giovedì 14 maggio 2015

Perché la nuova agenda immigrazione fa acqua da tutte le parti


È arrivato il giorno della verità per l’emergenza immigrazione? Presentando l’agenda sul tema immigrazione, approvata dalla Commissione Europea, l’Alto rappresentante per la politica estera UE Federica Mogherini ha affermato che “finalmente l’Europa ha capito l’urgenza e ha fatto passi da gigante”.

Nel piano, composto da quattro punti principali, non una parola sul respingimento dei migranti. Si tratta di aiutare i Paesi d'origine, soccorrere, accogliere e redistribuire poi i migranti, nonché di combattere contro i trafficanti di esseri umani. Non si corre il rischio di creare un nuovo "Mare nostrum" europeo?

 Gianandrea Gaiani
 
Sputnik Italia si è rivolto per un'analisi sul piano della Mogherini, che sembra fare acqua da tutte le parti, a Gianandrea Gaiani, analista militare, direttore di "Analisi Difesa". 

- Che ne dice del piano immigrazione proposto dalla Mogherini?
- Il piano mi sembra un po'troppo vago, perché nei suoi primi due punti prevede di collaborare  e aiutare i Paesi africani per ridurre i flussi migratori. Sono quarant'anni che si parla di aiutare l'Africa, perché possa essere in grado di svilupparsi economicamente, ma è anche chiaro che di fronte ad un'emergenza come questa, anche gli aiuti ai Paesi africani forse potranno influenzare sui flussi migratori nel giro di molti anni.
Fabrice Leggeri, il direttore di Frontex ha dichiarato a Le Figaro, che oramai dalla Libia non arrivano più profughi e rifugiati di guerra, ma sono quasi tutti immigrati economici africani, persone in cerca di una vita migliore in Europa.
Federica Mogherini
Se cerchiamo di risolvere il problema facendo diventare l'Africa un'altra Svizzera, forse non ci riusciremo mai, in ogni caso ci vorrebbero tantissimi anni. Fabrice Leggeri ha detto anche siccome si tratta di immigrati di carattere economico, devono essere rimandati a casa loro. Il programma della Mogherini mi sembra faccia acqua da tutte le parti, perché non parla esplicitamente di respingimenti, anzi in una sua dichiarazione al New York Times dell'altro giorno ha rassicurato tutti, che nessun migrante verrà mai rimandato indietro se non con il suo consenso. Queste dichiarazioni non potranno che aumentare la voglia di scappare e i flussi migratori. Se il responsabile della sicurezza europea dice cose del genere, vuol dire che incoraggia decine di milioni di africani a cercare di venire in Europa pagando la malavita organizzata. Questi flussi avvengono grazie alla gestione della mafia nordafricana. Lo fa, come sappiamo per certo, rimanendo legata ai gruppi terroristici islamici, incluso lo Stato Islamico.
- Secondo il programma della Mogherini i migranti dovrebbero essere soccorsi in mare, portati in Italia, da dove poi verrebbero redistribuiti in Unione Europea. Che ne dice delle quote?

Gianandrea Gaiani: Il programma della Mogherini mi sembra faccia acqua da tutte le parti, perché non parla esplicitamente di respingimenti.
 
Gianandrea Gaiani: "Il programma della Mogherini mi sembra faccia acqua da tutte le parti, perché non parla esplicitamente di respingimenti".
Questo punto del piano è discutibile, perché i Paesi europei si sono resi disponibili, a parte Irlanda, Gran Bretagna e Danimarca, ad accettare in quote quei migranti che hanno le caratteristiche per chiedere asilo, ma per un massimo di 20 mila all'anno. Il Ministero degli Interni italiano prevede quest'anno l'arrivo di 200, forse 250 mila migranti clandestini dalla Libia. La disponibilità europea è tale che si divideranno in quote gli immigrati arrivati in un solo mese. Anche gli altri punti del piano della Mogherini sono vaghi e poco credibili al momento. Un punto fondamentale è il controllo delle frontiere del sud della Libia, da dove entrano i migranti. Si parla tanti anni di questo, ma è difficilmente attuabile. È vero che ieri il Niger ha appurato una legge che punisce i trafficanti di esseri umani, però si tratta di un territorio lungo migliaia di chilometri di deserto, come il Sahel con una povertà e una corruzione molto diffuse. Un trafficante può comprarsi tutti le guardie di frontiera che chiudono gli occhi quando passano le carovane di migranti. Per far funzionare i controlli, bisognerebbe schierare laggiù un sacco di soldati, truppe occidentali ai confini col Ciad, il Sudan, il Niger. Una missione che mi pare improbabile, non vedo alcun Paese disponibile a mandare i propri soldati  nel deserto a fare i guardiani in mezzo alle dune. In ogni caso anche questo richiederebbe tempi lunghissimi.

Gianandrea Gaiani: Portare truppe speciali sul terreno significherebbe correre il rischio di avere dei morti europei e italiani, perché i trafficanti dispongono di milizie ben armate.
 
Gianandrea Gaiani: "Portare truppe speciali sul terreno significherebbe correre il rischio di avere dei morti europei e italiani, perché i trafficanti dispongono di milizie ben armate".
L'ultimo punto è la missione contro i trafficanti di esseri umani. È la parte più "militare" del programma. Si è parlato di distruggere i barconi. Come però? Con incursioni aeree, bombardamenti navali o mandando truppe a terra. Sappiamo per certo che i barconi, a scafo rigido e gommoni gonfiabili, sono fonte di ricchezza per i trafficanti, i quali cercheranno di non farseli distruggere. I barconi sono facili da nascondere, anche sotto la sabbia. I trafficanti li nasconderanno probabilmente vicino a zone abitate, in modo che eventuali raid aerei europei vadano a colpire anche dei civili. Questo creerebbe subito difficoltà all'operazione. Portare truppe speciali sul terreno significherebbe correre il rischio di avere dei morti europei e italiani, perché i trafficanti dispongono di milizie ben armate. Il rischio è di fare una guerra ammazzando civili per distruggere alcuni barconi, che poi verrebbero facilmente rimpiazzati dai trafficanti. Per andare a distruggere i barconi, l'Unione Europea ha preso come esempio la missione Atalanta, contro la pirateria in Somalia.  Si parla anche di metterci un comandante, un ammiraglio italiano che ha partecipato a quella missione. Bisognerebbe ricordare un dettaglio: quando la missione europea Atalanta decise di colpire i pirati e i loro piccoli motoscafi, subito dopo il primo raid i pirati annunciarono che se avessero subito altri attacchi alle barche, avrebbero ucciso alcuni marinai delle navi, che tenevano in prigionia. I raid contro le barche a quel punto cessavano. Se domani vogliamo andare a colpire i barconi e i trafficanti dichiarassero che ammezzeranno 20 bambini presi tra i migranti africani, cosa faremo? Continueremo a distruggere i barconi? Questo tipo di iniziativa militare mi lascia molto perplesso sotto tanti punti di vista. 

Tatiana Santi

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