I militanti raccontano ai giornalisti
di AP che hanno gestito malamente le armi chimiche fornite dall'Arabia
Saudita, causando incidenti
"Dalle numerose interviste con medici, residenti di Ghouta,
combattenti ribelli e le loro famiglie .... molti credono che certi
ribelli hanno ricevuto armi chimiche tramite il capo dell'intelligence
saudita, il principe Bandar bin Sultan, e sono stati responsabili per
l'esecuzione dell'attacco con gas (mortale)," scrive Gavlak.
I ribelli hanno detto a Gavlak che essi non sono stati adeguatamente
formati su come gestire le armi chimiche e persino su cosa fosse stato
loro consegnato. Sembra che le armi inizialmente dovessero essere consegnate ad Al Qaeda mediante la propaggine Jabhat al-Nusra.
"Eravamo molto curiosi di queste armi. E purtroppo, alcuni dei
combattenti hanno gestito le armi in modo improprio e si è scatenata
un'esplosioni per errore." riferisce un militante di nome 'J' , sempre secondo il giornalista Gavlak.
Le sue affermazioni sono condivise da un altro combattente femmina di nome 'K', che ha detto a Gavlak, "Loro
non ci hanno detto quello che queste armi erano o come usarle. Non
sapevamo che erano le armi chimiche. Non avremmo mai immaginato che
erano armi chimiche. "
Abu Abdel-Moneim, il padre di un ribelle dell'opposizione, ha anche detto a Gavlak, "Mio
figlio è venuto da me due settimane fa per chiedere che cosa pensassi
delle armi che gli erano state consegnate per portarle ad altri
combattenti", descrivendole come un'arma con "un tubo come struttura", mentre altri erano come una "bottiglia di gas enorme." Il padre chiama il militante saudita che ha fornito le armi con il nome di Abu Ayesha.
Secondo Abdel-Moneim, le armi sono esplose all'interno di un tunnel, uccidendo 12 ribelli.
"Più di una dozzina di ribelli intervistati hanno riferito che i loro stipendi venivano dal governo saudita", scrive Gavlak.
Se accurata, questa storia potrebbe far deragliare completamente la
corsa degli Stati Uniti ad attaccare la Siria. I motivi fondanti sono
quelli che l'occidente propaganda da tempo giustificando l'intervento
come una rispsota all'attacco di Assad con armi chimiche. La
credibilità di Dale Gavlak è molto impressionante. E' stato
corrispondente dal Medio Oriente per l'Associated Press per due decenni e ha lavorato anche per la National Public Radio (NPR).
Il presunto ruolo dell'Arabia Saudita nel rifornire i ribelli è
continuato in maniera costante ad ogni turno, persino con armi chimiche.
Non è una sorpresa, questa notizia, dato le rivelazioni all'inizio di
questa settimana in cui si riferiva che i sauditi hanno minacciato la
Russia con attacchi terroristici alle Olimpiadi invernali del prossimo
anno a Sochi a meno che non abbandonassero il supporto per il presidente
siriano.
"Posso darvi una garanzia per proteggere le Olimpiadi invernali del
prossimo anno. I gruppi ceceni che minacciano la sicurezza dei giochi
sono controllati da noi" avrebbe detto il principe Bandar a Vladimir Putin,secondo i rapporti del Telegraph.
L'amministrazione Obama sta per presentare le sue conclusioni
dell'intelligence oggi nel tentativo di dimostrato che le forze di Assad
erano dietro l'attacco della scorsa settimana, nonostante i funzionari
americani ammettevano al New York Times che non vi è alcuna "pistola fumante" che collega direttamente il presidente Assad all'attacco.
Funzionari dei servizi segreti degli Stati Uniti inoltre hanno detto all'Associated Press che per l'intelligence dimostrare la colpevolezza di Assad non è per nulla semplice.
Come abbiamo riportato all'inizio di questa settimana, l'intercettazione
che ha rivelato che il Ministero della Difesa siriano stava facendo una
telefonata nel "panico" alle forza armate di Assad chiedendo
chiarimenti sull'attacco chimico, suggerisce che non è stato certamente
ordinato dalle forze di Assad.
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