venerdì 6 settembre 2013

Quando il sarin intossica l’informazione

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© Collage: «La Voce della Russia»

L’escalation delle tensioni intorno alla Siria si basa sulla disinformazione e sul travisamento preordinato dei fatti. Questa l’accusa che il ministero degli esteri della Russia rivolge agli Stati Uniti e ai loro alleati. Questo sporco gioco mediatico e’ diretto anche contro la Russia, la cui politica e la storia dei rapporti con la Siria vengono stravolti. 


A fianco di questa dura critica il ministero degli esteri sottolinea che i fatti presentati dai sostenitori dell’opzione militare in Siria, non corrispondono alla realta’. Il che, nel linguaggio diplomatico, sta a significare: si tratta di una menzogna. Con questi metodi viene preparato il terreno per l’intervento.
Nello stesso tempo vengono ignorati i risultati dell’analisi dei campioni raccolti dagli esperti russi ad Aleppo, sul luogo del presunto attacco chimico del 19 marzo in cui sono morte 26 persone, fra cui numerosi soldati siriani.

Dice Aleksandr Lukascevic, portavoce ufficiale del ministero degli esteri:
I risultati dell’analisi dei campioni effettuata, su richiesta delle autorita’ siriane, dal laboratorio russo autorizzato dall’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche, il 9 luglio erano stati consegnati al segretario generale delle Nazioni Unite, a cui si erano rivolte le autorita’ siriane per un’inchiesta indipendente.
Gli esperti russi hanno scoperto che il gas sarin usato non era stato prodotto in modo industriale. Rudimentale era anche l’ordigno, molto simile a quelli lanciati nel nord della Siria dai guerriglieri della cosiddetta brigata Bashair al-Nasr. Come esplosivo in quell’attacco era stata usata la ciclotrimetilentrinitroammina non in dotazione all’esercito.

Inoltre Aleksandr Lukascevic ha smentito le dichiarazioni di Radoslav Sikorskij, ministro degli esteri polacco, secondo cui l’Unione Sovietica avrebbe contribuito all’arsenale chimico della Siria.

L’industria chimica siriana, ha detto Aleksandr Lukascevic, nata negli anni ’70-80, si basava su tecnologie occidentali e non sovietiche.

Oggi, ha aggiunto Lukascevic, i sostenitori dei ribelli, cercano di spostare l’attenzione della comunita’ modiale sugli eventi a Guta, alle porte di Damasco, dove presumabilmente sono state usate armi chimiche.
 E` ovvio che si cerca di far dimenticare le informazioni fornite dal regime siriano sull’intossicazione dei soldati dell’esercito il 22, il 24, il 25 agosto, come dimostrano i materiali, le attrezzature e i contenitori con le tracce di sarin.
Come e’ noto, le loro condizioni sono state esaminate dagli esperti dell’Onu. E’ evidente che ogni inchiesta obiettiva sugli eventi del 21 agosto a Guta e’ impossibile senza tener conto di queste circostanze.
Nell’insistere sull’intervento militare, i politici e i militari americani a volte rilasciano dichiarazioni ben lontane dalla realta’. Secondo il capo del Pentagono, la Siria sarebbe piena di armi chimiche fornite dai russi. Ma poi l’addetto stampa spiega che Chuck Hagel si riferiva soltanto alle armi convenzionali, non a quelle chimiche.

Andrey Fediašin 

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