Se pensi che i prodotti cinesi siano una rarità al supermercato purtroppo ti sbagli di grosso. Secondo l’Istituto Nazionale di Economia Agraria, le importazioni alimentari dalla Cina sono pari a circa 500 milioni di euro all’anno ed è in crescita esponenziale.
I cibi che attraversano le nostre frontiere sono principalmente: pomodoro, legumi secchi, ortaggi e cereali (soprattutto riso), prodotti ortofrutticoli freschi (come mele, funghi, o l’aglio che ha subito un aumento del 120%), spaghetti di riso, prodotti ittici surgelati (gamberetti e pesce di vario genere) e cibi della tradizione gastronomica cinese (salsa di soia e tè). Inoltre molte nostre aziende acquistano dalla Cina grassi vegetali e olio di semi come ingredienti per i loro prodotti.
Basta leggere l’etichetta accuratamente per scoprire che molti prodotti non sono italiani né europei ma di provenienza NON-UE, ovvero al di fuori dell’Unione Europea, senza specificare molto. Altri prodotti invece hanno scritto chiaro e tondo Provenienza Cina.
Recentemente ha fatto scalpore sui social networks, la scoperta che prodotti tipicamente italiani come i fagioli borlotti e cannellini, per di più etichettati come biologici, fossero in verità un prodotto cinese. Ecco il post su Facebook a riguardo di Davide Suraci, laureato in Agraria:
Ecco perché dovremmo stare davvero alla larga dal cibo cinese:
- La Cina è la nazione più inquinata al mondo a tal punto che ogni cibo coltivato in quel paese è pericoloso per la salute e poverissimo di nutrienti.
- La Cina è così inquinata che esistono le cosiddette città della morte, dove il rischio di cancro è elevatissimo. E noi ci dovremmo mangiare i prodotti della loro terra?
- Il prodotto biologico cinese non ha niente a che vedere con il biologico italiano, la regolamentazione è completamente diversa e quindi anche il tipo di prodotti chimici usati.
- Fertilizzanti, erbicidi e pesticidi vietati nel biologico italiano sono invece consentiti in Cina.
- La Cina è il più grande consumatore mondiale di fertilizzanti chimici e uno dei maggiori produttori e utilizzatori di pesticidi.
- L’azienda biologica italiana subisce controlli ogni anno, in Cina no. Ai prodotti di importazione questo non si applica. Alla frontiera si accetta la documentazione fornita dallo stato da dove i prodotti vengono importati. Nessuna analisi, nessun ulteriore controllo.
- Uno studio del governo cinese ha rilevato che il 90% delle acque sotterranee cinesi è inquinato.
- Non esiste alcun accordo tra la Cina e Europa per il rispetto delle normative europee per quanto riguarda ciò che deve essere definito biologico certificato.
L’altra verità è che non ti immagini neppure quanti prodotti cinesi sono tra gli scaffali dei negozi biologici (non voglio fare nomi per non avere problemi con le aziende, ma basta che leggi l’etichetta) e la Cina sta diventando il più grande mercato del biologico nel mondo.
Insomma: attento all’etichetta. Sì il biologico fa bene, ma quello vero.
Dioni aka Riccardo Lautizi
fonte: http://www.dionidream.com/biologico-cinese/
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