lunedì 6 maggio 2013

FEGATO: rimedi naturali per depurarsi

Il fegato è una ghiandola che fa parte dell’apparato gastroenterico ed è situato nella parte superiore destra della cavità addominale, subito sotto il diaframma. 

E’ caratterizzato da una forma ovoidale, colore brunastro e presenta una consistenza molle. E’ distinto in quattro lobi: destro, sinistro, quadrato e caudato. E’ avvolto da due membrane : una sierosa esterna e una fibrosa interna che riveste senza interruzione tutto l’organo. E’ costituito da numerose cellule chiamate “epatociti” ognuna delle quali vive in media centocinquanta giorni, dopodiché si rigenera incessantemente. Il fegato ha la funzione di  produrre sali e pigmenti biliari e provvede alla secrezione della bile nell’intestino, fondamentale per la digestione.

Il fegato però non è solo un organo della digestione: esso, infatti, interviene nel metabolismo degli zuccheri e regolarizza (insieme al pancreas) la glicemia. Partecipa inoltre alla sintesi degli acidi grassi come forme di deposito dele calorie in eccesso ed è fondamentale nella disintossicazione dell’organismo.

TOSSINE
La parola “tossina”, benché a prima vista possa rimandare alla scienza di qualche secolo fa, non è mai stata attuale come nel terzo millennio. Se infatti è certamente vero che rappresenta un importante oggetto delle attenzioni di molte tradizioni e discipline salutistiche “antiche”, tra cui la medicina ayurvedica, l’omotossicologia e naturalmente la naturopatia, la tossicità trova tuttavia una piena corrispondenza nella realtà che tutti noi viviamo quotidianamente: i metalli pesanti (piombo, mercurio ecc.), i vari additivi alimentari (coloranti, conservanti ecc.), i farmaci, i composti chimici nocivi di diversa origine e gli altri inquinanti ambientali, nonché le sostanze prodotte dai batteri che vivono nel nostro organismo, quelle originate dai processi metabolici imperfetti, persino alcune molecole biologiche utili ma in eccesso (come l’istamina) sono tutte tossine in grado di minare la vitalità e il benessere, quando non addirittura di rappresentare cause dirette di patologia.

DEPURAZIONE DEL FEGATO
Il fegato prende parte a molte funzioni vitali, ma forse la più importante è quella di disintossicare l’organismo, concorrendo all’eliminazione di scorie e tossine. Quando è intasato da sostanze tossiche non riesce più ad assolvere al suo compito e quindi tutto il corpo ne risente con: emicrania, disturbi della pelle, alto livello del colesterolo “cattivo” LDL e/o trigliceridi.

Mantenere il fegato pulito è il primo passo per vincere gonfiori addominali tipici delle intolleranze alimentari e del sovrappeso. Inoltre permette di far funzionare al meglio il metabolismo ed evita patologie legate al suo intossicamento.
Ovviamente durante il periodo di depurazione (ma direi di prenderla come linea generale) ci sono delle piccole regole da seguire:
  • Evitare di utilizzare farmaci senza che vi sia un reale bisogno
  • Evitare di associare tra loro più medicinali senza aver consultato il proprio medico; attenzione anche ai rimedi naturali ed erboristici, tanto per citare un esempio la spremuta di pompelmo può aumentare di molto l’assorbimento di farmaci e la loro biodisponibilità, anche di 5-9 volte
  • Limitare il consumo di alcolici limitandosi ad un bicchiere di vino o birra durante i pasti principali
  • Evitare l’automedicazione
  • Non assumere medicinali in associazione con bevande alcoliche
  • Non inalare direttamente spray di uso comune come gli insetticidi per piccoli insetti
  • Adottare uno stile di vita sano caratterizzato da alimentazione equilibrata e regolare attività fisica
  • Moderare il consumo di fritture e di grassi in particolar modo di quelli saturi, contenuti soprattutto nei latticini, nella margarina e nelle carni grasse. Il consumo di tali alimenti va ridotto anche per tenere sotto controllo i valori di colesterolo nel sangue
  • Moderare il consumo di cibi affumicati, grigliati o bruciacchiati
  • Limitare il consumo di sale, sostituendolo eventualmente con delle spezie
  • Incrementare il consumo di alimenti ricchi di fibre come frutta e verdura
  • Mantenere il proprio peso corporeo nella norma
  • Evitare diete dell’ultimo minuto
  • Assicurarsi di assumere le giuste quantità di vitamine e minerali anche se si sta seguendo una dieta dimagrante

RIMEDI NATURALI


- TARASSACO

Il tarassaco è una pianta erbacea perenne diffusa un po’ ovunque e cresce fino ai 1.800 metri di altezza; il suo nome scientifico è Taraxacum officinale, ed è conosciuto anche col nome di dente di cane o dente di leone.
Il tarassaco cresce prevalentemente nei prati e si riconosce facilmente dai suoi fiori giallo intenso che lasciano presto il posto a globi soffici e piumosi chiamati soffioni. Il periodo migliore per la raccolta del tarassaco è a febbraio, oppure a settembre, prima che la pianta fiorisca, nel pieno della sua tenerezza e delle sue proprietà salutari.
Uno dei modi più consueti per consumare il tarassaco è in insalata con dell’ottimo olio extravergine di oliva, sale e aglio crudo tritato finemente.


Il tarassaco presenta varie proprietà farmacologiche, grazie soprattutto alle sostanze amare che caratterizzano anche il suo gusto: tarassicina e inulina. Molto note le sue proprietà diuretiche tanto da essere chiamato con nome piscialetto nella tradizione contadina.
 

Oltre alle sue proprietà diuretiche il tarassaco è in grado di favorire l’aumento di bile e il suo passaggio dal fegato all’intestino, ma non solo, ha anche proprietà antinfiammatorie, purificanti, e disintossicanti nei confronti del fegato. Gli effetti diuretici e l’abbondanza di potassio possono contribuire a regolare la pressione arteriosa e la quantità di fluidi corporei.
Recente è la scoperta riguardante i calcoli biliari; il tarassaco è in grado di influire, non sul calcolo già esistente, ma bensì sulla predisposizione che l’organismo ha alla formazione di calcoli.


Il decotto viene consigliato per dare maggiore incisività agli effetti diuretici del tarassaco. Metodo di preparazione: Prendere 15 grammi di radici essiccate e farle bollire per circa cinque minuti in 200 ml. di acqua, lasciare riposare il tutto per altri cinque minuti, filtrare e bere.

- CARCIOFO

Il carciofo è una pianta di origine mediterranea, con un fusto robusto e ramificato; la sua altezza può raggiungere un metro e venti centimetri. Il carciofo è un ortaggio ben conosciuto e consumato fin dai tempi antichi. Era utilizzato come alimento fin dal popolo egiziano ed in seguito dai greci e dai romani. Il carciofo viene raccolto da ottobre a giugno e molte specie fioriscono più volte durante l’anno. In Italia è molto diffuso, soprattutto nell’area mediterranea, le coltivazioni più estese si trovano in Liguria, Toscana, Sardegna, Lazio e Puglia ed il nostro paese, attualmente, è il maggior produttore a livello mondiale di carciofi. Sul mercato esistono diverse qualità di carciofo, tondeggianti o allungati, con spine o senza, in diverse tonalità di verde e con sfumature violacee. Le varietà di carciofo coltivate nel mondo sono circa 90.

Il segreto delle sue virtù risiede nella cinarina, la sostanza aromatica che gli conferisce il caratteristico sapore amaro e molte delle sue proprietà benefiche e terapeutiche. Il carciofo è ricco di potassio e sali di ferro, mentre ha una scarso contenuto a livello di vitamine. Troviamo poi alcuni zuccheri consentiti ai diabetici, come mannite e inulina e altri minerali come rame, zinco, sodio, fosforo e manganese.

L’organo che trae maggior beneficio dalle proprietà del carciofo è il fegato; la cinarina, i cui benefici vengono disattivati dalla cottura (per questo motivo è meglio consumare il carciofo crudo), favorisce la diuresi e la secrezione biliare. Secondo recenti ricerche scientifiche è stato dimostrato che mangiare carciofi contribuisce al benessere del nostro organismo e soprattutto a prevenire diverse malattie. Il carciofo ha proprietà digestive e diuretiche e, grazie alla presenza di inulina permette di abbassare i livelli di colesterolo; inoltre, nel cuore del carciofo è presente un acido clorogenico, antiossidante, che è in grado di prevenire malattie arteriosclerotiche e cardiovascolari. Le sostanze con proprietà antiossidanti contenute nel carciofo hanno una potenziale attività antitumorale che è tutt’ ora oggetto di ricerche onde poterne confermare la veridicità.

- CARDO MARIANO (SILIMARINA)

La pianta del cardo mariano, nome scientifico Silybum Marianum, è un’erbacea biennale appartenente alla famiglia delle Asteracee ed è quella più facilmente reperibile e quindi più diffusa rispetto a quella del “cardo gobbo”, originario della zona di Nizza Monferrato ( AT ), il cui nome scientifico è Cynara Cardunculus.
Il cardo è un ortaggio tipico del periodo invernale ed è contraddistinto da un apporto calorico particolarmente basso; solitamente, a causa delle sue coste fibrose e abbastanza dure, va consumato cotto, ad eccezione del cardo gobbo che essendo più tenero può anche essere consumato crudo.
 

Il sapore del cardo è abbastanza amaro e richiama per certi versi quello del carciofo; come il carciofo, una volta tagliato, se lasciato all’aria, si ossida ed annerisce.
Il cardo contiene circa il 94% di acqua, l’ 1,7 % di zuccheri, lo 0,6 % di proteine, l’ 1,5 % di fibre alimentari, amido e grassi in bassissima percentuale; presente il potassio in buona quantità, ferro, sodio, calcio e fosforo.
 

Tra le vitamine sono presenti alcune del bruppo B e precisamente la vitamina B1, B2 e B3. Oltre a queste troviamo anche la vitamina C in buona quantità.

Il cardo è noto principalmente per avere proprietà protettive nei confronti del fegato grazie ad una miscela di flavonolignani presente nei suoi acheni e chiamata “silimarina”. Questa miscela ha ottime proprietà depurative e protettive nei confronti del fegato e viene quindi impiegata in casi di intossicazioni causate da alcool, epatite, droghe. La silimarina è anche impiegata nei casi di intossicazione da funghi velenosi, nel caso specifico dell’Amanita Phalloides, fungo estremamente pericoloso.
 

Il cardo ha anche proprietà antiossidanti e la sua assunzione permettere di controllare l’attività dei radicali liberi limitando così i danni al nostro organismo. Se assunto sotto forma di tisana il cardo contrasta l’insorgere del mal di testa da sindrome premestruale.
Il cardo, grazie alle sue proprietà galattogene, viene spesso prescritto alle neo mamme in quanto stimola la produzione di latte materno.
 

Grazie alle sua proprietà toniche e decongestionanti il cardo è un ottimo aiuto anche in caso di stress, fatica e depressione.
 

Assunto sotto forma di tintura madre il cardo viene in aiuto in caso di calcoli alla cistifellea.
In tempi più recenti, grazie alle sue proprietà ed ai suoi benefici nei confronti del fegato, estratti di cardo vengono somministrati ai pazienti che si sottopongono a chemioterapia per limitare i danni epatici.


- FINOCCHIO

La pianta del finocchio, nome scientifico Foeniculum vulgare, appartiene alla famiglia delle Apiaceae e può raggiungere il metro d’altezza; il finocchio è originario del bacino mediterraneo ed attualmente viene coltivato un po’ ovunque.
 

Il finocchio, utilizzato fin dai tempi più antichi per le sue proprietà aromatiche e digestive, ha un sapore che richiama in qualche modo quello dell’anice. Oltre alla pianta dolce, appartenente alla varietà destinata alla produzione orticola, esiste anche la varietà selvatica, la cui pianta può raggiungere un’altezza di due metri.
 

La pianta del finocchio si adatta abbastanza bene ad essere coltivata nella maggior parte dei terreni; attualmente il finocchio viene coltivato nella maggior parte degli orti per la produzione della sua parte commestibile denominata “grumolo” che altro non è che l’insieme delle sue guaine fogliari che giungono a maturazione tre mesi dopo la semina.

Il finocchio è composto per il 90% circa da acqua, l’1,3 % da proteine, il 3 % da fibre, l’1 % da ceneri e da carboidrati; i minerali presenti sono il potassio ( in buone quantità ), il calcio, il fosforo, il sodio, il magnesio, il ferro, lo zinco, il manganese ed il selenio.
Per quanto concerne le vitamine troviamo: la vitamina A, alcune appartenenti al gruppo B e la vitamina C; il finocchio contiene olio essenziale al cui interno sono contenuti i principi attivi con le proprietà più rilevanti. Degna di nota la presenza di flavonoidi come l’ isoquercitrina e la rutina.


Il finocchio ha principalmente proprietà digestive e sono dimostrati i suoi benefici all’organismo umano in caso di gonfiori addominali. L’assunzione di finocchio ha infatti la capacità di evitare la formazione di gas intestinali e si rivela quindi utile in caso di aerofagia e meteorismo; infatti il finocchio contiene al suo interno una sostanza aromatica chiamata anetolo che funziona da calmante in caso di contrazioni addominali.
 

Il finocchio ha anche proprietà depurative del sangue e del fegato,ed è anche un buon antinfiammatorio soprattutto nei riguardi del colon. La sua assunzione apporta benefici anche in caso di tosse, ove, per ridurne i fastidi, è consigliata la preparazione di un decotto a base di foglie e semi che andranno bolliti per 3/4 minuti in tre quarti di litro d’acqua per poi essere zuccherato con miele.
 

Il finocchio viene anche utilizzate dalle neo mamme per aumentare la produzione di latte e viene anche impiegato dalle donne per alleviare i sintomi tipici della menopausa e non solo; infatti la sua assunzione risulta utile per lenire i dolori e le ( eventuali ) nausee derivanti dal ciclo mestruale.
- CURCUMA

In India è conosciuta ed utilizzata da almeno 5.000 anni, come medicina, spezia e anche colorante; botanicamente parlando, la curcuma appartiene alla famiglia delle Zingiberacee. Si tratta di piante erbacee, perenni, dotate di rizoma e coltivate prevalentemente nelle regioni tropicali. La pianta della curcuma è caratterizzata da foglie lunghe a forma ovale, mentre i fiori sono raccolti in spighe. Il suo nome deriva dalla lingua persiana-indiana e precisamente dalla parola Kour Koum, che significa zafferano; infatti la Curcuma è anche nota col nome di Zafferano delle Indie. I suoi rizomi, che sono la parte della pianta che contiene i principi attivi, o droga, vengono fatti bollire per parecchie ore e fatti seccare in grandi forni, dopodiché vengono schiacciati fino ad ottenere una polvere giallo-arancione che viene comunemente utilizzata come spezia nella cucina del Sud Asia.
 

La spezia che si ricava dalla curcuma, come abbiamo detto di un bel colore giallo dorato, contiene centinaia di componenti; tuttavia l’attenzione degli studiosi si è concentrata su uno in particolare: la curcumina.
 

Altri componenti della curcuma sono rappresentati da potassio, da vitamina C, e per il 26% da amido. Molto importante anche la presenza di oli eterici che sono in grado di stimolare l’appetito e quelli amari che sono in grado di stimolare la formazione di enzimi digestivi.
In base a recenti studi è risultato che la curcumina potrebbe essere utile a contrastare l’insorgere di almeno otto tumori: colon, bocca, polmoni, fegato, pelle, reni, mammelle e leucemia. La curcuma viene impiegata nella medicina tradizionale indiana e in quella cinese come disintossicante dell’organismo, in particolare del fegato e come antinfiammatorio. 

Queste proprietà salutari che vengono attribuite alla curcuma dalla tradizione popolare sono le stesse che oggi vengono confermate dalla medicina ufficiale, anche alla luce dei numerosissimi studi e scoperte che la scienza attuale ha ufficialmente confermato.
 

La cosa che ha “catturato” l’attenzione degli studiosi è il fatto che nei paesi asiatici e in particolare in India, dove il consumo di curcuma è altissimo, l’incidenza dei tumori è molto bassa. Molto interessanti le proprietà antiossidanti della curcumina che sono in grado di trasformare i radicali liberi in sostanze inoffensive per il nostro organismo oltre naturalmente a rallentare l’invecchiamento del nostro patrimonio cellulare. Molto valida anche l’azione cicatrizzante della curcumina; in India infatti viene applicato il rizoma di curcuma per curare ferite, scottature, punture d’insetti e malattie della pelle con risultati veramente soddisfacenti. Infine, secondo uno studio pubblicato sulla rivista ” Cancer Research”, la curcuma avrebbe un ruolo fondamentale nella prevenzione e nel trattamento del tumore alla prostata. Si è inoltre constatato che l’effetto della curcumina è ancora più evidente quando associato ad un isotiocianato presente in verdure come il cavolo, i broccoli o il cavolo rapa.

Per un uso salutistico è sufficiente riuscire ad integrarla nella nostra dieta quotidiana. Un paio di cucchiaini da caffè al giorno sono la dose ideale; si può aggiungere a fine cottura di molti alimenti ma si può anche aggiungere a vari tipi di yogurt o farne una salsa. E’ importante ricordare che la curcuma va assunta insieme al pepe nero o al tè verde per facilitarne l’assorbimento. Non solo. Anche l’abbinamento a qualche grasso, tipo olio d’oliva, burro, o quant’altro, facilita l’assorbimento della curcuma.

- MIRTILLO

L’aspetto estetico del mirtillo (Vaccinium Myrtillus) è quello di un piccolo arbusto, molto diffuso nelle zone boscose, frutto tipico del sottobosco, solitamente alto sui 50 cm, foglie ovali e seghettate, appartenente alla famiglia delle Ericacee; il mirtillo generalmente cresce nelle zone montane, la sua fioritura avviene in primavera, mentre i frutti si raccolgono ad agosto. I mirtilli si distinguono in tre diverse specie : mirtillo nero, rosso e blu.

Il mirtillo nero, in particolare, è quello a cui vengono riconosciute il maggior numero di proprietà benefiche per l’organismo umano; il suo colore è dovuto alla presenza di antociani, che sono dei pigmenti blu aventi diverse funzioni nella pianta, tra cui quella di difenderla dai radicali liberi e dai raggi ultravioletti. Le sostanze principali che troviamo in questo piccolo frutto sono costituite da zuccheri, diversi tipi di acidi tra cui l’acido citrico e l’acido idrocinnamico. Inoltre, il mirtillo nero, contiene la vitamina B9, i tannini e in grande quantità sono presenti le antocianine che rendono i tessuti capillari più forti ed elastici. L’acido ossalico è quello che conferisce il tipico sapore asprigno del mirtillo.


Il mirtillo è indicato per tutte le forme di disturbi intestinali, disturbi del fegato, tendenza alle emorragie per fragilità dei capillari, disturbi della circolazione in genere e per i problemi alla vista. L’acido idroccinnamico presente nel mirtillo è molto importante per il nostro organismo, in quanto è in grado di neutralizzare le sostanza cancerogene prodotte nell’apparato digerente. Il consumo di alimenti ricchi di sostanze antiossidanti, vedi il mirtillo, assume un importantissimo ruolo per quanto riguarda la salute del nostro organismo; queste sostanze, infatti, sviluppano uno scudo protettivo nei confronti della nostra pelle e soprattutto nella lotta ai radicali liberi. Oltre al loro potere antiossidante, i mirtilli, vengono usati anche per altre proprietà terapeutiche; sono infatti in grado di curare l’affaticamento visivo e la fragilità dei vasi capillari.
 

La antocianine agiscono sul cuore e sono in grado di aumentare la resistenza stessa del muscolo; grazie al suo effetto antisettico e anti infiammatorio, il mirtillo riduce la flatulenza e combatte in modo deciso la diarrea.
In campo oculistico, il consumo di mirtillo, favorisce la produzione della rodopsina, una proteina che migliora notevolmente la capacità di vedere in condizioni di luce bassa e ne migliora l’adattamento all’oscurità. Infine, il succo fresco di mirtillo ha proprietà in grado di migliorare la diuresi.


- ORTICA

L’ortica è una pianta perenne appartenente alla famiglia delle Urticacee, alta dai 50 cm ai 150 cm e diffusa in tutte le parti del mondo, cresce solitamente in zone umide; sia le foglie che i fusti sono ricoperti da peli ad effetto urticante e perdono questa caratteristica 12 ore dopo la loro raccolta.

Le proprietà terapeutiche dell’ortica, conosciute sin dall’antichità, sono state confermate dalla scienza negli ultimi decenni; purtroppo, ancora oggi, l’ortica è conosciuta più che per le sue proprietà e benefici per il suo effetto orticante.


L’ortica è una pianta ricca di sali minerali, in particolar modo le foglie che contengono ferro in abbondanza, calcio, silicio, magnesio, e fosforo; esse contengono anche le vitamine A, C e K, acido formico e gallico, clorofilla, istamina, tannino e carotene.


Una delle principali proprietà dell’ortica è quella antianemica, infatti l’abbondanza di ferro e di clorofilla stimolano l’organismo a produrre globuli rossi rendendo così l’ortica un alimento ideale per chi presenta problemi di anemia; è depurativa, diuretica, tonificante e ricostituente. La creatina, contenuta in piccole dosi nell’ortica, ha come proprietà quella di facilitare le digestione e l’assimilazione dei cibi, in quanto facilita la secrezione del succo pancreatico.
 

Molto utile in presenza di diarrea o dissenteria, l’ortica ha anche proprietà antinfiammatorie sull’intestino; non solo è usata anche contro la caduta dei capelli e l’eliminazione della forfora in forma di decotto da frizionare ripetutamente sul cuoio capelluto. Le sue proprietà diuretiche e depurative aiutano l’organismo ad eliminare acidi, cloruri e colesterolo e proprio grazie a queste caratteristiche, l’ortica viene impiegata in caso di patologie come la gotta i reumatismi e l’artrite.

ATTENZIONE!
Questi proposti sono alcuni semplici metodi naturali da poter assumere come estratti secchi, estratti analcolici, infusi (in caso di fiori o foglie), decotti (in caso di radici) sempre da assumere se si è completamente sicuri di non essere allergici o intolleranti. Chiedete sempre consiglio al vostro erborista di fiducia. Le cure depurative NON devono essere continuative ma fatte per determinati periodi, che non superano i 30 giorni, eventualmente ripetute nell’arco dell’anno per 2-3 volte.

- Denise Baldi -
 http://www.losai.eu/fegato-rimedi-naturali-per-depurarsi/
 

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