Il sistema cinese China Union Pay e il giapponese JCB si sono attivizzati sul mercato russo questa primavera, quando Visa e MasterCard hanno bloccato le carte di alcune banche russe a causa dell’introduzione delle sanzioni contro la Russia. Adesso China Union Pay lavora attivamente per sviluppare l’acquiring
affinché nel territorio della Russia le carte di questo sistema siano
accettate dal maggior numero possibile di punti commerciali e di
bancomat. Inoltre, Union Pay cerca di avviare la produzione delle proprie carte da parte delle banche russe.
La stessa via è seguita adesso anche dal giapponese JCB.
Entro la fine dell’anno possono iniziare il servizio di queste carte le
banche russe Binbank, Gazprombank e Promsviazbank. Due grandi strutture
finanziarie, ossia VTB24 e Alfa Bank, lavorano già con questi due
sistemi ma intendono allargare la cooperazione. Così, VTB24 serve già le
carte Union Pay nella rete di bancomat e sta per avviare l’acquiring in punti commerciali. Alfa Banka accetta le carte JCBper i pagamenti online e successivamente le carte di questo sistema funzioneranno anche in bancomat.
Secondo le parole di Fan Zhiguan, rappresentante di Union Pay
in Russia, in tre anni il numero di queste carte nella Federazione
Russa supererà i 2 milioni. La compagnia intende ottenere una grande
quota sul mercato russo. Quando si offre un’occasione di conseguire
utili la Cina, ovviamente, non se la lascia sfuggire. Inoltre, sin
dall’inizio della crisi ucraina la Cina conserva la neutralità politica
nella contrapposizione tra Russia ed Occidente. Pertanto lo sviluppo
della cooperazione economica con la Russia non crea per la Cina
contraddizioni politiche. Altra cosa è il Giappone. Dipendendo
politicamente dagli USA il paese ha dovuto introdurre sanzioni contro la
Russia. Ma anche per i giapponesi le prospettive finanziarie hanno
relegato la politica in secondo piano, dice Andrej Ostrovskij,
vicedirettore dell’Istituto di studi sull’Estremo Oriente presso
l’Accademia delle scienze della Russia:
Attualmente a quelle società giapponesi che mantengono rapporti economici e commerciali con la Russia è utile la disponibilità nella Federazione Russa di un proprio sistema di pagamento. Ciò vale per giganti industriali nipponici come Toyota, Nissan, ecc. La voce principale delle esportazioni giapponesi verso la Russia sono le automobili. Le sanzioni contro la Russia sono svantaggiose per queste compagnie e faranno, quindi, da lobbisti dello sviluppo della cooperazione finanziaria.
Andrej
Ostrovskij è convinto che il Giappone difficilmente ripeterà gli errori
commessi dall’Ue. Per la Germania, ad esempio, le sanzioni antirusse si
sono già trasformatw in un colpo basso, spiega l’esperto.
Il paese ha
perso una rilevante parte del mercato di auto. Dopo l’adozione del primo
e del secondo pacchetto di sanzioni antirusse il volume della
produzione industriale della Germania è andato diminuendo del 2% al
mese. Sono rimasti in forse 350 mila posti di lavoro nelle imprese che
dipendono dai rapporti commerciali russo-tedeschi.
Il pragmatismo giapponese costringe JCB
a chiudere un occhio sulle sanzioni e a sviluppare la propria attività
in Russia. D’altronde, i sistemi cinese e giapponese non possono
sostituire subito VISA e MasterCard. Al momento l’interesse di JCB e Union Pay in Russia è concentrato prevalentemente sull’acquiring,
anziché sull’emissione delle carte bancarie, in quanto non ha senso
emetterle senza che esista un’infrastruttura ben sviluppata per il loro
servizio. Stando agli esperti, per l’ingresso a tutti gli effetti sul
mercato con la emissione delle proprie carte bancarie a JCB e Union Pay ci vorranno non meno di 2 anni.
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