Secondo
la mitologia greca, la dote di Giunone, sposa di Giove, consisteva in
alcuni alberelli i cui frutti erano meravigliosi pomi d'oro (arance e
limoni) simbolo della fecondità e dell'amore.
Giove, preoccupato che i
ladri invidiosi potessero privarlo di quei preziosi pomi, li custodì in
un meraviglioso giardino situato presso i più lontani confini del mondo
occidentale.
Era
il sorvegliatissimo giardino delle ninfe Esperidi (da cui il nome di
"esperidio" dato in generale a tutti i frutti degli agrumi), mitiche
fanciulle dall'amabile canto. A portare questi pomo d'oro agli uomini fu
una delle fatiche di Ercole che dovette compiere per conto del re
Euristeo.
Non
doveva però essere stato proprio il sudore di Ercole a procurare
all'uomo la gioia di poter coltivare e quindi utilizzare i meravigliosi
frutti d'oro, se un pendente a forma di agrume databile al 2500 a.C. è
stato ritrovato nel corso di alcuni scavi archeologici nella valle
dell'indo.
Dal
Nord dell'India, il limone si diffuse ben presto in Cina e nell'Asia
sud occidentale, luogo in cui è possibile trovare anche 17 differenti
specie selvatiche di questo frutto: la coltivazione del limone si estese
poi al medio oriente, in modo particolare alla Mesopotamia, dalla quale
a loro volta gli schiavi ebrei una volta liberati la introdussero in
Palestina.
Essi
furono talmente colpiti dalle caratteristiche di questo frutto che lo
inserirono in alcuni loro riti religiosi diffondendolo così nel resto
del bacino del Mediterraneo. I romani vennero a conoscenza del limone
molto più tardi rispetto agli altri popoli , comunque in seguito ai
contatti con i persiani, da cui il nome romano di "mela dei medi" dato a
questi frutti.
Si
parla del limone in alcuni trattati d'arte culinaria e alcuni limoni
sono raffigurati nei mosaici di Pompei; Virgilio ne "Le Georgiche"
accenna al possibile uso della mela dei Medi come potente antidoto al
veleno, proprietà questa che fu in seguito confermata dai suoi
successori.
Di certo si sa che il limone non fu immediatamente
apprezzato dai romani, probabilmente a causa del sapore acre e acido
delle prime varietà e del suo uso si perdono le tracce fino alle
invasioni arabe di Spagna e Italia meridionale.
Furono
infatti gli arabi che lo diffusero nuovamente e gli stessi crociati, di
ritorno dalla Palestina, portarono alberi di limoni in patria, così da
poter continuare a gustare il succo del frutto che li aveva dissestati
durante le guerre sante. Vennero impiantati così i primi agrumeti e poi
da Spagna e Sicilia si propagarono a tutte quelle zone dotate di climi
caldo-temperati.
L'impossibilità
di coltivare limoni in qualunque ambiente, lo rese ben presto un frutto
ricercato e prezioso, in particolare da quando la medicina medievale
scoprì le sue proprietà febbrifughe e vermifughe e, in ultima (forse la
proprietà che ne motivò inizialmente più di ogni altra la diffusione)
quella antiscorbutica, flagello che all'epoca decimava gli equipaggi
delle navi a causa dell'alimentazione a base di cibi conservati e poveri
di vitamine.
Lo
scorbuto si manifestava con astenia, anemia, emorragia alle gengive,
degli arti inferiori e degli organi interni ed era causata da una
carenza di vitamina C. Chiaramente quindi una regolare assunzione di
limone ne costituiva antidoto.
Attenzione ai limoni che comprate
Si
è detto un po' in tutti gli scritti, sia sui libri che in Internet, del
fatto che la buccia di limone sia ricca di microcelle contenenti olio
essenziale di limone, quindi una buccia porosa, è questo il primo motivo
per cui dobbiamo fare molta attenzione ai limoni che compriamo,
chiedendo prima da che tipo di coltivazione provengono. I metodi di
agricoltura intensiva fanno largo impiego di antiparassitari e concimi
chimici i cui componenti risultano tossici non soltanto per l'ambiente
ma anche e soprattutto per l'uomo.
Queste
sostanze rimangono presenti nel frutto anche dopo la raccolta e anzi
vengono imprigionate e accresciute con la conservazione. Inoltre, per
prolungare la conservazione dei limoni che vengono avviati a mercati
lontani o che vengono poi stoccati per funzionare da scorte nei periodi
di bassa produzione, e si ricopre (a volte quando ancora sono attaccati
alla pianta) con una sostanza detta difenile, che può provocare gravi
intossicazioni all'organismo umano.
Il
tutto viene fatto quando il limone non è ancora completamente maturo e
quindi quando i diversi principi attivi e componenti benefiche non si
sono sviluppate del tutto. Se quindi acquistiamo limoni provenienti da
coltivazioni convenzionali rischiamo di non beneficiare delle sue
molteplici proprietà, ma anzi di intossicarci ulteriormente.
Importante
quindi utilizzare soltanto limoni, ma il discorso vale per qualsiasi
frutta o verdura, provenienti da coltivazioni biologiche, coltivazioni
che si curano cioè il non utilizzo di prodotti tossici per la cura e la
difesa delle piante, la raccolta dei frutti soltanto a loro completa
maturazione e metodi di conservazione sani (naturalmente il discorso del
biologico è molto vario ed esteso perché molti prodotti vengono
marchiati come biologici quando in verità non lo sono perché fanno
comunque uso di sostanze chimiche inquinanti ma secondo regole ben
definite nella coltivazione e che comunque non dovrebbe portare il
prodotto a fregiarsi di tale marchio di qualità).
L'ideale
sarebbe poter usufruire dei propri alberi di limone o di rifornirci
quando l'abbiamo occasione di buona quantità di limone e conserveremo
poi in cantina. Le regole di conservazione dei limoni suggerite da molti
sconsigliano di conservare questi frutti in frigorifero perché il
freddo rende la polpa del frutto secca e senza succo.
Potranno
piuttosto essere conservati a lungo disponendoli in un unico strato in
cassette di legno asciutte poste in cantine arieggiate. Alcuni
consigliano di immergerli periodicamente in soluzione di acqua calda
salata. Altri metodi di conservazione sono: mantenere i limoni interrati
in sabbia pulita e asciutta, o ricoprirli con sale marino integrale, o
ancora immergerli in acqua cambiata con regolarità. Sembra che questo
metodo, più di ogni altro, sia utile per conservarne il succo.
Attenzione:
eliminate subito i limoni eventualmente ammuffiti perché la muffa ha la
capacità di attecchire rapidamente sui vicini limoni sani.
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