Quando avanzai la tesi nell’infosfera russa che gli Stati Uniti si
trasformano in una grande Ucraina, in un primo momento molti pensarono
che fosse uno scherzo divertente. Ma ciò che accade a Washington e altre
città, negli USA e in Europa, in questi giorni dimostra che non si
tratta di uno scherzo, ma della dura realtà in cui viviamo. Se con
attenzione e in modo imparziale guardiamo come abilmente
l’amministrazione Trump viene scossa, sarà facile vedere che le tecniche
utilizzate sono le stesse usate sulle piazze di Kiev, Cairo, Hong Kong e
Mosca. Se ci addentriamo ulteriormente nei dettagli, diremmo con
certezza che una maidan statunitense viene preparata, non sono solo con
gli stessi schemi delle sanguinarie rivoluzioni colorate in altri Paesi,
ma con gli stessi mandanti. Abbattiamolo.
Un’ondata di proteste contro il neopresidente Donald Trump sommerge le città statunitensi. Le manifestazioni sono presumibilmente svolte a sostegno dei diritti delle donne, ma media e manifestanti statunitensi dicono chiaramente che protestano contro la nuova amministrazione. Secondo varie stime, il numero di manifestanti in questa “azione delle donne” a Washington ammontava a 200000 persone, ma gli organizzatori hanno detto che un “milione di donne marciava su Washington”. “La marcia del milione”… non ricorda qualcosa? È lo stesso slogan con cui i liberali russi organizzavano le loro marce.
E le somiglianze non
finiscono qui. L’istigatore dei ribelli creativi al raduno era
interpretato da Madonna che, tra l’altro, non ha mai adempiuto alla
promessa di soddisfare oralmente tutti coloro che hanno votato Clinton.
In Russia e Ucraina, la parte “dei capipopolo” fu interpretata dalle
rock star Shevcuk e Vakharchuk. Le manifestazioni a sostegno della
“marcia del milione” statunitense hanno avuto luogo in molte città
europee, ricordando le manifestazioni a sostegno di Majdan e Bolotnaja.
Le prime finestre rotte e i primi poliziotti picchiati sono già apparsi,
mentre arrestavano diverse decine di coloro che la stampa anti-Trump
s’è affrettata a chiamare prigionieri politici, manifestanti pacifici e
bambini inermi. Mentre la polizia statunitense ha riportato che mazze da
baseball e pali di legno appuntiti branditi nelle proteste sono stati
confiscati a questi “bambini inermi”. Anche questo non ricorda qualcosa?
Letteralmente ogni dettaglio, dalla difesa mediatica dei “manifestanti
innocenti” alle mazze da baseball, sono elementi visti nelle tre maidan.
E ora qualche parola sull’aspetto più importante, i soldi. Un
ex-giornalista di Wall Street Journal ha condotto un’inchiesta sulle ONG
identificate come organizzatori e “partner chiave” della “marcia del
milione”. Tra queste ONG vi erano 56 organizzazioni ufficialmente
finanziate dalle agenzie di George Soros. Sono informazioni pubbliche. E
ora provate a immaginare cosa succede dietro le quinte.
Per ora la nuova amministrazione regge bene. In realtà, c’erano piani per sabotare il giuramento, ma i sostenitori di Trump organizzarono un’operazione coperta per filmare le “botteghe degli attivisti” che preparavano massicce rivolte a Washington, per poi far trapelare queste informazioni su internet qualche giorno prima del giuramento. Ciò non poteva non interessare le autorità competenti. I piani dei cosiddetti “antifascisti” prevedevano il blocco della metropolitana della capitale e la creazione di ingorghi. In uno dei video su una delle “botteghe” dei manifestanti, si sentiva l’organizzatore dire “un colpo alla gola funziona”. Come i giornalisti pro-Trump hanno segnalato, questa fuga di informazioni e la scoperta dei piani hanno costretto i mercenari clintoniani a ridimensionare notevolmente i loro piani sovversivi. Le proteste poi si sono rivelate piuttosto letargiche.
Ma va chiarito che
la prossima volta potrebbe andare diversamente. Ora, è chiaro che gli
organizzatori della maidan statunitense sono pronti ad assediare Trump e
assaltarne l’amministrazione finché non sarà completamente distrutta.
Cercano la causa scatenante per trasformare le proteste in qualcosa di
massiccio, una grave accusa che consenta a moltissime persone di
scendere in piazza. Per ora hanno cercato di usare il tema Trump “odia
le donne”, ma non ha funzionato. Sono sicuro che ci saranno altri
tentativi di organizzare le proteste di afro-americani e immigrati
messicani e poi di unirle. Il finale inevitabile sarebbe l’accusa di
tradimento e agente del Cremlino di Trump, come avvenne per abbattere
Janukovich.
Non discutiamo: è un buon piano. Ma c’è un “ma”. Trump non è Janukovich e, in caso di emergenza, potrebbe richiamare i suoi sostenitori a Washington, che sarebbero più che felici di sostenerlo con le armi, nel caso che le forze di sicurezza improvvisamente si rifiutassero di obbedire all’ordine di disperdere le maidan statunitensi. In questo caso, il sangue, molto sangue, inonderebbe le strade statunitensi e le conseguenze sarebbero imprevedibili. Sarebbe un male per il mondo, maidan in un Paese con armi nucleari minaccerebbe l’intero pianeta.
L’unica possibilità di evitare la “maidanizzazione” degli Stati Uniti
sono Trump e la sua amministrazione che rapidamente e con precisione
inizino a privare gli organizzatori della rivoluzione colorata
statunitense delle risorse finanziarie. I prossimi mesi mostreranno se
la nuova amministrazione ha abbastanza forza e coraggio per un passo del
genere.
Ruslan Ostashko, 23 gennaio 2017 – Fort Russ
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
https://aurorasito.wordpress.com/2017/01/24/e-iniziata-majdan-negli-usa/
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