La propaganda di regime
presenta come un grande successo del governo il fatto che la Apple si
sia accordata con il fisco italiano per pagare una parte delle tasse
finora eluse. Vediamo i conti. Con il trucco della sede fiscale
all’estero, pare in Irlanda, la casa della mela morsa non ha pagato allo
stato italiano 880 milioni di euro. Ora l’accordo raggiunto prevede il
saldo di 318 milioni di euro. Cioè la Apple risparmia definitivamente
562 milioni di euro di tasse
dovute che non pagherà mai…
Sono una montagna di soldi con cui si
potrebbero sostenere un bel po’ di servizi pubblici che invece dovranno
subire altri tagli. Quello della Apple non è un caso isolato, la Fca di
Marchionne ha trasferito sede fiscale in Gran Bretagna, anche se promette di pagare le tasse
in Italia per la produzione locale. Tutte le imprese multinazionali
produttive e finanziarie fanno così e sia chiaro che l’evasione fiscale
in Europa non avviene trasferendo le sedi alle Isole Cayman, ma giocando tra i paesi della stessa Unione.
L’Ikea, con un semplice meccanismo di sedi legali e scatole cinesi tra le sue società tutte dentro la Ue è riuscita a pagare su alcuni miliardi di profitti lo 0,08 % di tasse. Il presidente della commissione Ue Juncker è stato capo del governo in quel Lussemburgo
sotto inchiesta per la colossale evasione multinazionale che ha fatto
del Granducato la sua patria. Insomma il grande capitale non paga le tasse,
e quando proprio gli tocca, lo fa sempre a condizioni di favore. Come
del resto succede a tutti i ricchi evasori che portano i soldi a
Montecarlo o in Svizzera e che, se scoperti o se si pentono e decidono
di tornare alla legalità, se la cavano come la Apple versando un terzo
del dovuto.
Pensiamo ora invece a Giuseppe Pintossi, operaio
metalmeccanico a cui per varie ragioni Equitalia abbia inviato una
cartella con la richiesta di 880 euro di tasse
arretrate e non pagate. Pintossi vorrebbe anche lui fare come la Apple e
quindi vorrebbe chiedere all’agenzia di chiuderla con 318 euro. Anche
perché quei 562 euro di tasse risparmiate, alla sua famiglia servirebbero proprio per vivere.
Invece sappiamo benissimo come andrà a finire. L’operaio metalmeccanico se fortunato se la caverà pagando 1000 euro di tasse e multe. Se poi dovesse ostinarsi a tirarla in lungo, finirebbe per pagare molto, molto di più delle tasse che gli vengono contestate. Il nostro fisco oggi opera secondo un regime di classe brutale, che ha lo stesso metro di misura dello sceriffo di Nottingham. L’Unione Europea, contrariamente a quanto afferma la propaganda di regime, ha accentuato, razionalizzato e generalizzato quella regola: rubare ai poveri per donare ai ricchi. E così le tasse diventano sempre di più il costosissimo lusso imposto a chi non ce la fa ad arrivare alla fine del mese.
(Giorgio Cremaschi, “Le tasse sono il lusso dei poveri”, da “Micromega” dell’8 gennaio 2016).
fonte: http://www.libreidee.org/2016/01/tasse-maxi-sconto-a-apple-tanto-il-resto-lo-paghiamo-noi/
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