la guerriglia di quelle forze irregolari islamiste genericamente conosciute in Occidente come "talebani". Così un'altra società di contractors spiega cosa fanno gli esperti di CITP: "gli analisti CITP conducono ricerche e analisi, raccolgono, valutano, addestrano e integrano ogni tipo di fonte di intelligence, concentrandosi su aree riferibili alle priorità nazionali e di teatro statunitensi: analisi e individuazione di reti di contro-insurrezione, individuazione di IED (ordigni esplosivi improvvisati) e attacchi alle reti (Attack the Network, AtN)". Infine, l'altra sigla, CIAT, sta per "Counter Insurgency/IED Analytical Team", vale a dire un'altra branca delle stesse attività di contro-insurrezione, messe a contratto in questo caso dal servizio di spionaggio militare Usa, appunto la Defense Intelligence Agency (DIA).
Sembra quindi del tutto plausibile che il funzionario del ministero della difesa Usa discuta con il col. MacDonald della situazione dei contractors assegnati allo US CentCom per le specifiche attività legate in particolare all'intelligence nell'ambito delle operazioni di contro-insurrezione: in entrambe i casi sono infatti attività del tutto coerenti con il curriculum militare del col. MacDonald, quale esperto di spionaggio militare, da parecchi anni operanti nel contesto mediorientale.
Si tratta ora di capire se, tra le attività che questo tipo di specialisti stanno svolgendo in Medio Oriente per conto del governo Usa, anche se formalmente con contratti presso agenzie private, non ci siano anche attività di destabilizzazione dei paesi considerati nemici, come nel caso della Siria. Un'ipotesi che abbiamo spesso avanzato nelle pagine di clarissa.it e che sarebbe ora davvero confermata nella maniera più drammatica, se queste e-mail si dimostrassero autentiche.
L'insolita durezza con cui il governo russo, questa volta, ha duramente stigmatizzato le informazioni fornite dal ministro della difesa Usa John Kerry ("mente sapendo di mentire") avrebbe dovuto far riflettere quei governi, tra cui quello italiano, che sono servilmente corsi a sottoscrivere un documento di sostegno agli Usa contro l'uso di armi chimiche da parte del regime siriano.
Ancora una volta, come nel caso dell'11 settembre 2011 e dell'attacco all'Iraq è quindi del tutto legittimo il sospetto che la verità che viene raccontata all'opinione pubblica mondiale dai mass-media sia stata anche questa volta spregiudicatamente fabbricata e manipolata: basare su questa non-verità l'ennesimo impiego della forza in Medio Oriente contro un paese arabo come la Siria, laico multiconfessionale e multietnico, sarebbe veramente un ennesimo errore, di incalcolabile portata per l'Occidente.
DI ALFATAU
Fonte: www.clarissa.it
Link: http://www.clarissa.it/editoriale_n1909/Chi-ha-utilizzato-armi-chimiche-in-Siria-Una-possibile-inquietante-altra-verita
http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=12299
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