giovedì 7 agosto 2014

I sistemi di pagamento cinese e giapponese prendono piede in Russia

I sistemi di pagamento cinese e giapponese prendono piede in Russia

I sistemi di pagamento cinese e giapponese vogliono occupare in Russia il posto di Visa e di Master Card. Le cinque maggiori banche russe serviranno queste carte già entro la fine dell’anno in corso.
 
Il sistema cinese China Union Pay e il giapponese JCB si sono attivizzati sul mercato russo questa primavera, quando Visa e MasterCard hanno bloccato le carte di alcune banche russe a causa dell’introduzione delle sanzioni contro la Russia. Adesso China Union Pay lavora attivamente per sviluppare l’acquiring affinché nel territorio della Russia le carte di questo sistema siano accettate dal maggior numero possibile di punti commerciali e di bancomat. Inoltre, Union Pay cerca di avviare la produzione delle proprie carte da parte delle banche russe.

La stessa via è seguita adesso anche dal giapponese JCB. Entro la fine dell’anno possono iniziare il servizio di queste carte le banche russe Binbank, Gazprombank e Promsviazbank. Due grandi strutture finanziarie, ossia VTB24 e Alfa Bank, lavorano già con questi due sistemi ma intendono allargare la cooperazione. Così, VTB24 serve già le carte Union Pay nella rete di bancomat e sta per avviare l’acquiring in punti commerciali. Alfa Banka accetta le carte JCBper i pagamenti online e successivamente le carte di questo sistema funzioneranno anche in bancomat.

Secondo le parole di Fan Zhiguan, rappresentante di Union Pay in Russia, in tre anni il numero di queste carte nella Federazione Russa supererà i 2 milioni. La compagnia intende ottenere una grande quota sul mercato russo. Quando si offre un’occasione di conseguire utili la Cina, ovviamente, non se la lascia sfuggire. Inoltre, sin dall’inizio della crisi ucraina la Cina conserva la neutralità politica nella contrapposizione tra Russia ed Occidente. Pertanto lo sviluppo della cooperazione economica con la Russia non crea per la Cina contraddizioni politiche. Altra cosa è il Giappone. Dipendendo politicamente dagli USA il paese ha dovuto introdurre sanzioni contro la Russia. Ma anche per i giapponesi le prospettive finanziarie hanno relegato la politica in secondo piano, dice Andrej Ostrovskij, vicedirettore dell’Istituto di studi sull’Estremo Oriente presso l’Accademia delle scienze della Russia:
Attualmente a quelle società giapponesi che mantengono rapporti economici e commerciali con la Russia è utile la disponibilità nella Federazione Russa di un proprio sistema di pagamento. Ciò vale per giganti industriali nipponici come Toyota, Nissan, ecc. La voce principale delle esportazioni giapponesi verso la Russia sono le automobili. Le sanzioni contro la Russia sono svantaggiose per queste compagnie e faranno, quindi, da lobbisti dello sviluppo della cooperazione finanziaria.
Andrej Ostrovskij è convinto che il Giappone difficilmente ripeterà gli errori commessi dall’Ue. Per la Germania, ad esempio, le sanzioni antirusse si sono già trasformatw in un colpo basso, spiega l’esperto. 

Il paese ha perso una rilevante parte del mercato di auto. Dopo l’adozione del primo e del secondo pacchetto di sanzioni antirusse il volume della produzione industriale della Germania è andato diminuendo del 2% al mese. Sono rimasti in forse 350 mila posti di lavoro nelle imprese che dipendono dai rapporti commerciali russo-tedeschi.

Il pragmatismo giapponese costringe JCB a chiudere un occhio sulle sanzioni e a sviluppare la propria attività in Russia. D’altronde, i sistemi cinese e giapponese non possono sostituire subito VISA e MasterCard. Al momento l’interesse di JCB e Union Pay in Russia è concentrato prevalentemente sull’acquiring, anziché sull’emissione delle carte bancarie, in quanto non ha senso emetterle senza che esista un’infrastruttura ben sviluppata per il loro servizio. Stando agli esperti, per l’ingresso a tutti gli effetti sul mercato con la emissione delle proprie carte bancarie a JCB e Union Pay ci vorranno non meno di 2 anni.


Leonid Kovačič


 

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