Scheda autore: Carlos Castaneda
scrive i suoi romanzi nel trentennio che va dal 1968 al 1996. Le sue
opere sono caratterizzate da parole tanto semplici quanto coinvolgenti
nei quali egli stesso è protagonista dei molti dialoghi, e voce
narrante. I libri non contengono bibliografia, nessuna fotografia che
ritragga Castaneda è mai stata pubblicata, persino la notizia della sua
morte, avvenuta nell’aprile del 1998, si è diffusa con mesi di ritardo e
con non poche lacune. Tutto quello che riguarda la giovane età di
Carlos Castaneda resta un mistero con tante discordie.
Sicuramente entra nell'Università
della California di Los Angeles nel 1959, continua a studiare per
ottenere un dottorato, e nel 1968, quasi improvvisamente, diventa famoso
in tutto il mondo con l'uscita del suo primo libro, "A scuola dallo
stregone". Successivamente scrive altri 11 romanzi che lo renderanno
famoso in tutto il mondo. Criticato e lodato Castaneda muore di cancro
inaspettatamente nel 1998 aumentando dubbi e misteri intorno alla sua
figura.
http://www.carloscastaneda.it/
La straordinaria
via degli Sciamani Toltechi, Uomini di Conoscenza esperti nell'arte
della manipolazione della percezione, sciamani, il cui supremo intento è
la Libertà.
GLI INSEGNAMENTI DEL NAGUAL JUAN MATUS TRASMESSI AL NAGUAL CARLOS CASTANEDA
OSCURE PRESENZE PARASSITE
«Gli sciamani dell’antico Messico
scoprirono che abbiamo un compagno che resta con noi per tutta la vita,
un predatore che emerge dalle profondità del cosmo e assume il dominio
della nostra vita.»
Don Juan Matus (1)
Rispetto a quanto riferito fino ad ora
della concezione tolteca, le considerazioni che seguono possono apparire
ancora più sconcertanti e possono generare una varietà di reazioni nel
lettore: di difesa come il rifiuto o di consapevolezza profonda come
angoscia, senso di schifo, paranoia. Rivolgo per questo al lettore lo
stesso invito che il Nagual Carlos fece alla conferenza di Santa Monica,
in California, nel 1993 – la sua prima apparizione pubblica dopo
decenni di totale anonimato:
«Il mio nome è Carlos Castaneda.
Vorrei pregarvi di una cosa. Vi prego di sospendere per oggi il
giudizio. Vi prego di aprirvi – anche solo per un’ora – alla possibilità
che sto per presentarvi. Per trent’anni sono stato irreperibile. Non
sono solito rivolgermi alla gente e parlare. Ma ora, per un momento,
sono qui. È nostro dovere ripagare un debito a coloro che hanno fatto la
fatica di mostrarci certe cose. Questo sapere noi lo abbiamo ereditato.
Don Juan ci disse che non dobbiamo difenderlo. Vorremmo farvi capire
che ci sono opzioni, possibilità insolite che non sono fuori dalla
vostra portata.»
OMBRE DI FANGO
Gli antichi stregoni si accorsero per
primi che qualcosa non andava per il verso giusto. Essi videro che nei
bambini, le emanazioni luminose – tenute insieme da una forza
agglutinante nella forma di un uovo – erano anche ricoperte da una
patina di straordinario splendore. Videro che alla crescita del bambino
questa patina, anziché svilupparsi anch’essa di conseguenza, diminuiva
drammaticamente. Videro che questo involucro di luce era direttamente
correlato alla consapevolezza dell’individuo e lo chiamarono lo
splendore della consapevolezza. La consapevolezza non si sviluppava come
sarebbe stato naturale. Inquietati da questa incongruenza estesero le
loro indagini e scoprirono la presenza di esseri oscuri posti
direttamente sullo sfondo del campo energetico umano e per questo
difficilmente individuabili.
Gli
stregoni videro che questi esseri oscuri si cibavano della lucentezza
della consapevolezza di ogni individuo, riducendone sempre di più la
patina luminosa. Le entità oscure sono particolari esseri inorganici,
coscienti e molto evoluti e poiché si muovono saltellando o volando come
spaventose ombre vampire furono chiamati los voladores, ovvero quelli
che volano. Don Juan: «Sei arrivato, e con le tue sole forze, a ciò che
per gli sciamani dell’antico Messico era la questione suprema. Per tutto
questo tempo non ho fatto che menare il can per l’aia, insinuando in te
l’idea di un qualcosa che ci tiene prigionieri. Ed è davvero così!»
Carlos: «Perché questo predatore ci
avrebbe sottomessi nel modo che stai descrivendo, don Juan? Dev’esserci
una spiegazione logica.»
Don Juan: «Una spiegazione c’è ed è la
più semplice che si possa immaginare. I predatori hanno preso il
sopravvento perché siamo il loro cibo, la loro fonte di sostentamento.
Ecco perché ci spremono senza pietà. Proprio come noi alleviamo i polli
nelle stie…» (1) I voladores si nutrono solo di un determinato tipo di
energia e, come vedremo, noi produciamo molta di quella energia. Questo
ci fa essere le prede ideali da mungere quotidianamente. Il danno
energetico che questa azione predatrice ci arreca è immenso.
Siamo esseri magici dotati di
possibilità infinite condannati a brandelli di consapevolezza: i
voladores consumano regolarmente la patina luminosa – che torna a
crescere per sua natura – e come impeccabili giardinieri tengono l’erba
rasa sempre allo stesso (misero) livello. Gli sciamani vedono che la
patina di luminosità rimastaci è una piccola pozzanghera di luce sotto i
piedi, che non arriva nemmeno agli alluci.
Questa consapevolezza rimastaci è
davvero poca cosa e ci permette giusto di interagire nel mondo
quotidiano fissato dalla socializzazione, ma certo non ci dà modo di
comprendere la nostra reale situazione o di riconoscere che condividiamo
lo stesso destino degli animali che alleviamo. Come inconsapevoli
schiavi ci identifichiamo nei nostri predatori e riproponiamo i loro
nefandi comportamenti con la natura in generale inquinando, disboscando,
distruggendo e «sfruttiamo noi stessi senza ritegno i nostri animali:
li mungiamo, li tosiamo, prendiamo loro le uova e poi li macelliamo o li
rendiamo in diversi modi sottomessi e mansueti. Li leghiamo, li
mettiamo in gabbia, tagliamo loro le ali, le corna, gli artigli ed i
becchi, li ammaestriamo rendendoli dipendenti e gli togliamo poco a poco
l’aggressività e l’istinto naturale per la libertà.» (2)
Ci manca l’energia, non possiamo fare
altro che specchiarci, nella pozzanghera di consapevolezza, in un
limitato e illusorio riflesso di sé, una falsa personalità. «La
coscienza delle suole rispecchia la nostra immagine, la nostra superbia e
il nostro ego, i quali alla fine non sono altro che la nostra vera
gabbia.» (3)
L’esigua pozzanghera di consapevolezza è l’epicentro dell’egocentrismo in cui l’uomo è irrimediabilmente intrappolato.
Ci hanno tolto tutta l’energia, ma ci
hanno lasciato proprio quella che ruota intorno all’Ego! E proprio
facendo leva sul nostro egocentrismo i voladores creano fiammate di
consapevolezza che poi voracemente consumano.
I
predatori alimentano l’avidità, il desiderio smodato, la codardia,
l’aggressività, l’importanza personale, la violenza, le emozioni forti,
l’autocompiacimento ma anche l’autocommiserazione. Le fiamme energetiche
generate da queste qualità “negative” sono il loro cibo prediletto. I
voladores non amano invece la qualità vibrazionale della consapevolezza,
dell’amore puro, dell’armonia, dell’equilibrio, della pace, della
sobrietà… in una parola aborriscono la qualità energetica della crescita
evolutiva, e hanno ogni vantaggio nel boicottare ogni nostro incremento
di coscienza. «La nostra mentalità da schiavi, che nella cultura
giudeo-cristiana ci promette consolazione nell’aldilà, non porta alcuna
vantaggio a noi stessi, bensì ad una forza estranea, che in cambio della
nostra energia ci fornisce credenze, fedi e modi di vedere che limitano
le nostre possibilità e ci fanno cadere nella dipendenza.» (4)
L'INSTALLAZIONE ESTRANEA
Secondo don Juan sono stati proprio i
voladores a instillarci stupidi sistemi di credenza, le abitudini, le
consuetudini sociali, e sono loro a definire le nostre paure, le nostre
speranze, sono loro ad alimentare in continuazione e senza ritegno il
nostro Ego. Carlos: «Ma come ci riescono, don Juan? Ci sussurrano queste
cose all’orecchio mentre dormiamo?»
Don
Juan: «Certamente no. Sarebbe idiota! Sono infinitamente più efficienti
e organizzati. Per mantenerci obbedienti, deboli e mansueti, i
predatori si sono impegnati in un’operazione stupenda, naturalmente dal
punto di vista dello stratega. Orrenda nell’ottica di chi la subisce. Ci
hanno dato la loro mente! Mi ascolti? I predatori ci hanno dato la loro
mente che è la nostra. La mente dei predatori è barocca,
contraddittoria, tetra, ossessionata dal timore di essere smascherata.
Benché tu non abbia mai sofferto la fame, sei ugualmente vittima
dell’ansia da cibo e la tua altro non è che l’ansia del predatore,
sempre timoroso che il suo stratagemma venga scoperto e il nutrimento
gli sia negato.
Tramite la mente che, dopotutto, è la
loro, i predatori instillano nella vita degli uomini ciò che più gli
conviene… Le nostre meschinità e le nostre contraddizioni sono il
risultato di un conflitto trascendentale che affligge tutti noi, ma di
cui solo gli sciamani sono dolorosamente e disperatamente consapevoli:
si tratta del conflitto delle nostre due menti. Una è la nostra vera
mente, il prodotto delle nostre esperienze di vita, quella che parla di
rado perché è stata sconfitta e relegata nell’oscurità.
L’altra, quella che usiamo ogni giorno
per qualunque attività quotidiana, è una installazione estranea.»
Carlos: «Ma se gli sciamani dell’antico Messico e quelli attuali vedono i
predatori, perché non fanno nulla?» Don Juan: «Non c’è nulla che tu e
io possiamo fare se non esercitare l’autodisciplina fino a renderci
inaccessibili. Ma pensi forse di poter convincere i tuoi simili ad
affrontare tali rigori? Si metterebbero a ridere e si farebbero beffe di
te, e i più aggressivi ti picchierebbero a morte. Non perché non ti
credano. Nel profondo di ogni essere umano c’è una consapevolezza
ancestrale, viscerale, dell’esistenza dei predatori.» (1)
Non c’è da meravigliarsi dunque del
fatto che i bambini hanno spesso paura di demoni, mostri, spiriti o
strane ombre (l’Uomo Nero) che secondo loro si nasconderebbero sotto il
letto, dietro le porte, negli armadi, etc. I bambini piccoli vedono e
solo quando hanno raggiunto una certa quota di socializzazione smettono
di vedere, e ciò che prima era visibile si manifesta come inconscia
presenza, come inquietudine, paura, disperazione, depressione… «La mente
di quello che vola non ha rivali. Quando si propone qualcosa non può
che concordare con se stessa e indurti a credere di aver fatto qualcosa
di meritevole. La mente di quello che vola ti dirà che qualsiasi cosa
dica Juan Matus è solo un mucchio di sciocchezze e quindi essa stessa
concorderà con la sua affermazione, “ma certo, sono sciocchezze” dirai
tu. È così che ci sconfiggono.»
Don Juan Matus (2)
Il recente film The Matrix da forma in
maniera efficace a queste tematiche castanediane: il Tonal dei toltechi –
ovvero il mondo quotidiano frutto della socializzazione e mantenuto
dall’attività della mente – è Matrix, una terrificante trappola che
consente a delle entità (in questo caso macchine) di depredare l’energia
degli esseri umani. I pensieri che attraversano la nostra mente sono
certamente “nostri”, ma la mente, attraverso la socializzazione, ne
dirige il percorso in modo tale che essi sono “liberi” non più di quanto
lo sia un treno su delle rotaie. I dati sensoriali sono i nostri, ma il
software che guida il pensiero è estraneo. Il pensiero ricrea
costantemente il mondo così come lo vediamo (o meglio, così come ci è
stato insegnato a vederlo.
Fermare
il pensiero per gli sciamani toltechi significa “fermare il mondo” e
vedere le cose come sono veramente: pura energia. Don Juan spiega che
gli sciamani possono sconfiggere l’installazione estranea attraverso una
vita d’impeccabilità (uso strategico dell’energia) perché la disciplina
strema in modo incommensurabile la mente aliena.
La disciplina e la
sobrietà sono qualità della consapevolezza che rendono la patina di
splendore dell’uovo luminoso sgradevole al gusto del volador. Ogni volta
che si interrompe il dialogo interiore e si entra nel silenzio
interiore si affatica la mente del predatore in modo così insostenibile
che l’installazione estranea fugge. Successivamente essa ritorna, ma
indebolita. Attraverso ripetuti stati di silenzio interiore
l’installazione estranea prima o poi viene sconfitta e non torna.
Ogni volta che si interrompe il dialogo
interiore, il mondo così come lo conosciamo collassa e affiorano
aspetti di noi del tutto straordinari, come se fino a quel momento
fossero stati sorvegliati a vista dalle nostre parole. Don Juan sostiene
che il giorno in cui la mente estranea ci abbandona è il giorno più
triste e difficile, poiché siamo costretti a contare solo sulle nostre
forze e non c’è più nessuno a dirci cosa dobbiamo fare. Dopo
un’esistenza di schiavitù, la nostra vera mente è molto debole e
insicura e deve ritrovare la sua identità. “Esiste un predatore che è
emerso dalle profondità del cosmo e ha assunto il comando delle nostre
vite. Gli esseri umani sono suoi prigionieri. Il predatore è nostro
signore e padrone. Ci ha resi docili, inermi. Se vogliamo protestare,
egli reprime le nostre proteste. Se vogliamo agire indipendentemente,
esige che non lo facciamo... per tutto questo tempo ho menato il can per
l'aia, insinuando in voi il dubbio che qualcosa ci stia tenendo
prigionieri. Siamo davvero prigionieri!”
(Carlos Castaneda)
“Abbiamo un predatore, che
giunse dalle profondita’ del cosmo e prese potere sulle nostre vite. Gli
esseri umani sono suoi prigionieri. Il predatore e’ il nostro signore e
maestro. Ci ha resi docili, indifesi . Se vogliamo protestare, sopprime
la nostra protesta. Se vogliamo agire indipendentemente, ci impone che
non lo facciamo. Siamo tenuti prigionieri. Hanno preso il sopravvento su
di noi perche’ siamo il loro cibo e ci strizzano senza pieta’, perche’
siamo il loro sostentamento. Cosi come alleviamo i polli nel pollaio, i
predatori allevano esseri umani in pollai- humaneros. Ecco perche’ hanno
sempre del cibo per loro”.
Don Juan Matus
“Pensa per un momento e dimmi come ti
spiegheresti le contraddizioni tra l’intelligenza dell’uomo ingegnere e
la stupidita’ del suo sistema di credo o la stupidita’ del suo sistema
contraddittorio di comportamento. Gli stregoni credono che i predatori
ci abbiano dato il nostro sistema di credenze, le nostre idee di bene e
male, i nostri costumi sociali. Sono loro che hanno impostato i nostri
sogni di successo o fallimento. Ci hanno dato cupidigia, avidita’ e
codardia. E’ il predatore che ci rende complici, rutinari, egomaniacali.
Per tenerci obbedienti, miserevoli e deboli, i predatori si impegnano
in manovre stupende, stupende ovviamente dal loro punto di vista, quello
di una strategia di lotta, ma una orrenda manovra dal punto di vista,
invece, di chi la subisce e ne soffre. Ci hanno dato la loro mente. La
mente dei predatori e’ barocca, contraddittoria, tetra, colma di paura
di essere scoperti ogni minuto”
Don Juan Matus
“So che persino ora, anche se non avete
mai sofferto la fame, avete ansia per il cibo, che non e’ altro che
l’ansia del predatore, che teme che in ogni momento la sua manovra stia
per essere scoperta e quindi gli verra’ negato del cibo. Attraverso la
mente, che dopotutto e’ la loro mente, i predatori iniettano nelle vite
degli esseri umani tutto cio’ che a loro conviene. In questo modo, si
assicurano che un certo livello di sicurezza agisca come ammortizzatore,
contro la loro paura. Gli stregoni dell’antico Messico….dicevano che
l’essere umano ad un certo punto deve essere stato un essere completo,
con delle prese di coscienza meravigliose, fette di consapevolezza che
oggigiorno sono leggende mitologiche. Poi…tutto sembra scomparire ed ora
abbiamo un uomo sedato.
Quel
che voglio dire e’ che cio’ che abbiamo contro di noi non e’ un
semplice predatore. E’ molto ganzo ed organizzato. Segue un sistema
metodico per renderci inutili.
L’essere umano, quell’essere magico che e’ nel suo destino essere, non e’ piu’ magico.
E’ un pezzo di carme mediocre.
Non ci sono piu’ sogni per l’essere
umano, se non i sogni di un animale cresciuto per essere un pezzo di
carne. Banale, convenzionale, imbecille”
Don Juan Matus
"La tua ansia altro non è che l'ansia
del Volador, sempre timoroso che il suo stratagemma venga scoperto e il
nutrimento gli sia negato. Tramite la mente che, dopotutto, è la loro, i
Voladores instillano nella vita degli esseri umani ciò che più gli
conviene, garantendosi un certo livello di sicurezza che va a mitigare
la loro paura".
Carlos Castaneda
Fonte: http://www.menphis75.com/los_voladores.htm
http://www.metamorfosi-aliene.it/delomelanicon/delomelanicon/delomelanicon/445-los-voladores.html
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