Il Sonno e la Libertà del Punto d'Assemblaggio
«E così gli antichi stregoni non solo trovarono la causa del fenomeno dei sogni, ma ebbero anche una ulteriore conferma della validità delle loro ricerche sul Punto d’unione. La necessità del sonno pare quindi derivare dal fatto che il fissaggio del Punto d’unione in una singola posizione, cioè quella della percezione del nostro mondo, consuma poco a poco l’energia disponibile e rende quindi necessaria una rigenerazione. Il bisogno di questa, e poi i primi accenni di movimento del Punto d’assemblaggio, si traducono per noi in ciò che chiamiamo stanchezza.» (1)
La moderna neurofisiologia della
cultura occidentale sa che il sonno è necessario e fondamentale, ma non
sa ancora perché…
Il mondo come costrutto sociale viene mantenuto da ogni essere umano attraverso la principale attività della mente: il pensiero. Ogni persona è “vittima” di un continuo, incessante e difficilmente controllabile flusso di pensieri, il dialogo interiore.
«Parliamo incessantemente
a noi stessi del nostro mondo ed è proprio grazie a questo nostro
dialogo interiore che lo preserviamo, e ogniqualvolta continuiamo a
parlarci di noi e del nostro mondo, il mondo rimane sempre come dovrebbe
essere. Con questo nostro dialogo lo rinnoviamo, gli infondiamo vita,
lo puntelliamo. Non solo; è mentre parliamo a noi stessi che scegliamo
le nostre strade. Ripetiamo quindi le stesse scelte fino al giorno della
morte, perché fino a quel giorno continuiamo a ripeterci le stesse
cose. Un guerriero è consapevole di questo atteggiamento e si sforza di
fermare il suo dialogo interiore.» don Juan Matus (2)
Fermare il dialogo interiore è l’aspetto preliminare del vedere. Fermare il dialogo interiore significa fermare il mondo. Attraverso il silenzio interiore
il mondo così come lo conosciamo cessa di esistere di fronte alla
nostra percezione e appare come veramente è: pura energia. Sono molti i
casi in cui le attività della nostra mente pensante vengono in qualche
modo alterate o sospese; l’assunzione di droghe, l’ebbrezza alcoolica,
un grande shock, un trauma fisico, uno stato di deprivazione da cibo o
acqua, una forte stanchezza, l’orgasmo e così via. Esiste anche un
momento molto naturale e quotidiano in cui il “normale” controllo della
mente viene meno: il sonno. E così all’atto dell’addormentarsi anche la
fissazione del Punto d’assemblaggio viene meno, ed esso è libero di
muoversi all’interno del nostro uovo luminoso.
Ogni movimento del Punto
d’assemblaggio determina un cambiamento nelle fibre illuminate. Alcune
fibre prima illuminate cessano di esserlo ed altre che prima erano
inattive ora sono illuminate. Le nuove fibre illuminate, a seconda
dell’entità dello spostamento del Punto d’assemblaggio, generano
percezioni nuove e sconosciute. Quando il Punto d’unione si sposta in
modo lieve abbiamo immagini fantasma del nostro mondo d’ogni giorno, ma
quando esso si sposta in maniera più rilevante, allora (venendo
illuminate molte più fibre sconosciute) si possono sperimentare aspetti
della realtà che hanno ben poco a che fare con gli scenari consueti
della nostra vita quotidiana.
Nel sonno di una persona comune però, gli
spostamenti del Punto d’assemblaggio sono caotici e, di conseguenza, lo
sono anche le percezioni che ne derivano. Nel sognare comune, mentre si
sta sognando si vive nella coerenza dei fatti sognati, mentre nel
rievocare un sogno da svegli ci si accorge dell’alternanza assolutamente
incoerente (a livello razionale) delle varie scene che si susseguono:
si può volare e un momento dopo si è nel proprio ufficio a controllare
dei documenti e un istante dopo ancora si sta combattendo contro degli
invasori alieni…
Il continuo movimento del Punto d’unione produce
dunque, durante il sogno, l’effetto che le cose si mescolino e sembrino
fondersi l’una con l’altra. L’impressione è simile alla dissolvenza
cinematografica: si passa da una scena all’altra senza che lo spettatore
viva questo come una interruzione di continuità. E così i sogni
dell’uomo comune non hanno maggior pragmaticità di un buon film nel
quale si vivono certamente delle emozioni, ma in cui si è spettatori
passivi, senza cioè alcuna possibilità di intervenire.
Questo non basta a uno sciamano che cerca
la conoscenza. Il vero sciamano è consapevole, presente, attivo e
pratico. Egli è a caccia di libertà ed esprime l’intento di esplorare.
Nel sognare dell’uomo comune manca un fattore fondamentale che lo
Sciamano conquista giorno dopo giorno attraverso un impeccabile intento:
l’energia.
Occorre energia e disciplina per dare al
movimento del Punto d’assemblaggio il controllo necessario per poterlo
fissare in un punto alternativo a quello consueto (quella della vita di
tutti i giorni).
Quando il Punto d’unione è fisso in una
data posizione le immagini della propria percezione non sfumano più
l’una nell’altra, ma rimangono stabili e il Sognare degli Sciamani si realizza.
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
(1) Norbert Classen, CarlosCastaneda e i Guerrieri di don Juan
(2) Carlos Castaneda, Una Realtà Separata
(2) Carlos Castaneda, Una Realtà Separata
Nessun commento:
Posta un commento