giovedì 7 agosto 2014

"Da El a Yhwh"

SUL YAHWEH PRE ESODO

Quando si parla della figura di Yahweh ogni risorsa comunemente disponibile é strettamente legata alla tradizione biblica o, nei rari casi più antichi, alle manifestazioni del culto yahwista di poco precedente l’epoca comunemente accettata per l’origine dei libri biblici. Pur se i racconti della bibbia, in particolar modo l’Esodo, si riferiscono a tempi di molto precedenti la redazione dei libri, e quindi si colloca il personaggio Yahweh in quei tempi, per trovare traccia scritta del nome di Yahweh in una lingua standardizzata bisognerà aspettare il VII° secolo a.C. e stranamente il nome è scritto non in elamita o aramaico ma in assiro.

Per intenderci, l’Esodo che è stato collocato dai vari autori tra il XV° e il XIII° secolo a.C., ci presenta l’esordio del nome di Yahweh, ma il libro che tratta di quest’ esodo é stato scritto circa 7 secoli dopo, dunque la testimonianza scritta del nome e della figura di Yahweh é relativamente recente rispetto a tutto l’arco storico biblico.

Ciò rende difficile inquadrare la figura di Yahweh nel contesto della fase iniziale della storia del popolo di Israele, poiché nei secoli in cui si sarebbe verificato l’ esodo non ci sono testimonianze scritte riguardanti Yahweh stesso.

Se il personaggio Yahweh viene messo in relazione alle divinità semitiche dell’ovest i cui nomi compaiono spesso nelle iscrizioni canaanite, aramee, babilonesi ed ebree (per esempio Ya, Yami, Yauwilum, Yaw) é possibile che si tratti di una delle divinità canaanite minori presenti in tavole cuneiformi ritrovate a Taanach e risalenti sicuramente a prima del XX° secolo a.C.; eppure non esistono prove conclusive e definitive di testimonianze di scrittura cuneiforme del nome Yahweh prima dell’VIII° secolo a.C.

Tuttavia sembra che Yahweh sia stato una delle divinità del deserto adorate dai Keniti prima di essere incontrato da Mosè nel periodo dell’Esodo. Ciò ci giunge da un documento nel ‘regno del nord’ nel libro dell’Esodo, e dalle tradizioni sacerdotali successive.

D’altra parte nella narrativa giudaica si afferma che il personaggio Yahweh fosse conosciuto agli antenati di Israele sin dai tempi di Enoch. Si noti comunque che si tratta, come già detto, di una letteratura ‘postuma’. Le narrative di questo genere non spiegano come mai i regni del nord, non immersi nel Yahwismo fino al periodo dell’ Esodo, dovessero far risalire l’ origine del culto Sinaitico proprio a Yahweh. 

Se in fin dei conti, nel periodo risalente a circa il II° millennio, i regni del nord di Israele non avevano un culto di Yahweh paragonabile a quello che aveva Mosè nel XV° secolo, perché questi stessi popoli fanno risalire a Yahweh il culto del Sinai? Una analisi di questa problematica viene affrontata dal professor H. Rowley il quale afferma che furono solo le tribù che condivisero l’Esodo con Mosè ad affermare e condividere il culto yahwista, ma nemmeno lui stabilisce un perché. 

Ad ogni modo le narrative canaanite e giudaiche ci presentano la figura adorata nel culto yahwista come una figura profondamente diversa, per esempio, da quella di Osiride in Egitto o Tammuz e Marduk a Babilonia, o ancora Aleyan-Baal a Canaan. Fu solo quando la Palestina divenne ufficialmente la ‘terra di Yahweh’ che le tradizioni ebree e canaanite vengono assimilate come a formare il risultato di un miscelamento di tradizioni paragonabile a quello che si ha tra invasori e indigeni. Nell’invasione ebraica nelle terre canaanite, gli ebrei impararono da loro le tradizioni agro-culturali e ‘tecnologiche’ integrando la tradizione canaanita con la propria dottrina religiosa spirituale.

Questo interscambio di culture e tradizioni produce l’avvento di un culto sinaitico marcatamente rivolto a tradizioni di fertilità, creando una sorta di parallelo con le altre figure divine presenti in Mesopotamia.

Ma quanto possiamo fidarci delle testimonianze del I° millennio a.C. che descrivono il culto di Yahweh già in periodi risalenti al II° millennio o ancora precedenti? Una traccia dell’origine di Yahweh a mio avviso è rimasta in alcune frasi riportate nell’Esodo. La frase che Yahweh pronuncia a Mosè: “Ad Abramo e Isacco mi presentai come El Shaddai […] ma il mio nome Jahwe loro non conobbero” ci riporta alla mente che la figura di El Shaddai era un ‘dio delle Montagne’ e del deserto, coerentemente con quanto tramandato dai regni del nord di Israele che lo propongono come divinità presso i Keniti. Questa tribù era proveniente dall’Asia minore e viene descritta come ‘gente abile nella lavorazione dei metalli’. 

Se si ritiene veritiera questa identificazione dei Keniti, la presenza di Yahweh (sotto altro nome) nella loro tradizione precedente l’epoca di Jethro e Abramo può permetterci di ipotizzare che il culto di questo ‘proto-Yahweh’ venisse dalle regioni mediorientali più a est, quasi ai limiti dell’Anatolia.

Questa serie di considerazioni e testimonianze provenienti dalla tradizione si ricollegano ai concetti espressi nell’ articolo riguardante la ‘Nascita di Jahweh’ (consultabile QUI), in particolar modo rafforzando quanto in quell’articolo detto sulle figure di Ish.Kur ed Enlil.

Nel link "consultabile" sopracitato è possibile leggere:
  • Gli altri El
  • El come En.Ki
  • El/yahweh come Ish.Kur
  • El/yahweh come Nin.Gish.Zid.Da
  • El/yahweh come Ner.Gal e Nin.Ur.Ta
  • Da El a yahweh
 
di Alessandro Demontis
 
 

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