Il surimi non è un alimento esotico, come il suo nome potrebbe suggerire, ma una tipologia di cibo ideata da parte dell'industria alimentare
al fine di arricchire la propria offerta di mercato con prodotti di
varie fogge, a partire dal surimi vero e proprio, costituito da piccoli
cilindri dall'esterno di colore rosso o arancione e di colore bianco
all'interno, fino agli affettati di pesce ed alle finte chele di granchio.
Il suo processo di realizzazione comporta varie fasi di congelamento, scongelamento e cottura,
che ne confermano la natura artefatta. La sua composizione reale resta
dubbia e non priva di possibili rischi per la salute legati agli
ingredienti impiegati.
Ecco dunque cinque ragioni per cui sarebbe bene evitare del tutto il surimi.
1) Falso cibo
Il surimi può essere considerato uno dei falsi cibi che sarebbe consigliabile evitare all'interno di un'alimentazione sana e naturale. Esso infatti viene venduto come un alimento a base di polpa di granchio, ma in realtà il surimi non ne contiene. Il presunto "sapore di granchio"
viene ottenuto mediante l'impiego di aromi artificiali. Dal surimi si
ottengono per l'appunto delle "finte" chele di granchio, "affettati" di
mare, surimi "al gusto di salmone affumicato" o altri prodotti di forma
simile ai crostacei come i gamberoni dall'artificiale sapore di pesce.
Si tratta di un insieme di cibi artificiali di cui nessuno di noi ha bisogno all'interno della propria alimentazione.
2) Scarti industriali
Il surimi non può essere ritenuto di certo un alimento di prima qualità. La sua lavorazione industriale avviene impiegando le parti di scarto
provenienti da altri alimenti, come merluzzo, sgombro, suri e
differenti specie di carpe asiatiche. La polpa impiegata per la
produzione del surimi proviene da scarti industriali e da avanzi di lavorazione
provenienti da altri processi di preparazione degli alimenti tramite
vari macchinari. Gli scarti vengono lavorati industrialmente, pressati e
addizionati con sostanze chimiche di vario genere.
3) Additivi
Dalla lavorazione delle parti di scarto
di altri alimenti si ottiene una polpa di colore bianco praticamente
insapore. Giunge dunque il momento di arricchire la preparazione del
surimi mediante l'impiego di sostanze aggiuntive che possano migliorarne l'aspetto, il sapore e la conservazione. Al fine di migliorare la conservazione, prima del congelamento vengono aggiunti sale, zuccheri e polifosfati. In fasi successivi il surimi verrà addizionato con coloranti per ottenere le tipiche tonalità rosse o arancioni che ne caratterizzano la superficie esterna.
Altri ingredienti aggiuntivi
impiegati che non hanno nulla a che vedere con il pesce sono la fecola
di patate, per migliorarne la conservazione a basse temperatura, l'albume d'uovo, come colorante per ottenere tonalità più chiare o un aspetto più lucido, i grassi vegetali e gli aromi artificiali
di granchio o di aragosta. Il tutto viene ottenuto tramite profonde
manipolazioni ed attraverso varie fasi di cottura, congelamento e
scongelamento. Il prodotto subisce numerosi lavaggi che lo portano ad
essere povero di vitamine e di sali minerali. Tra gli esaltatori di sapidità utilizzati troviamo il glutammato monosodico (E653) e tra gli oli vegetali che potrebbero essere impiegati per la sua produzione vi sono prodotti di scarsa qualità come l'olio di colza e l'olio di palma.
4) Rischi per la salute
Non esisterebbero al momento degli obblighi relativi all'indicazione in etichetta
delle specie ittiche utilizzate per la produzione del surimi. Ciò
potrebbe portare all'impiego di materie prime di scarsa qualità,
realmente scadenti, o addirittura tossiche. Il consumatore potrebbe
cadere vittima di alcune frodi che potrebbero riguardare l'impiego di materie prime guaste o infette,
l'aggiunta di anidride solforosa, l'impiego di olio di semi anziché di
olio d'oliva e l'utilizzo di aceto di vino sofisticato con acido acetico.
Vi è inoltre il rischio della presenza di additivi o di conservanti vietati oppure impiegati al di sopra dei livelli autorizzati. Alcune aziende potrebbero utilizzare polifosfati, accusati di essere dannosi per le ossa,
se assunti in grandi quantità, poiché in grado di agire sottraendo
calcio al nostro organismo. Tra i contaminanti che possono risultare
presenti nel surimi potrebbero essere individuati pesticidi e metalli pesanti,
come del resto può accadere per il pesce comune, i cui scarti vengono
utilizzati per la produzione del surimi. Esso, infine, può contenere elevate quantità di sodio, in grado di renderlo un alimento sconsigliato a coloro che soffrono di ipertensione o di patologie renali.
5) Costo elevato
I prodotti a base di surimi, pur essendo considerabili come dei veri e propri falsi cibi, presentano solitamente dei costi piuttosto elevati, soprattutto tenendo conto di come essi vengano ottenuti a partire da materie alimentari di seconda scelta,
con l'aggiunta di conservanti e di coloranti di dubbia provenienza. Lo
stesso sapore di granchio viene ottenuto in maniera artificiale. Se il
pesce costituisce uno degli alimenti a cui non si desidera rinunciare,
sarebbe bene acquistare piuttosto del "vero" pesce fresco, anziché un
surrogato composto da scarti alimentari come il surimi. Per orientare
diversamente le proprie scelte è sufficiente rendersi conto di come il
surimi come prodotto finito contenga una percentuale di pesce realmente bassa, variabile tra il 30% ed il 40%, che non può giustificarne il prezzo richiesto ai consumatori al momento dell'acquisto.
Marta Albè
Fonte foto: Wikimedia
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