Nel mare d’informazioni in cui ci troviamo immersi e nel quale spesso
annaspiamo, ci sono notizie straordinarie che passano in secondo piano
con una facilità estrema. Come è successo, ad esempio, con la scoperta
di un nuovo metodo di levitazione acustica “in movimento”.
L’esperimento, descritto sulla rivista
dell’Accademia delle Scienze degli Stati Uniti, Pnas, è stato
sviluppato dal gruppo di ricerca del Politecnico di Zurigo, guidato
dall’italiano ventinovenne Daniele Foresti.
Le proprietà del suono, come la pressione esercitata dalle onde acustiche, erano già state sfruttate per mantenere in aria piccoli oggetti , ma si è sempre trattato di levitazione statica. Daniele Foresti, invece, è riuscito a manipolare e muovere piccole quantità di oggetti solidi e liquidi, senza alcun tipo di contatto con altri strumenti. Evitando così interazioni o contaminazioni come quelle che avvengono in chimica e nella produzione di farmaci. Per “muovere” gli oggetti sospesi il ricercatore italiano ha utilizzato “tanti levitatori, l’uno vicino all’altro, come per far passare la palla da uno all’altro, guidando in questo modo il movimento di un oggetto”.
Sfruttando le vibrazioni del suono è dunque possibile levitare, trasportare in aria e ruotare oggetti di qualsiasi materiale con una sezione fino a 7 millimetri, senza limiti di lunghezza. Il levitatore può muovere gocce di leghe metalliche fuse, che possono essere mescolate insieme per formare nuovi materiali oppure per l’incapsulamento del solido-liquido. Oppure si può eseguire la trasfezione del DNA (inserimento di materiale genetico nelle cellule) evitando in questo modo problematiche che insorgono con le tecniche tradizionali.
“La levitazione acustica non l’abbiamo di certo inventata noi, – afferma Daniele Foresti- strumenti per la levitazione acustica, ossia l’utilizzo di onde sonore per mantenere in aria piccoli oggetti, esistevano da decenni”. E’ possibile allora che fin dai tempi più remoti la levitazione acustica fosse conosciuta e sperimentata? ...
Già nella Bibbia in effetti si narra che gli ebrei, dopo aver girato per una settimana intera attorno alle mura della città di Gerico, suonando le loro trombe, fecero crollare le ciclopiche mura della città. Anche uno dei complessi di templi Maya più misteriosi, quello di Uxmal, sarebbe stato realizzato sfruttando le levitazione acustica. Una leggenda maya narra che “il lavoro di costruzione era facile, non dovevano far altro che un fischio e le pesanti pietre andavano al loro posto”. Anche i mistero che circonda gli antichi Egizi e la costruzione delle piramidi, considerate dei giganteschi diapason, rimanda al concetto di levitazione sonora. I sacerdoti egizi erano depositari delle “Parole del Potere” che, se pronunciate correttamente, producevano un modello tridimensionale in risonanza con l’Etere, generando l’effetto desiderato o un’ energia in grado di spostare gli oggetti.
Anche in India e Tibet la levitazione è ancora oggi praticata dagli yogi e dai monaci buddisti . Si narra che nel 527 A.D., il fondatore Hindu del Buddhismo Zen, Bodhidharma, visitò il Monastero Tibetano Shaolin e insegnò ai monaci a controllare l’energia del corpo allo scopo di praticare la levitazione. Anche Santa Teresa D’Avila fu soggetta a fenomeni di levitazione, alcuni di essi documentati ( duecentotrenta sacerdoti cattolici l’hanno vista volare) e descritti nel volume ”Libro de Su Vida”. La santa ha descritto così il fenomeno: ”la levitazione arriva come un colpo, improvvisamente e chiaramente, prima di raccogliere i pensieri e prenderne coscienza, ti senti portare via da una nuvola e una grande aquila…sapevo di essere in aria…devo dire che quando finiva la levitazione, mi sentivo stranamente leggera nel corpo come se non avessi peso.”
Fino ad oggi la scienza moderna ha ottenuto la levitazione attraverso diversi principi fisici, soprattutto magnetici, elettrostatici e ottici, in grado di contrastare la forza di gravità. Tuttavia l’aspetto affascinate di questo nuovo esperimento di levitazione acustica è che la manipolazione non dipende dal materiale con cui sono costituiti gli oggetti. E questo può aprire la strada a varie applicazioni nel campo della gestione di materiali tossici, pericolosi o radioattivi. Ma esperimenti come questo ci ricordano anche che le leggende del passato sono meno misteriose di quanto immaginavamo. E che la scienza, spiegando e dimostrando quei fenomeni cosiddetti “inspiegabili”, può divenire uno strumento in grado di collegarci con la parte più divina che è in noi.
Le proprietà del suono, come la pressione esercitata dalle onde acustiche, erano già state sfruttate per mantenere in aria piccoli oggetti , ma si è sempre trattato di levitazione statica. Daniele Foresti, invece, è riuscito a manipolare e muovere piccole quantità di oggetti solidi e liquidi, senza alcun tipo di contatto con altri strumenti. Evitando così interazioni o contaminazioni come quelle che avvengono in chimica e nella produzione di farmaci. Per “muovere” gli oggetti sospesi il ricercatore italiano ha utilizzato “tanti levitatori, l’uno vicino all’altro, come per far passare la palla da uno all’altro, guidando in questo modo il movimento di un oggetto”.
Sfruttando le vibrazioni del suono è dunque possibile levitare, trasportare in aria e ruotare oggetti di qualsiasi materiale con una sezione fino a 7 millimetri, senza limiti di lunghezza. Il levitatore può muovere gocce di leghe metalliche fuse, che possono essere mescolate insieme per formare nuovi materiali oppure per l’incapsulamento del solido-liquido. Oppure si può eseguire la trasfezione del DNA (inserimento di materiale genetico nelle cellule) evitando in questo modo problematiche che insorgono con le tecniche tradizionali.
“La levitazione acustica non l’abbiamo di certo inventata noi, – afferma Daniele Foresti- strumenti per la levitazione acustica, ossia l’utilizzo di onde sonore per mantenere in aria piccoli oggetti, esistevano da decenni”. E’ possibile allora che fin dai tempi più remoti la levitazione acustica fosse conosciuta e sperimentata? ...
Già nella Bibbia in effetti si narra che gli ebrei, dopo aver girato per una settimana intera attorno alle mura della città di Gerico, suonando le loro trombe, fecero crollare le ciclopiche mura della città. Anche uno dei complessi di templi Maya più misteriosi, quello di Uxmal, sarebbe stato realizzato sfruttando le levitazione acustica. Una leggenda maya narra che “il lavoro di costruzione era facile, non dovevano far altro che un fischio e le pesanti pietre andavano al loro posto”. Anche i mistero che circonda gli antichi Egizi e la costruzione delle piramidi, considerate dei giganteschi diapason, rimanda al concetto di levitazione sonora. I sacerdoti egizi erano depositari delle “Parole del Potere” che, se pronunciate correttamente, producevano un modello tridimensionale in risonanza con l’Etere, generando l’effetto desiderato o un’ energia in grado di spostare gli oggetti.
Anche in India e Tibet la levitazione è ancora oggi praticata dagli yogi e dai monaci buddisti . Si narra che nel 527 A.D., il fondatore Hindu del Buddhismo Zen, Bodhidharma, visitò il Monastero Tibetano Shaolin e insegnò ai monaci a controllare l’energia del corpo allo scopo di praticare la levitazione. Anche Santa Teresa D’Avila fu soggetta a fenomeni di levitazione, alcuni di essi documentati ( duecentotrenta sacerdoti cattolici l’hanno vista volare) e descritti nel volume ”Libro de Su Vida”. La santa ha descritto così il fenomeno: ”la levitazione arriva come un colpo, improvvisamente e chiaramente, prima di raccogliere i pensieri e prenderne coscienza, ti senti portare via da una nuvola e una grande aquila…sapevo di essere in aria…devo dire che quando finiva la levitazione, mi sentivo stranamente leggera nel corpo come se non avessi peso.”
Fino ad oggi la scienza moderna ha ottenuto la levitazione attraverso diversi principi fisici, soprattutto magnetici, elettrostatici e ottici, in grado di contrastare la forza di gravità. Tuttavia l’aspetto affascinate di questo nuovo esperimento di levitazione acustica è che la manipolazione non dipende dal materiale con cui sono costituiti gli oggetti. E questo può aprire la strada a varie applicazioni nel campo della gestione di materiali tossici, pericolosi o radioattivi. Ma esperimenti come questo ci ricordano anche che le leggende del passato sono meno misteriose di quanto immaginavamo. E che la scienza, spiegando e dimostrando quei fenomeni cosiddetti “inspiegabili”, può divenire uno strumento in grado di collegarci con la parte più divina che è in noi.
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