SUL YAHWEH PRE ESODO
Quando
si parla della figura di Yahweh ogni risorsa comunemente disponibile é
strettamente legata alla tradizione biblica
o, nei rari casi più antichi, alle manifestazioni del culto yahwista di
poco precedente l’epoca comunemente accettata per l’origine dei libri
biblici. Pur se i racconti della bibbia, in particolar modo l’Esodo,
si riferiscono a tempi di molto precedenti la redazione dei libri, e
quindi si colloca il personaggio Yahweh in quei tempi, per trovare
traccia scritta del nome di Yahweh in una lingua standardizzata
bisognerà aspettare
il VII° secolo a.C. e stranamente il nome è scritto non in elamita o
aramaico ma in assiro.
Per
intenderci, l’Esodo che è stato collocato dai vari autori tra il XV° e
il XIII° secolo a.C., ci presenta l’esordio
del nome di Yahweh, ma il libro che tratta di quest’ esodo é stato
scritto circa 7 secoli dopo, dunque la testimonianza scritta del nome e
della figura di Yahweh é relativamente recente rispetto a tutto l’arco storico biblico.
Ciò
rende difficile inquadrare la figura di Yahweh nel contesto della fase
iniziale della storia del popolo di Israele, poiché nei secoli in cui si
sarebbe verificato l’ esodo non ci sono testimonianze scritte
riguardanti Yahweh stesso.
Se
il personaggio Yahweh viene messo in relazione alle divinità semitiche
dell’ovest i cui nomi compaiono spesso nelle
iscrizioni canaanite, aramee, babilonesi ed ebree (per esempio Ya, Yami,
Yauwilum, Yaw) é possibile che si tratti di una delle divinità
canaanite minori presenti in tavole cuneiformi ritrovate a Taanach e
risalenti
sicuramente a prima del XX° secolo a.C.; eppure non esistono prove
conclusive e definitive di testimonianze di scrittura cuneiforme del
nome Yahweh prima dell’VIII° secolo a.C.
Tuttavia
sembra che Yahweh sia stato una delle divinità del deserto adorate dai
Keniti prima di essere incontrato da Mosè
nel periodo dell’Esodo. Ciò ci giunge da un documento nel ‘regno del
nord’ nel libro dell’Esodo, e dalle tradizioni sacerdotali successive.
D’altra parte nella narrativa giudaica si afferma che il personaggio
Yahweh fosse conosciuto agli antenati di Israele sin dai
tempi di Enoch. Si noti comunque che si tratta, come già detto, di una
letteratura ‘postuma’. Le narrative di questo genere non spiegano come
mai i regni del nord, non immersi nel Yahwismo fino al periodo dell’
Esodo, dovessero far risalire l’ origine del culto Sinaitico proprio a
Yahweh.
Se in fin dei conti, nel periodo risalente a circa il II°
millennio, i regni del nord di Israele non avevano un culto di Yahweh
paragonabile a
quello che aveva Mosè nel XV° secolo, perché questi stessi popoli fanno
risalire a Yahweh il culto del Sinai? Una analisi di questa problematica
viene affrontata dal professor H. Rowley il quale afferma che furono
solo le tribù che condivisero l’Esodo con Mosè ad affermare e
condividere il culto yahwista, ma nemmeno lui stabilisce un perché.
Ad
ogni modo le narrative canaanite e giudaiche ci presentano la figura
adorata nel culto yahwista come una figura profondamente diversa, per
esempio, da quella di Osiride in Egitto o Tammuz e Marduk a Babilonia, o
ancora Aleyan-Baal a Canaan. Fu solo quando la Palestina divenne
ufficialmente
la ‘terra di Yahweh’ che le tradizioni ebree e canaanite vengono
assimilate come a formare il risultato di un miscelamento di tradizioni
paragonabile a quello che si ha tra invasori e indigeni. Nell’invasione
ebraica
nelle terre canaanite, gli ebrei impararono da loro le tradizioni
agro-culturali e ‘tecnologiche’ integrando la tradizione canaanita con
la
propria dottrina religiosa spirituale.
Questo
interscambio di culture e tradizioni produce l’avvento di un culto
sinaitico marcatamente rivolto a tradizioni di fertilità,
creando una sorta di parallelo con le altre figure divine presenti in
Mesopotamia.
Ma
quanto possiamo fidarci delle testimonianze del I° millennio a.C. che
descrivono il culto
di Yahweh già in periodi risalenti al II° millennio o ancora precedenti?
Una traccia dell’origine di Yahweh a mio avviso è rimasta in alcune
frasi riportate nell’Esodo. La frase che Yahweh pronuncia a Mosè:
“Ad Abramo e Isacco mi presentai
come El Shaddai […] ma il mio nome Jahwe loro non conobbero” ci riporta
alla mente che la figura di El Shaddai era un ‘dio delle Montagne’ e
del deserto, coerentemente con quanto tramandato dai regni del nord di
Israele che lo propongono come divinità presso i Keniti. Questa tribù
era proveniente dall’Asia minore e viene descritta come ‘gente
abile nella lavorazione dei metalli’.
Se si ritiene veritiera questa
identificazione dei Keniti, la presenza di Yahweh (sotto altro nome)
nella loro tradizione precedente l’epoca di Jethro e Abramo può
permetterci
di ipotizzare che il culto di questo ‘proto-Yahweh’ venisse dalle
regioni mediorientali più a est, quasi ai limiti dell’Anatolia.
Questa serie di considerazioni e testimonianze provenienti dalla tradizione si ricollegano ai concetti espressi nell’ articolo
riguardante la ‘Nascita di Jahweh’ (consultabile QUI), in particolar modo rafforzando quanto in quell’articolo detto sulle figure di Ish.Kur ed Enlil.
Nel link "consultabile" sopracitato è possibile leggere:
- Gli altri El
- El come En.Ki
- El/yahweh come Ish.Kur
- El/yahweh come Nin.Gish.Zid.Da
- El/yahweh come Ner.Gal e Nin.Ur.Ta
- Da El a yahweh
di Alessandro Demontis
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