Come l’artico doveva/dovrebbe essere tra il 213 e il 2020, secondo i serristi
I serristi fanno bene a preoccuparsi
Documenti trapelati e visionati dalla Associated Press hanno rivelato le profonde preoccupazioni tra i politici per l’assenza di riscaldamento globale nel corso degli ultimi anni. La Germania ha chiesto che i riferimenti al rallentamento della fase di riscaldamento siano cancellati, sostenendo che un arco di tempo di soli 10 o 15 anni è ‘ingannevole’ e ci si dovrebbe concentrare su decenni o secoli [In questo caso, per coerenza, non si potrebbe neppure ancora parlare di riscaldamento globale – due pesi, due misure].
L’Ungheria è
preoccupata che la relazione del Gruppo intergovernativo di esperti
delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico potrebbe fornire munizioni
per i negazionisti del cambiamento climatico di origine antropica [Ci puoi contare, e il governo ungherese ha la credibilità di una vongola ubriaca].
Il Belgio contesta
l’uso del 1998 come anno di partenza per le statistiche, dato che è
stato eccezionalmente caldo e suggerisce di utilizzare 1999 o il 2000,
per ottenere una curva più rivolta verso l’alto [Non va bene il
picco di caldo, ma va bene il picco di freddo immediatamente successivo,
se serve a far impennare le curve – è scienza, questa? Oppure è una
frode?]
La delegazione degli Stati Uniti
ha sollecitato gli autori del rapporto a dar conto della mancanza di
riscaldamento utilizzando l’ipotesi principale, quella secondo cui il
riscaldamento è in calo perché più calore viene assorbito dagli oceani,
che si sono riscaldati [Perché solo ora? Perché il caldo, che per
natura tende verso l’alto, se ne resta in basso per 15-17 anni? Perché
solo a certe profondità? Perché l'oceano antartico continua a
raffreddarsi? Perché il calore "rapito" dovrebbe rispuntar fuori in
futuro?]
Ognuno è libero di sparare le fesserie
che crede, ma se lo fa argomentando o, peggio, vaneggiando di
meteorologia, glaciologia e climatologia e sventola al contempo il suo
dottorato (pure in corso d’opera), i suoi vaneggiamenti diventano una
carta d’identità. Prevedere lo scioglimento completo del ghiaccio marino
artico a marzo e ritrovarsi con un 60% in più dell’anno prima in
settembre non mi sembra dia grosse garanzie di affidabilità, né tecnica,
né deontologica. In pratica si dichiara apertamente di non sapere di
cosa si parla nella migliore delle ipotesi. Nella peggiore invece lo si
sa, e, straparlando, si prende apertamente per i fondelli chi legge. E
le anime belle del Sierra club si spellano le mani a furia di applausi,
smettendo solo ogni tanto per stracciarsi le vesti per il disastro che
ci attende. Questi sono gli scienziati del clima del futuro. Questo,
infine, è il livello di conoscenza scientifica dell’argomento di quanti,
secondo chi da le patenti di climatologo, sarebbero titolati a parlare. Auguri.
Guido Guidi sull’assurda previsione che l’artico sarebbe restato privo di ghiaccio nel 2013
POLLINO ALLA RIBALTA – Abbiamo già avuto modo d’evidenziare la notizia del nevaio ad inizio settembre, che ha certamente destato non poco scalpore, dato che stiamo parlando del cuore dell’Appennino Meridionale, fra la Lucania e la Calabria:
questo residuo di neve continua ancora a resistere nonostante vada
avanti l’inevitabile fusione. Le due nuove immagini che seguono mostrano
quella che era la situazione di qualche giorno fa, per l’esattezza il
14 settembre 2013. Il nevaio sembra avere ancora una buona riserva per
rimanere vivo a lungo, anche se molto dipenderà dalle condizioni
meteorologiche dei prossimi giorni e settimane. Al momento è
ancora troppo prematuro stabilire se il nevaio riuscirà addirittura a
resistere fino a quelle che saranno le prime nevicate stagionali, attese
nella seconda parte dell’autunno.
EVENTO STORICO – Mai era
accaduto in tempi recenti che questo nevaio, monitorato da diversi
anni, superasse praticamente indenne tutta la stagione estiva: a
contribuire a questo straordinario evento sono state certamente le
nevicate molto abbondanti in quota nel periodo fra gli scorsi inverno e
primavera, tanto da accumulare un ingentissimo quantitativo di
neve all’interno di questa dolina posta sul versante sud del massiccio
montuoso a 2200 metri di quota: il tutto si trova incastonato
su un terreno dalla particolare conformazione topografica favorevole al
mantenimento del nevaio, nonostante l’esposizione a sud. All’inizio dell’estate infatti il nevaio aveva addirittura ben 10 metri di spessore, che gli hanno consentito di resistere per tutta la stagione estiva senza fondersi del tutto. Attualmente lo spessore del nevaio è di circa 1 metro o poco meno.
oceano antartico: in verde le previsioni dei modelli serristi. In rosso la realtà
Meteorologi di tutto il mondo prevedono un altro inverno molto freddo in Europa, sarebbe il 6° di fila!
Clima: il global warming è molto più lento del previsto, calcoli dell’IPCC completamente sballati
Vanno a studiare gli effetti del global warming, rimangono bloccati per gelo e ghiaccio da record!
Chi
vi dice che l’exploit dell’artico di quest’anno è di importanza
relativa è un fesso o cerca di ingannarvi: ha battuto tutti gli ultimi 4
anni, non solo il miserrimo 2012
“Ultimamente si è molto sentito parlare di estremi termici, e di raffreddamento globale. I dati delle temperature globali, come HadCrut 4, mostrano che il riscaldamento è svanito di colpo.
Analizzando i dati dell’ultima decade,
una cosa è chiara: le temperature globali hanno mostrato numerosi
segnali di raffreddamento più che riscaldamento.
Ne stiamo già percependo gli effetti. I dati HadCrut
mostrano che il raffreddamento sta guadagnando terreno, mentre il
riscaldamento è ormai iscritto nei libri di storia, deceduto ormai circa
15 anni fa.
Ci sono moltissimi segni che il pianeta si sta raffreddando:
- - L’Artico ha guadagnato terreno: 60% in più di estensione dei ghiacciai, il valore più alto dal 2006;
- - L’Europa Centrale ha vissuto ben cinque inverni più freddi rispetto alla norma, un record, e le previsioni per l’inverno alle porte lo qualificano già come il sesto di fila;
- - I dati dell’Express britannico riportano che la Terra si sta raffreddando e lo rimarca il Daily Mail, in un articolo dettagliato ed avvalorato da fonti autorevoli;
- - Il Telegraph britannico ha riportato recentemente un trend di raffreddamento, citando lo scienziato climatico prof. Anastasios Tsonis della University of Wisconsin: “Stiamo già vivendo un trend freddo, che credo continuerà almeno per i prossimi 15 anni. Non c’è dubbio che il riscaldamento degli anni ’80 e ’90 si sia fermato.”
- - Infine, i dati CET (Central England Temperature) del Met Office britannico: “Le temperature annuali complessive mostrano una diminuzione di quasi un grado Celsius negli ultimi 13 anni.”
Luca Mercalli (LM) contro un glacialista
(Attività Solare – AS)
Domanda: E’ vero che il clima italiano si sta tropicalizzando?
Risposta L.M.: “Tropicalizzare è un
termine poco adatto, fa schiamazzo mediatico ma non è adeguato
scientificamente. Il clima terreste si sta riscaldando, moderatamente ai
tropici, molto velocemente soprattutto sul Mar Glaciale Artico. Questo
comporta che in media tutte le stagioni diventano ovunque più calde (in Italia il CNR-ISAC di Bologna ha valutato in circa 1,5 C
l’aumento termico nel corso degli ultimi due secoli), e che le ondate di
calore anomale si fanno più frequenti e prolungate (come nel caso
eccezionale del 2003). I ghiacciai alpini, che arretrano in modo
accelerato negli ultimi trent’anni e le acque del Mediterraneo che si
riscaldano ospitando specie ittiche aliene, sono due indicatori italici
di una tendenza globale. Tuttavia esistono fluttuazioni locali, il
fenomeno non si giudica su una sola stagione un po’ più fresca o più
calda del solito o in un solo luogo, ma va osservato sul lungo periodo e
a livello planetario. Non per niente si chiama ‘riscaldamento
globale’!”.
Risposta A.S.: “Assolutamente no. Il mar
Mediterraneo è un mare chiuso, con un limitatissimo scambio di acqua con
gli oceani. Il risultato è una nota tendenza al riscaldamento
all’aumento della salinità. L’eccessivo sfruttamento dovuto alla pesca
perpetrato sia dalle nazioni che vi si affacciano, ma anche da altre
nazioni europee e di varie parti del mondo, ha portato ad una riduzione
del pesce autoctono favorendo l’arrivo e la proliferazione di pesce e
molluschi che prima non trovavano il loro spazio vitale (vedi meduse).
L’Italia è comunque una nazione per 3/4 immersa in questo mare, pertanto
risente fortemente degli influssi “caldi” che vi si generano. Il clima
terrestre si sta raffreddando già dal 1998 e in futuro diventerà
inevitabilmente sempre più freddo. Ovunque, anche in Italia. Di esempi
ne abbiamo tanti… come il Polo Nord, nel quale quest’anno c’è stata una
chiara inversione di tendenza con un recupero dei ghiacci marini da
record. Oppure il Sud America, dove ci sono state abbondanti nevicate. Oppure
ancora gli stati del Sud degli USA, dove vi è una TOTALE assenza di
Uragani… fatto dovuto alla limitata quantità di calore disponibile nel
Golfo del Messico“.
Domanda: Quali riflessi ha sulla natura e su di noi?
Risposta L.M.: “La temperatura terrestre è
attualmente la più calda che si conosca da circa 5000 anni, dato
ottenuto dalla ricostruzione dei paleoclimi attraverso resti fossili e
dati geochimici e glaciologici. Secondo gli scenari dei modelli
matematici di simulazione dell’atmosfera, verso la fine di questo secolo
si attende un ulteriore aumento tra 3 e 5 gradi, a seconda dei
provvedimenti più o meno efficaci che la società globale vorrà
assumersi. Quindi le conseguenze saranno comunque importanti, sia per
l’ecosistema (migrazione/estinzione di specie vegetali e animali,
maggior rischio di incendi forestali), sia per l’uomo (influenza sulla
produzione alimentare, sulla salute per diffusione di malattie da
insetti vettori da clima caldo, stress termico su popolazione anziana,
danni da fenomeni estremi come tornado, uragani e piogge alluvionali,
aumento del livello dei mari per la fusione dei ghiacci e pericolo per
le città costiere)”.
Risposta A.S.: “La temperatura del
pianeta segue un andamento ciclico ben preciso… dettato in primo luogo
dall’attività solare e in secondo luogo dalla geometria dell’orbita
terrestre intorno al Sole. Attualmente il trend è discendente. Dal 1998
al 2006 circa la temperatura si è mantenuta più o meno costante. Poi è
iniziata la discesa. Prima lenta… poi via via più veloce. Rispetto al
1888 la temperatura risulta di 1°C circa più alto, ma rispetto al 1998
siamo scesi di 0.2°C circa… per lo più negli ultimi 3 anni. Gli studi
paleoclimatici dimostrano che la temperatura media del pianeta non è mai
salita oltre un “record” precedente. Da alcuni milioni di anni fa in
poi, quando la temperatura media era superiore ai 30°C, la temperatura è
scesa. E lo fa con cicli ben preci. Quelli caldi durano mediamente
12500 anni circa, quelli freddi circa 120.000. Tra un ciclo e l’altro
c’è un periodo di transizione durante i quali le temperature oscillano
violentemente e durante i quali si verificano anche molte delle
estinzioni di massa. Tali periodi durano comunque 10.000 anni.
Le variazioni di temperatura media comportano comunque ripercussioni importanti sulla società umana.
Le variazioni di temperatura media comportano comunque ripercussioni importanti sulla società umana.
Una diminuzione della temperatura
comporta un aumento del consumo di energia, sia elettrica che termica
(Petrolio e gas naturale). Ma anche e soprattutto una forte riduzione
della capacità produttiva agricola. Gli ultimi 2 anni sono stati
segnati da evidenti problemi al comparto agricolo…. prima per le
abbondanti nevicate (2012) e poi per la ridotta durata della stagione
“calda” (2013) che ha ritardato numerosi raccolti e impedito la
maturazione di altri“.
Domanda: E’ vero che c’è un tappo di C02 che non permette il passaggio dell’aria e a cosa sarebbe dovuto?
Risposta L.M.: “Non si tratta di
passaggio di aria né di tappi! L’anidride carbonica (CO2) è un gas
presente in atmosfera in piccola quantità che ha tuttavia la
caratteristica di assorbire e trattenere una parte del calore terrestre
ricevuto da sole. E’ dunque un regolatore della temperatura del pianeta,
più che un tappo immaginiamola come una invisibile coperta chimica. Se
ce n’è poca fa freddo e subentrano le glaciazioni, se ce n’è molta fa
via via più caldo. Due secoli fa, all’inizio della rivoluzione
industriale, avevamo in atmosfera 280 parti per milione di CO2, oggi,
per via della combustione di carbone, petrolio e gas, siamo a 400 ppm,
il valore più elevato da ben 3 milioni di anni. In quelle condizioni
remote tanto simili a oggi le analisi sedimentologiche ci rivelano che
la Terra era più calda di almeno 3 gradi e il livello oceanico di almeno
20 metri più elevato, a causa della parziale fusione delle calotte
glaciali polari. Ma allora Homo sapiens non c’era ancora, quindi andiamo
incontro a condizioni del tutto inedite per la nostra specie!”.
Risposta A.S.: “Nessun tappo. La CO2 è
uno dei gas serra presenti in atmosfera e rappresenta lo 0.05% di essi
(1% dell’atmosfera). La capacità di produrre l’effetto serra non è mai
stato scientificamente dimostrato. Tuttavia, il 99% dei gas serra è
costituito dal Vapore Acqueo, che ha un potere di effetto serra molto
maggiore rispetto a quello attribuito alla CO2. E bisogna sottolineare
il fatto che di quello 0.05%, solo una piccola parte è di origine
antropogenica. Purtroppo però il mondo è dominato dal Dio Denaro… e non
potendo tassare il Vapore Acqueo, è stato “deciso” di tassare la CO2 e
far credere che l’essere umano è talmente bravo e potente da modificare
con poche molecole per tonnellata d’aria, la temperatura di un intero
pianeta. Ovviamente non è così. Dietro la pagliacciata del
Riscaldamento Globale Antropogenico c’è solo un grandissimo business…
che sta provocando una riduzione della CULTURA e delle CAPACITÀ
INTELLETTUALI allucinante.
Ad ogni modo, la scienza ha dimostrato
ampiamente che l’andamento della percentuale di CO2 presente in
atmosfera SEGUE, con un certo ritardo, quello della Temperatura media
del pianeta. Questo meccanismo è regolato in modo preciso dalla
temperatura degli oceani. Temperatura che sta diminuendo (questa però va
vista alle diverse profondità, avendo il calore la tendenza a salire
verso la superficie)”.
Domanda: Nel 2014 si prevede una glaciazione: cosa significa?
Risposta L.M.: “Nel 2014 non ci sono
evidenze scientifiche di alcuna glaciazione, anzi, il trend di
riscaldamento, sia pure con fluttuazioni interannuali, è destinato a
continuare e a intensificarsi nei decenni futuri. La teoria della
glaciazione imminente a causa di una presunta diminuzione dell’attività
solare, è stata avanzata da un astrofisico russo ma non è stata
riconosciuta dalle migliaia di scienziati che si occupano della
ricostruzione del clima passato e della simulazione di quello futuro. Le
fluttuazioni dell’attività solare ormai pesano poco rispetto al
preponderante contributo dell’aumento della concentrazione di CO2. Sono
tuttavia notizie che piacciono, perché ‘rassicurano’ un po’ come quando
tra due medici che affermano l’uno che il fumo fa venire il cancro,
l’altro che vi mantiene giovani e gagliardi, ovviamente la maggioranza è
incline a credere al secondo e a etichettare il primo come Cassandra.
Ma se si vogliono risolvere i problemi è bene invece non crearsi falsi
alibi, e affrontarli una volta per tutte. Gli studi sul riscaldamento
globale vanno ormai avanti da oltre un secolo e sono stati ampiamente
confermati dai fatti, quindi basta perdere tempo, è ora di agire”.
Risposta A.S.: “Se sarà o meno una
Glaciazione o una Piccola Era Glaciale, solo i posteri potranno dirlo.
La tendenza è certamente al raffreddamento… Un
raffreddamento iniziato dal 1998 circa e che continuerà sicuramente per
alcuni decenni. Molto dipenderà dal ciclo solare 25. Se riuscirà ad
essere FORTE (simile ai cicli 19, 21, 22 o 23), allora le temperature
ricominceranno a salire tra una decina di anni circa. Se sarà debole
come l’attuale 24, la tendenza sarà ad un lento raffreddamento per
almeno altri 22-25 anni. Se il ciclo solare 25 dovesse risultare (come
si evince da alcuni modelli matematici) ancora più debole rispetto
all’attuale 24, allora bisognerà attendere 3 o 4 decenni almeno per
sapere quale sarà l’andamento della temperatura. Ad ogni modo, nel 2014
si inizieranno a percepire gli effetti sul clima causati dal debole
ciclo 24. Effetti che stiamo già iniziando ad intravedere“.
https://www.facebook.com/pages/Attivit%C3%A0-solare-Solar-Activity-/100364603439625?fref=ts
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N.B. è
più probabile che il ciclo 25 sarà insignificante, come hanno previsto
gli stessi astrofisici che avevano previsto un ciclo 24 decisamente
molto sotto tono. E allora ciao ciao Gore e ciao ciao Mercalli.
Credibiltà azzerata.
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