mercoledì 4 settembre 2013

Navi da guerra della NATO al largo delle coste siriane

Il dispiegamento navale è stato deciso “prima” dell’attacco chimico del 21 agosto
Prof. Michel Chossudovsky, Global Research, 3 settembre 2013 (Parte di queste osservazioni conclusive è stata scritta nell’agosto 2012)

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Un massiccio dispiegamento navale degli Stati Uniti e alleati si svolge nel Mediterraneo orientale al largo delle coste della Siria, così come nel Mar Rosso e nel Golfo Persico. Anche se questa dimostrazione di forza militare potrebbe non rientrare nel piano di attacco immediato contro la Siria, crea un clima di timore in Siria. L’US Navy ha schierato l’USS San Antonio, una nave da assalto anfibio nel Mediterraneo orientale. La San Antonio raggiunge cinque cacciatorpediniere statunitensi “già sul posto per dei possibili attacchi missilistici sulla Siria, ha detto un funzionario della difesa.” L’USS San Antonio, con diversi elicotteri e centinaia di marine a bordo, “staziona nel Mediterraneo orientale“, ma “non ha ricevuto alcun compito specifico“, ha detto l’anonimo funzionario della difesa. L’US Navy schiera cinque navi da guerra e una nave anfibia in Mediterraneo davanti la Siria. L’USS San Antonio disponendo di attrezzature per lo sbarco anfibio, può essere utilizzata per sbarcare seimila tra marinai e marine, ma comunque “niente scarponi sul terreno” rimane il motto ufficiale. Allora, perché gli statunitensi schierano la loro più avanzata nave da assalto anfibio? Le notizie suggeriscono che sia routine e che non ci siano piani di attacco: “Nessuno sbarco anfibio è previsto, tuttavia, il presidente Barack Obama ha escluso qualsiasi ‘stivale sul terreno’”. (Ibid)

Attualmente vi sono cinque cacciatorpediniere al largo delle coste della Siria: gli USS Stout, Mahan, Ramage, Barry e Graveley, per non parlare della nave d’assalto anfibio San Antonio. I cacciatorpediniere sono equipaggiati con missili da crociera Tomahawk, e “sono pronti a sparare… se Obama dà l’ordine.” Il 28 agosto, l’US Navy annunciava il dispiegamento del cacciatorpediniere della classe Arleigh Burke, USS Stout, in rotta per unirsi ad altri quattro cacciatorpediniere,”mentre fioccano le accuse che il regime del presidente siriano Bashar al-Assad ha usato armi chimiche contro i civili, il 21 agosto“. Nella solita torsione, questo dispiegamento di Forze navali di Stati Uniti ed alleati, viene preceduto dall’attacco chimico attribuito al Presidente Bashar al-Assad. Secondo i registri navali, il cacciatorpediniere lanciamissili USS Stout (DDG 55) è partito dalla Naval Station Norfolk, in Virginia, il 18 agosto 2013, “per schierarsi nella zona di responsabilità della VI Flotta statunitense“. L’USS Ramage ha lasciato la Naval Station Norfolk il 13 agosto per il Mediterraneo orientale, “per rilevare il Mahan“. Ma in realtà è stato deciso di schierare tutti e cinque cacciatorpediniere lungo le coste siriane. Questa decisione è stata presa dal Pentagono molto prima degli attacchi chimici del 21 agosto, che costituiscono il pretesto di Obama per intervenire su motivazioni umanitarie.

La nave d’assalto anfibio San Antonio che trasporta elementi del 26° Marine Expeditionary Unit, si è unita ai cinque cacciatorpediniere dell’US Navy nel Mar Mediterraneo orientale, ha confermato un funzionario della difesa (30 agosto). “Nessun compito specifico è stato assegnato finora”, ha detto il funzionario, parlando in condizione di anonimato. “La San Antonio è in mare nella prudente decisione che possa essere spedita dove è necessaria.” I cinque cacciatorpediniere posizionati vicino la Siria sono: Barry, Gravely, Mahan, Ramage e Stout. L’US Navy aveva tre cacciatorpediniere nel Mediterraneo, e il Ramage e lo Stout dovevano sostituire il Mahan e il Gravely rispettivamente, quando sono arrivati questo mese. Ma i funzionari hanno deciso di mantenerli tutti e cinque sul posto, mentre gli Stati Uniti soppesano un attacco. Ogni cacciatorpediniere può trasportare fino a 90 missili da crociera Tomahawk, anche se di solito ne trasportano assai di meno durante le operazioni. Marinecorpstimes.com, 30 agosto 2013

Questo massiccio dispiegamento navale comprende anche dei sottomarini strategici, ordinato prima del tragico evento del 21 agosto, ponendo così la domanda: “Se l’attacco chimico è la giustificazione per intervenire, perché l’ordine di lanciare l’operazione navale “umanitaria” R2P contro la Siria è stata decisa “Prima” del 21 agosto? Vi era già la consapevolezza o l’intelligence riguardo l’evento dell’attacco chimico del 21 agosto?” Un attacco contro la Siria immediato o a breve termine è improbabile. Obama ha annunciato il 31 agosto che avrebbe cercato l’approvazione formale del Congresso degli Stati Uniti, che si riunirà il 9 settembre. Le notizie da fonti indipendenti forniscono prove certe che i ribelli di al-Qaida, sponsorizzati dagli Stati Uniti (reclutati e addestrati dalle Forze Speciali alleate), hanno in possesso armi chimiche, e questo ritardo non favorisce la credibilità politica del presidente. Inoltre, vi è la prova che i ribelli sponsorizzati dagli USA hanno usato armi chimiche contro i civili. Nel fornire queste armi chimiche ai “ribelli” di al-Qaida, l’alleanza USA-NATO-Israele viola il diritto internazionale, per non parlare della propria legislazione antiterrorismo. Sostenere apertamente al-Qaida è diventata la “Nuova Norma”. Quando le varie prove vengono assemblate, il quadro che emerge è quello di un’”operazione falsa bandiera” svolta dai “ribelli” e dalle forze speciali statunitensi, per incolpare il Presidente Bashar al-Assad di aver ucciso la propria gente. Come accennato in precedenza, il dispiegamento navale è stato deciso prima dell’attacco chimico del 21 agosto. Tale diabolico attacco false flag, che consiste nell’uccidere dei civili e incolparne il governo siriano, costituisce la giustificazione dell’intervento militare per  “motivi umanitari”.

Gli Stati Uniti e i loro alleati sono in procinto di schierare le loro forze navali al largo delle coste siriane. Il Pentagono ha confermato che la portaerei USS Nimitz e il suo gruppo d’attacco si dirigono verso il Mar Rosso dall’Oceano Indiano ma, secondo dichiarazioni ufficiali, “non è stato dato l’ordine di partecipare all’attacco limitato degli Stati Uniti contro la Siria“. “Il funzionario ha detto che il gruppo d’attacco non ha avuto assegnata alcuna missione e il passaggio del Mar Rosso è una mossa prudente, nel caso siano necessarie le sue risorse per “massimizzare le opzioni disponibili”. Le altre navi del gruppo d’attacco dell’USS Nimitz sono l’USS Princeton e tre caccia, USS William P. Lawrence, USS Stockdale e USS Shoup. Le ultime notizie indicano che la portaerei USS Harry S. Truman e il suo gruppo d’attacco siano nel Mare Arabico settentrionale. Nel frattempo, vi sono conferme che la Francia ha inviato la sua fregata antiaerea Chevalier Paul nel Mediterraneo orientale. La nave da guerra francese si unisce alla flotta di navi da guerra statunitensi e britanniche”, tra cui i cacciatorpediniere dell’US Navy e i sottomarini inglesi e statunitensi, armati con missili da crociera Tomahawk.” La Siria viene dipinta dai media francesi come l’aggressore: “La nave Chevalier Paul è uno dei caccia più avanzati francesi della classe Horizon,… sarà “estremamente utile” se la Siria decidesse di lanciare attacchi aerei contro la flottiglia internazionale”. La portaerei a propulsione nucleare francese Charles de Gaulle rimane in banchina, nel porto di Tolone, nel sud della Francia, secondo le agenzie di stampa.”

Navi da guerra russe verso le coste siriane
Una situazione critica si sta affermando: anche Mosca ha annunciato l’invio di due navi da guerra nel Mediterraneo orientale, per aumentare la sua potenza navale presso la base navale russa del porto di Tartus, nella Siria meridionale. L’agenzia ha citato una fonte dello stato maggiore delle forze armate dire che una nave anti-som e un incrociatore lanciamissili saranno inviati nei prossimi giorni, perché la situazione “richiede alcuni aggiustamenti” della forza navale. ‘Navi da guerra francesi e russe verso la Siria’ – France24

I sistema di difesa aerea della Siria
L’S-300 russo è operativo. Il dispiegamento del sistema missilistico superficie-aria S-300 in Siria è previsto dal Ministero della Difesa russo dal 2006. La Siria possiede anche il sistema di difesa aerea Pechora-2M. Il Pechora-2M è un sofisticato sistema antiaereo multiplo, che può essere utilizzato anche contro i missili da crociera. Se questa difesa aerea non fosse attiva, l’attuazione di una “no fly zone” di USA-NATO sarebbe senza dubbio già stato previsto. Descrizione: il Pechora-2M è un sistema missilistico antiaereo superficie-aria a corto raggio, progettato per la distruzione di aerei, missili da rociera, elicotteri d’assalto e altri bersagli aerei volanti a quote basse e medie. Inoltre, in risposta alle installazioni dei missili Patriot della NATO in Turchia, la Russia ha consegnato alla Siria gli avanzati missili Iskander, pienamente operativi. L’Iskander è descritto come un sistema missilistico superficie-superficie “che nessun sistema di difesa missilistica può tracciare o distruggere“: l’Iskander può volare a velocità ipersonica, ad oltre 1,3 chilometri al secondo (Mach 6-7) ed ha una gittata di oltre 280 miglia con una precisione millimetrica nel distruggere bersagli con la sua testata da 1.500 chili, un incubo per qualsiasi sistema di difesa missilistica.

Osservazioni conclusive
Il mondo è a un bivio pericoloso. Il dispiegamento navale di Stati Uniti e alleati nel Mediterraneo orientale, è contiguo al dispiegamento di navi da guerra russe presso la base navale russa di Tartus. La Siria ha un sistema di difesa aerea avanzato, che sarà utilizzato nel caso di un attacco statunitense. Consiglieri militari russi assistono le forze armate siriane. La Siria ha anche potenti forze terrestri. La Siria ha costruito il suo sistema di difesa aerea con l’arrivo e l’installazione negli ultimi anni del sistema russo S-300.

La storia ci dice che le guerre sono spesso causate in modo imprevisto, da “errori politici” ed umani. Questi ultimi sono tanto più probabili nel sistema politico corrotto e diviso di Stati Uniti ed Europa occidentale. La pianificazione militare USA-NATO è supervisionata da una gerarchia militare centralizzata. Le operazioni di comando e controllo sono, in teoria, “coordinate”, ma in pratica sono spesso segnate da errori umani. I servizi segreti spesso operano indipendentemente e al di fuori della responsabilità politica. Mentre i pianificatori militari sono profondamente consapevoli dei pericoli dell’escalation, i politici rispondono agli interessi economici dominanti, e in ultima analisi decidono il lancio di un importante teatro di guerra. Qualsiasi forma d’intervento militare diretto USA-NATO contro la Siria destabilizzerebbe l’intera regione, che potrebbe condurre a un’escalation su una vasta area geografica, dal Mediterraneo orientale al confine Afghanistan-Pakistan con il Tagikistan e la Cina. La pianificazione militare comporta scenari intricati e giochi di guerra da entrambe le parti, tra cui opzioni militari relative ai sistemi d’arma avanzati. Uno scenario da Terza Guerra Mondiale è contemplato dai pianificatori militari USA-NATO-Israele fin dall’inizio del 2000. L’escalation è parte integrante dell’agenda militare. I preparativi di guerra per attaccare la Siria e l’Iran sono in “avanzato stato di preparazione” da diversi anni. Abbiamo a che fare con il complesso processo decisionale politico e strategico che coinvolge l’interazione di potenti gruppi d’interesse economico e le azioni occulte dei servizi segreti. Nel caso della Siria, l’intelligence degli USA e delle sue controparti occidentali e israeliane sostengono l’insurrezione armata in gran parte integrata dai mercenari di al-Qaida e dagli squadroni della morte.

Il ruolo della propaganda di guerra è di primaria importanza non solo per lo conformare l’opinione pubblica affinché accetti l’ordine del giorno bellico, ma affinché si crei un consenso nelle alte sfere decisionali. Una forma selettiva di propaganda di guerra è diretta agli “alti funzionari” (TOPOFF) delle agenzie governative, dell’intelligence, delle forze armate e dell’ordine, ecc. Tutte destinate a creare un consenso inflessibile a favore della guerra e dello Stato di polizia. Mentre i piani di guerra  avanzano, è essenziale che i pianificatori politici e militari siano giustamente impegnati a condurre la guerra “in nome della giustizia e della democrazia“. Perché ciò avvenga, devono credere fermamente nella loro propaganda, vale a dire che la guerra è “uno strumento di pace e di democrazia”. Non hanno alcun interesse per il devastante impatto dei sistemi d’armi avanzati, ordinariamente classificato come “danni collaterali”, e tanto meno per il senso e il significato della guerra preventiva con l’utilizzo di armi nucleari. Va notato che il consenso alla guerra umanitaria sarà estremamente fragile se ampi settori dell’opinione pubblica saranno contrari alla guerra. Le guerre sono sempre decise dai leader civili e dagli interessi aziendali, piuttosto che dai militari. La guerra serve agli interessi economici dominanti, che agiscono dietro le quinte, nelle riunioni aziendali a porte chiuse, nei think tank di Washington, ecc.

La realtà capovolta. La guerra è pace. La menzogna diventa verità. La propaganda di guerra, vale a dire le menzogne mediatiche, costituisce il più potente strumento di guerra. Senza la disinformazione dei media, l’agenda bellica US-NATO-Israele sarebbe crollata come un castello di carte. La legittimità dei criminali di guerra ai vertici sarebbe spezzata. E’ quindi essenziale disarmare non solo i media mainstream, ma anche il segmento degli autoproclamati media alternativi “progressisti” che danno legittimità alla “responsabilità di proteggere” (R2P) del mandato della NATO, in gran parte con l’obiettivo di smantellare il movimento contro la guerra. La strada per Teheran passa per Damasco. Una guerra all’Iran comporterebbe, come primo passo, la destabilizzazione della Siria come Stato-nazione. La pianificazione militare riguardante la Siria è parte integrante dell’agenda bellica contro l’Iran. La guerra contro la Siria potrebbe evolvere verso una campagna militare USA-NATO-Israele contro l’Iran, in cui Turchia e Israele sarebbero direttamente coinvolti. E’ fondamentale diffondere le notizie e spezzare i canali di disinformazione mediatica. Una comprensione critica e imparziale di ciò che accade in Siria è di cruciale importanza per invertire la marea dell’escalation militare verso una grande guerra regionale.
Il nostro obiettivo è in definitiva di smantellare l’arsenale militare USA-NATO-Israele e ripristinare la pace nel mondo. E’ essenziale che i popoli di Stati Uniti, Canada, Regno Unito, Francia, Italia, Israele, Turchia e di tutto il mondo impediscono questa guerra.

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Copyright © 2013 Global Research





Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
fonte: http://aurorasito.wordpress.com/2013/09/03/navi-da-guerra-della-nato-al-largo-delle-coste-siriane/

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