Habitat: incolti erbosi, scarpate stradali, macereti, siepi arboreo-arbustive. E’ molto comune ovunque.
Riconoscimento: è una
robusta pianta biennale. Il primo anno produce una folta rosetta di
grandi foglie, cuoriformi od ovate, molli tormentose ed una grossa
radice fittonante. Il secondo anno, produce i fusti fioriferi, alti 1-2
metri, a volte anche più. I fiori sono rossicci, riuniti in
inflorescenze racemose o corimbose. A maturità i frutti sono avvolti da
caratteristici uncini che ne favoriscono l’attacco alle vesti ed al
vello degli animali, e, quindi, la disseminazione.
Azione: depurativa,
drenante cutanea, batteriostatica, ipoglicemizzante, blandamente
diuretica (azoturica, uricusurica), cicatrizzante.
Parti utilizzate: radici, foglie, gambo floreale.
Raccolta: si utilizzano
le radici, i giovani getti delle foglie, le foglie più giovani e i
piccioli, preferibilmente della pianta del primo anno. Da quelle del
secondo anno, oltre ai getti e le foglie che si raccolgono prima che la
pianta vada a fiore, si può raccogliere anche il gambo.
I germogli sono ricoperti da uno strato violaceo leggermente peloso, fibroso all’interno. Esso è commestibile, però conviene toglierlo per rendere più teneri e masticabili i getti. La radice si raccoglie all’inizio della primavera, facendo molta attenzione a non spezzarla, essendo un fittone che si sviluppa perpendicolarmente e profondamente nel suolo. Le foglie si raccolgono in primavera, quando ancora tenere. Ottime sono quelle centrali appena spuntate.
I germogli sono ricoperti da uno strato violaceo leggermente peloso, fibroso all’interno. Esso è commestibile, però conviene toglierlo per rendere più teneri e masticabili i getti. La radice si raccoglie all’inizio della primavera, facendo molta attenzione a non spezzarla, essendo un fittone che si sviluppa perpendicolarmente e profondamente nel suolo. Le foglie si raccolgono in primavera, quando ancora tenere. Ottime sono quelle centrali appena spuntate.
In cucina: le foglie
sono davvero ottime lessate e condite con olio e limone o burro, oppure
utilizzate per i ripieni. Si possono usare anche avvolgere ripieni di
carne o di misture di formaggi, pane, spezie e altre erbe selvatiche. I
giovani getti si usano come gli asparagi.
I piccioli sono ottimi gratinati, oppure lessati e conditi con olio e formaggio. Il gambo floreale è una delle parti più gustose: si recide poco prima della fioritura e si impiega lessato e condito a piacere o fritto in padella. La radice è ricca di inulina, una fibra prebiotica molto salutare per la flora intestinale.
Si pulisce e si lava attentamente, liberandola dalle radichette laterali. Tradizionalmente, si utilizza per preparare delle crocchette con burro e uova ed erbe aromatiche, ma si consuma anche da sola lessata e condita con olio, sale e aceto. In Giappone e in Oriente la radice di bardana è assai apprezzata, perché considerata molto nutriente e sana. Per questo viene attivamente coltivata.
I piccioli sono ottimi gratinati, oppure lessati e conditi con olio e formaggio. Il gambo floreale è una delle parti più gustose: si recide poco prima della fioritura e si impiega lessato e condito a piacere o fritto in padella. La radice è ricca di inulina, una fibra prebiotica molto salutare per la flora intestinale.
Si pulisce e si lava attentamente, liberandola dalle radichette laterali. Tradizionalmente, si utilizza per preparare delle crocchette con burro e uova ed erbe aromatiche, ma si consuma anche da sola lessata e condita con olio, sale e aceto. In Giappone e in Oriente la radice di bardana è assai apprezzata, perché considerata molto nutriente e sana. Per questo viene attivamente coltivata.
Bibliografia
- Anonimo, Buone erbe selvatiche. Le Erbe, Demetra, Bussolengo 1997.
- Colombo MR, Andar per erbe. Ed Stefanoni -Lecco 1988.
- Corbetta F. Piante spontanee mangerecce. Edagricole, 1999.
- Perugini Billi F. Le nostre piante medicinali. Ed junior, Azzano S. Paolo, 2006.
- Colombo MR, Andar per erbe. Ed Stefanoni -Lecco 1988.
- Corbetta F. Piante spontanee mangerecce. Edagricole, 1999.
- Perugini Billi F. Le nostre piante medicinali. Ed junior, Azzano S. Paolo, 2006.
Francesco Perugini Billi©copyright
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