Giorno
e notte, per anni, una forza travolgente s’è abbattuta su questa
nazione tranquilla, una delle culle della civiltà umana. Centinaia di
migliaia sono morti, e milioni sono stati costretti a fuggire all’estero
o sono stati sfollati. In molte città e villaggi non una casa è rimasta
intatta. Ma la Siria è, contro ogni previsione, ancora in piedi. Negli
ultimi 3 anni ho lavorato in quasi tutti gli angoli della Siria,
denunciando la nascita dello SIIL nei campi gestiti dalla NATO costruiti
in Turchia e Giordania. Ho lavorato nella alture occupate del Golan, e
in Iraq. Ho lavorato anche in Libano, un Paese ora costretto ad ospitare
più di 2 milioni (per lo più siriani) di rifugiati.
L’unico motivo per
cui l’occidente ha iniziato la sua orribile campagna di
destabilizzazione, era perché “non poteva tollerare” la disobbedienza
della Siria e la natura socialista del suo Stato. In breve, il modo in
cui la dirigenza siriana metteva il benessere del suo popolo al di sopra
degli interessi delle multinazionali.
Più di due anni fa, la mia ex-videoredattrice indonesiana pretese una risposta in tono alterato:
“Così tante persone muoiono in Siria! Ne vale davvero la pena? Non sarebbe più semplice e migliore per i siriani mollare e lasciare che gli Stati Uniti abbiano ciò che esigono?”
Cronicamente pietrificata, questa
giovane donna era sempre alla ricerca di soluzioni facili per mantenersi
al sicuro, e con significativi vantaggi personali. Come tanti altri
oggi, di questi tempi, per sopravvivere e andare aventi, hanno
sviluppato un sistema contorto che poggia su tradimenti, autodifese e
inganni. Come rispondere a una domanda del genere?
Era legittima, dopo
tutto. Eduardo Galeano mi disse:
“La gente sa quando è il momento di combattere. Non abbiamo il diritto di dirglielo… e quando lo decide, è nostro obbligo sostenerla, anche guidandola se ci avvicina“.
In
questo caso, il popolo siriano ha deciso. Alcun governo o forza politica
potrebbe imporre a un’intera nazione tali enormi eroismo e sacrificio. I
russi l’hanno fatto durante la seconda guerra mondiale, e i siriani lo
fanno ora. Due anni fa risposi così:
“Ho assistito al crollo totale del Medio Oriente. Non c’era più niente in piedi. I Paesi che hanno optato per la propria strada sono stati letteralmente rasi al suolo. I Paesi che hanno ceduto ai dettami occidentali hanno perso anima, cultura ed essenza, trasformandosi alcuni nei luoghi più miseri della terra. E i siriani lo sapevano: se si arrendevano, sarebbero divenuti un altro Iraq, Yemen o Libia, perfino Afghanistan“.
E così la Siria si
oppose. Decise di combattere, per sé e per la sua parte nel mondo.
Ancora una volta, elesse il suo governo e si appoggiò al suo esercito.
Qualunque cosa gli occidentali dicessero, qualsiasi tradimento le ONG
scrivessero, la semplice logica lo dimostrava.
Questa nazione modesta non ha media così potenti da condividere i propri coraggio e agonia col mondo. Sono sempre gli altri che ne commentano la lotta, spesso in modo del tutto dannoso. Ma è innegabile che, mentre le forze sovietiche fermarono l’avanzata dei nazisti a Stalingrado, i siriani sono riusciti a fermare le forze fasciste alleate degli occidentali nella sua parte del mondo. Naturalmente la Russia ne è direttamente coinvolta.
Naturalmente la Cina osserva, anche se spesso
nell’ombra. E l’Iran ha dato aiuto. Ed Hezbollah del Libano ha
fatto ciò che descrivo spesso, una lotta epica assieme Damasco contro i
mostri estremisti inventati e armati da occidente, Turchia e Arabia
Saudita. Ma il merito principale deve andare al popolo siriano. Sì, ora
non c’è più nulla del Medio Oriente. Ora sono più le lacrime che le
gocce di pioggia a scendere su questa terra antica.
Ma la Siria è in
piedi. Bruciata, ferita, ma in piedi. E come è stato ampiamente
riportato, dopo che le forze armate russe sono giunte in soccorso della
nazione siriana, oltre 1 milione di siriani è potuto reintrare a casa…
spesso trovando solo cenere e devastazione, ma a casa. Come le persone
tornarono a Stalingrado, oltre 70 anni fa.
Quindi quale sarebbe la mia risposta a tale domanda ora: “sarebbe più facile il contrario”, arrendersi all’Impero? Credo qualcosa del genere:
“La vita ha un senso, è degna di essere vissuta solo se possono essere soddisfatte certe condizioni di base. Non si tradisce un grande amore, sia esso per un’altra persona o per un Paese, l’umanità o gli ideali. Se non lo si fa, sarebbe meglio non nascere affatto. Allora dico: la sopravvivenza del genere umano è l’obiettivo più sacro. Non qualche effimero vantaggio o ‘sicurezza’ personale, ma la sopravvivenza di tutti noi, persone, nonché della sicurezza di tutti noi, esseri umani“.
Quando la vita stessa è minacciata, la gente tende a opporsi e a
combattere, istintivamente. In quei momenti, alcuni dei capitoli più
monumentali della storia umana sono stati scritti. Purtroppo, in quei
momenti, milioni morirono. Ma la devastazione non è a causata da coloro
che difendono la nostra razza umana. E’ causata dai mostri imperialisti e
dai loro succubi.
La maggior parte di noi sogna un mondo senza guerre, senza violenza.
Vogliamo che la vera bontà prevalga sulla Terra. Molti di noi lavorano
senza sosta per tale società. Ma fino a quando non sarà costruita, fino a
quando ogni egoismo estremo, avidità e brutalità sarà sconfitto,
dobbiamo lottare per qualcosa di molto più “modesto”, per la
sopravvivenza dei popoli e dell’umanesimo. Il prezzo è spesso orribile.
Ma l’alternativa è un grande vuoto. Semplicemente il nulla, alla fine, e
nient’altro!
A Stalingrado, milioni morirono per farci vivere. Nulla rimase della città, tranne che acciaio fuso, mattoni sparsi e un oceano di cadaveri. Il nazismo fu fermato. L’espansionismo occidentale iniziava la ritirata, all’epoca verso Berlino. Ora la Siria, con calma ma stoicamente ed eroicamente, si oppone ai piani sauditi, qatarioti, israeliani, turchi e occidentali per distruggere il Medio Oriente. E il popolo siriano ha vinto. Per quanto tempo, non lo so. Ma ha dimostrato che un Paese arabo può ancora sconfiggere potenti orde assassine.
Andre Vltchek New Eastern Outlook 02/01/2016
Andre Vltchek è filosofo, scrittore, regista e giornalista investigativo, ideatore di World Vltchek, applicazione per Twitte, in esclusiva per la rivista online “New Eastern Outlook“.
https://aurorasito.wordpress.com/2016/01/02/la-siria-e-la-stalingrado-del-medio-oriente/
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