mercoledì 18 settembre 2013

Una Vera Civiltà


imagesSulle Ande, esiste un Popolo che da millenni è Custode della Terra, attraverso la loro saggezza e le loro conoscenze sono in grado di guarire qualsiasi ferita dell’uomo e del pianeta usando la vibrazione e la luce di cui tutte le cose sono fatte.

I Laika sapevano che presto l’umanità sarebbe arrivata sull’orlo del baratro, per questo motivo sono usciti dall’isolamento. Utilizzando le loro conoscenze, possono dar vita ad un mondo migliore e contribuire all’evoluzione dell’umanità, se l’uomo sarà disposto ad accogliere questo tipo di insegnamento.

I Laika si resero conto molto tempo fa, di un certo tipo di conoscenza, incentrata sulla capacità degli esseri umani di manifestare i loro sogni nella realtà, è estremamente potente, e che gli individui privi di etica avrebbero potuto abusarne. Tennero nascosto quel sapere non solo ai conquistatori, ma perfino alla maggior parte dei propri compaesani.

Nonostante ciò, i Laika erano pronti a riconoscere che le quattro rivelazioni erano patrimonio di tutti, quindi, quando incontravano un bianco (che non esibisse lo stato mentale arrogante e ostile del conquistatore), condividevano di buon grado i loro insegnamenti di saggezza. Dopo la conquista dei Spagnoli, presero a benvolere un prete cattolico, un Gesuita di nome Padre Blas Valera, che era anche metà indio e metà spagnolo. 
 
Padre Blas Valera, era figlio di una donna nativa inca  e di padre spagnolo, stretto tra il mondo antico degli Incas e dei conquistatori della Spagna. Valera, era un gesuita nel Perù del XVI secolo, credeva in quello che per i suoi superiori era pura eresia, che la cultura inca, la religione e lingua fossero uguali alle loro controparti cristiane, (a quel tempo la Chiesa imperava con la forza).

Come punizione per la sua fede fu incarcerato, picchiato, e infine, esiliato in Spagna, dove morì per mano dei pirati inglesi nel 1597, almeno così dicono i documenti ufficiali Gesuiti.

Questo inca cronista  e Gesuita, era stato del tutto dimenticato, ma poiché, come si sa, ogni nodo arriva al pettine, quattro secoli dopo, un antropologo italiano scoprì alcuni documenti sorprendenti in una collezione privata napoletana. 
 
I documenti ritrovati affermano, che la morte di Valera sarebbe stata falsificata dai Gesuiti stessi, dicendo che era tornato in Perù. Valera aveva insegnato ai suoi seguaci che gli Incas utilizzavano un dispositivo segreto fonetico-un quipu, tenuto nei registri Inca-per registrare la storia.

Valera fu iniziato ai misteri del Popolo dei Laika e scrisse quattro libri sui loro insegnamenti, ma sfortunatamente tre di quei tomi scomparvero “misteriosamente” durante l’Inquisizione (il quarto rimane ancora oggi, fa parte di una collezione privata in Italia). 
 
Padre Valera sosteneva che gli Inca erano altrettanto civilizzati quanto (se non più) degli europei, poiché erano in grado di scrivere servendosi di un complesso sistema di stringhe colorate fornite di nodi, nota come quipus. 
 
Quando l’ordine dei Gesuiti di cui faceva parte Padre Valera scoprì cosa stava facendo, ne dispose l’incarcerazione per sei anni, fino alla sua morte. 
 
Perché i gesuiti chiusero la bocca a uno dei loro sacerdoti? Perché erano così impauriti dalla conoscenza che egli stava raccogliendo a beneficio di tutti? 
 
Perché proibirono l’ordinazione di qualunque altro mestizo, (mezzo spagnolo e mezzo indio) o prete indigeno dopo che Padre Valera fu sospeso a divinis? 
 
Attraverso i suoi insegnamenti e scritti, il missionario gesuita difese strenuamente i diritti dei nativi del Perù. Il suo lavoro ha lodato non solo i nativi Inca, la loro cultura, suggerendo che il Cristianesimo (in realtà Cattolicesimo), avrebbe dovuto includere molti aspetti della religiosità dei nativi dell’era pre-Spagnola. 
 
Nello spirito di giustizia Blas Valera ha rotto tutte le regole e pagato con la vita. Centinaia di anni dopo, il suo fantasma è tornato a tormentare la storia ufficiale per rimettere le cose in chiaro.
I documenti hanno creato un fenomeno internazionale tra gli studiosi ed ha portato a aspre dispute. Quindi sarebbe da riformare radicalmente la nostra visione della cultura Inca. Esaminando le prove, questo mostrano che realtà e finzione si intrecciano, portando alla luce la storia di questo autore-sacerdote.

I Laika sono a conoscenza della natura luminosa della realtà da millenni, sanno cioè che la vibrazione e la luce si possono organizzare in base a migliaia di fogge e forme diverse. Esiste una matrix di luce, successivamente, questa matrice dà luogo alla vita. 
 
Vibrazione e luce girano vorticosamente e si condensano intorno alla matrice luminosa dando vita, ad ogni forma esistente sulla Terra, essere umano compreso, esattamente opposta alla teoria di Darwin, che privilegia il frutto del caso, che poco chiarisce e male spiega.

Anche il corpo umano ha una sua matrix luminosa: siamo racchiusi in un campo energetico luminoso, Lef, Luminous Energy Field, che manifesta la forma e la salute del corpo. Il Lef, organizza il corpo allo stesso modo in cui i campi energetici di una calamita fanno distribuire la limatura di ferro sulla superficie di una lastra di vetro. 
 
Come tutte le creature di questo pianeta, anche gli esseri umani possono dare la luce ad altri esseri umani, tuttavia un nuovo tipo di essere umano deve prendere origine a partire da una nuova matrice luminosa.

Nell’arco dei millenni i Laika impararono ad accedere il modello biologico della luce e ad assistere lo Spirito nel disvelamento della creazione. Impararono anche a guarire le malattie e a creare stati di salute straordinari, oltre che a dar forma e dimensione ai loro destini personali, modificando il campo energetico luminoso.

Possiamo concepire il campo energetico luminoso alla stregua di un software che dà istruzioni al DNA, dove quest’ultimo rappresenta l’hardware che fabbrica il corpo. 
 
Questa padronanza delle rivelazioni ci permetterebbe di accedere alla versione più aggiornata di questo software, consentendo a ciascuno di noi di creare un nuovo corpo che invecchia, guarisce e muore diversamente. 
 
Senza la capacità di riprogrammare il campo energetico luminoso restiamo intrappolati nelle storie che abbiamo ereditato, e cioè:
Invecchiamo, viviamo, guariamo o moriamo alla stessa maniera dei nostri genitori e dei nostri nonni, riproducendo esattamente le loro malattie a livello fisico e le loro sofferenze a livello emotivo. 
 
Le quattro rivelazioni contenute in queste pagine ci permettono di liberarci dalla tirannia dei nostri anatemi familiari, costituiti dalle storie che hanno perseguitato i nostri avi.

La padronanza delle rivelazioni avrebbe perfino permesso ai Laika di creare una nuova forma di vita sulla Terra, per esempio facendo comparire una nuova specie di farfalla in Amazzonia. Ha consentito loro di trascinare gigantesche rocce lungo i fianchi delle montagne, come richiedeva la costruzione delle città inca in alto fra le nuvole. 
 
Anche Cristo nella Bibbia ci dice che la nostra fede può muovere le montagne, ma noi abbiamo dimenticato di avere la capacità di farlo. 
 
Le quattro rivelazioni ci insegnano che la prima montagna che dobbiamo spostare è proprio quella che blocca la percezione della nostra natura luminosa.

Divenire Uomo luminoso significa rinunciare alle vie dei conquistatori, respingere la teologia basata solo sull’aspetto maschile, che attribuisce valore al comando, al controllo e al dominio sulla natura, da giustificare lo sfruttamento avido dei fiumi e delle foreste della natura, concepiti solo in termini di risorse a disposizione del consumo umano, per accogliere al suo posto una mitologia più antica e saggia, andata perduta per molti esseri umani, che include il femminile, basata sulla cooperazione e la sostenibilità.

 

Le quattro rivelazioni


La via dell’eroe
La prima rivelazione insegna come lasciare andare la paura e le ferite emotive del passato: le storie personali sono trame che abbiamo intessuto, non sono noi.
Bisogna quindi essere eroi, ovvero gli autori del nostro stesso mito personale.
Alla fine di questa prima via le ferite che ci portiamo addosso diventeranno una fonte di potere e noi potremo intraprendere un viaggio di guarigione, apprendimento e scoperta partendo dagli eventi passati.

La via del guerriero di luce
Durante questa fase scopriamo il potere che risiede nell’essere senza paura.
Il compito dei guerrieri di luce è quello di usare l’amore per sconfiggere il suo contrario: la paura. La paura infatti ci separa dallo Spirito, dalla natura e dal nostro sé interiore.
La seconda rivelazione insegna come maneggiare una spada di luce e come far sparire per sempre la paura, sperimentando la radiosità e l’illuminazione.

La via del veggente
Il veggente è colui che cammina con delicatezza sulla Terra e sogna il proprio destino, proprio come fanno i Custodi della Terra, i quali mettono in essere un mondo fatto di grazia e bellezza.
Il veggente è in grado di uscire dal tempo ed entrare nell’infinto per “aggiustare” ciò che nel mondo non va bene. Per farlo, bisogna imparare a vivere con coerenza, cioè avendo consapevolezza dell’impatto che ha ogni nostro pensiero, intenzione o azione.

La via del saggio
Saggio è colui che guardandosi intorno percepisce solo la bellezza e che si rende conto che tutto ciò di cui si fa esperienza è una proiezione del panorama interiore, ovvero del sogno. Il mondo è infatti come noi lo sogniamo e per poterlo migliorare o guarire bisogna prima di tutto migliorare e guarire noi stessi.

In questa fase il nostro compito è di co-creare la realtà, svolgendo un duplice ruolo: essere custodi di tutte le forme di vita e completare il processo di creazione insieme al divino. coscienza di se.

Se mettiamo in pratica questi insegnamenti, saremo in grado di padroneggiare le emozioni, il tempo e di portare un po’ più di luce e di guarigione nel mondo.


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