Nei
30 giorni tra metà febbraio e metà marzo 2014… la Russia e il mondo
cambiavano. L’era iniziata nel 1989-1991 era finita, iniziata con il
viaggio di Gorbaciov a Malta, dove abbandonò il campo socialista e
l’Unione Sovietica. Per oltre due decenni, l’occidente avanzò verso est,
compiendo con l’aiuto della quinta colonna sovietica, e poi russa, ciò
che Hitler non era riuscito con il suo Drang nach Osten. Strapparono il
mondo russo pezzo per pezzo, e tali territori passarono sotto
l’occupazione finanziaria, economica ed informativa occidentale.
Ben
presto cominciarono a reclutare agenti locali, in particolare nella
cosiddetta “classe politica”. Il ritornello più noto e significativo
dopo la gorbacioveria era il fatto che riuscirono a dividere la Russia
storica dall’Ucraina. Alla fine della perestrojka era pronta a divenire
l’avamposto principale contro la Russia, volta ad essere lo strumento
per impedire la rinascita della Russia a grande potenza. Questa
preparazione fu un logico sviluppo nelle nuove condizioni del momento,
un processo il cui avvio fu dato da Vaticano, Austria-Ungheria e
Germania. Sono spesso citate le parole di Zbignew Brzezinski secondo cui
la Russia, una volta separata dall’Ucraina, non potrà recuperare lo
status di grande potenza. Ma “Zbig il lungo” si sbagliava. La Russia può
ritrovare il suo status senza l’Ucraina.
Ci vorrà solo più tempo e sarà
un po’ più difficile, ma ciò che conta è che Brzezinski non da prova di
originalità. Ripete infatti le parole del generale tedesco Paul
Rohrbach che fin dal primo Novecento previde di circoscrivere il
pericolo rappresentato dalla Russia per l’Europa, e in particolare per
la Germania, sottraendo alla Russia moscovita la Russia ucraina.
Osserviamo che per il generale tedesco l’Ucraina e la Moscovia sono
Russia. Espresse la necessità di creare uno scisma in Russia, nel mondo
russo. Da tale punto di vista sviluppò le idee tedesche del tardo XIX
secolo, e specialmente di Bismarck, che non solo insisteva sulla
necessità di tale scisma, ma propose il metodo concreto per realizzarlo.
(…)
Sottolineò in particolare la necessità di mettere l’Ucraina contro
la Russia, di fomentare un popolo contro l’altro. Per farlo fu
necessario favorire l’emergere dei cosiddetti russi ucraini, persone la
cui coscienza andava cambiata fino alla russofobia. Così progettarono
operazioni speciali psico-storiche e la manipolazione psicologica delle
informazioni, allo scopo di creare slavi anti-russi quale tipo
psico-culturale e forza politica; una sorta di “Orcas” che serve i
“sarumanes” occidentali, arrivando a strappare l’Ucraina dalla Russia e
ad opporvi una “Rus’ anti-russa”, con l’alternativa tra “libero e
democratico” e “impero e totalitarismo”.
Tutto ciò fu fatto in
particolare con il ‘progetto Galizia” su cui operarono assai attivamente
i servizi speciali di Austria-Ungheria, Germania imperiale e poi Terzo
Reich, e dalla seconda metà del XX secolo ad oggi, CIA e servizi
speciali tedeschi. E’ molto probabile che i servizi speciali di ciò che
viene chiamato Quarto Reich (Internazionale nazista) vi partecipino
pure. Naturalmente, il Vaticano era e rimane sempre in gioco, con il
progetto uniate “greco-cattolico” anti-ortodosso. E quando scoccò l’ora x
colpirono scatenando il piano galiziano e la macchia banderista.
Le ragioni di tale esplosione avvenuta nell’inverno 2013-2014 sono diverse. Prima di tutto, l’Ucraina è un’entità artificiale, incapace di sopravvivere al punto che, nonostante sia l’unico Stato post-sovietico, escluse Russia e Bielorussia, con potenziale economico che ne rendeva possibile lo sviluppo, ebbe un crollo totale a cui assistiamo. La Repubblica Socialista Sovietica di Ucraina era sempre un’entità artificiale che poteva esistere solo nell’URSS, e senza avervi un ruolo di rilievo. (…) Senza l’URSS, Ucraina si è rivelata incapace di un qualsiasi sviluppo. L’unica cosa che la teneva a galla era divorare l’eredità sovietica (…) Ma alla fine del 2013 non c’era più niente da consumare; tutto era stato inghiottito (…) e solo la Russia poteva salvarla. Ma gli Stati Uniti non l’hanno permesso (…)
In secondo luogo,
dopo Majdan, i cuculi occidentali pensarono che gli “arancioni” erano
riusciti a separare l’Ucraina dalla Russia. Tuttavia, essi si
dimostrarono incapaci di adempiere al compito e Janukovich salì al
potere, iniziando a giocare al gioco occidentale. Il suo orientamento
favorevole alla Russia era molto, molto dubbio, ma non era un presidente
anti-russo. Alla fine del 2013 sembrava che il guinzaglio dell’Unione
europea pendesse dal collo di Janukovich e dell’Ucraina. Ma la storia fu
perfida verso l’occidente e Janukovich cominciò a fare “un passo avanti
e due indietro” con i “partner occidentali”.
L’ingresso dell’Ucraina
sotto l’ombrello della Russia era insopportabile per l’occidente. Ciò
avrebbe significato che il lavoro di quattro secoli sarebbe andato in
fumo. A che servono allora tutte queste strutture anti-russe, non solo
questa macchia popolata di nazisti e banderisti, ma tutte queste ONG,
strutture da guerra di rete contro la Russia e i russi in Ucraina? Se la
Russia riusciva a migliorare considerevolmente posizione nello spazio
post-sovietico, nel dicembre 2013 gli eventi furono il terzo casus
belli, dopo Snowden e la Siria (…)
Nel dicembre 2013 e forse un paio di
mesi prima, i capi atlantisti tolsero Janukovich e qualsiasi via
pacifica “arancione” alla separazione tra Ucraina e Russia, e optarono
per l’organizzazione di un colpo di Stato delle forze banderiste e
naziste anti-russe, create dalle operazioni psico-storiche avviate da
Vaticano e Austria-Ungheria, poi riprese dai nazisti creando la
divisione SS “Galizia” e, alla fine degli anni ’80, degli eredi del
Terzo Reich che lavoravano alla creazione del nuovo ordine, degli Stati
Uniti.
Radio Liberty dagli anni ’80 gestita da neonazisti
Radio Liberty ha una complessa storia di reclutamento di simpatizzanti nazisti e guerrieri freddi
Robert Parry Russia Insider 11 Maggio 2015
Radio Liberty
ha una storia speciale riguardo l’Ucraina, comprendente l’uso di
simpatizzanti nazisti per diffondere propaganda da guerra fredda, da
parte dell’amministrazione Reagan negli anni ’80. Nei primi mesi del
2014 rivedendo dei documenti presso la biblioteca presidenziale Reagan a
Simi Valley, California, mi imbattei su una polemica interna sulle
trasmissioni di Radio Liberty verso l’Ucraina da parte di esuli di
destra. Alcuni di tali commenti lodavano i nazionalisti ucraini
schieratisi con i nazisti nella seconda guerra mondiale, mentre le SS
seguivano la “soluzione finale” contro gli ebrei europei, tra cui il
famigerato massacro di Babij Jar in un burrone presso Kiev.
Queste
trasmissioni di propaganda di RL indignarono alcune organizzazioni
ebraiche, come il B’nai B’rith, e individui tra cui l’accademico
conservatore Tubi Richard, spingendo a una revisione interna. Secondo
una nota del 4 maggio 1984 scritta da James Critchlow, funzionario del
Consiglio di Radiodiffusione Internazionale, che controlla Radio Liberty e Radio Free Europe, una trasmissione di RL in particolare fu vista
“difendere gli ucraini che combatterono nelle SS”. Critchlow scrisse, “una trasmissione ucraina di RL del 12 febbraio 1984 fa riferimento ai filonazisti della Divisione SS ‘Galizia’ ucraina nella seconda guerra mondiale, e potrebbe danneggiare la reputazione di RL presso gli ascoltatori sovietici. Le memorie di un diplomatico tedesco furono presentate in modo da sembrare che RL elogiasse i volontari ucraini nella divisione SS che combatté a fianco dei tedeschi contro l’Armata Rossa”.
Il professore di Harvard Pipes, consulente dell’amministrazione Reagan,
inveì contro le trasmissioni di RL, scrivendo il 3 dicembre 1984 che
“i servizi russi e ucraini di RL hanno trasmesso quest’anno materiale palesemente antisemita, potendo danneggiare in modo irreparabile l’intera impresa”.
Sebbene l’amministrazione Reagan avesse
pubblicamente difeso RL contro le critiche, in privato alcuni alti
funzionari concordavano con i critici, secondo i documenti. Ad esempio,
in un appunto del 4 gennaio 1985, Walter Raymond Jr., alto funzionario
del Consiglio di Sicurezza Nazionale, disse al capo del Consiglio per la
Sicurezza Nazionale Robert McFarlane, che “credo che molto di ciò che Dick (Pipes) dice sia giusto”.
La disputa sulle trasmissioni radio sponsorizzate dagli USA di 30 anni
fa, sottolinea la realtà politica preoccupante dell’Ucraina, a cavallo
della divisione tra popoli con legami culturali verso l’occidente e
popoli con patrimonio culturale in sintonia con la Russia. Dal colpo di
Stato del 22 febbraio 2014 che ha spodestato il Presidente Viktor
Janukovich, alcune vecchie simpatie naziste sono riemerse.
Ad esempio,
il 2 maggio 2014 quando teppisti di destra perseguirono dei manifestanti
russi nell’edificio dei sindacati di Odessa che incendiarono uccidendo
decine di persone all’interno, l’edificio devastato fu poi deturpato con
graffiti nazisti che salutavano “le SS galiziane” sulle pareti
carbonizzate. Poi, alcuni battaglioni di “volontari” di destra ucraini,
inviati in Ucraina orientale per schiacciare la resistenza filo-russa,
sfoggiavano emblemi nazisti, come svastiche e rune delle SS sugli
elmetti.
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
https://aurorasito.wordpress.com/2015/05/13/fursov-uno-scisma-nel-mondo-russo/
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