Aguzzate la vista! (come consiglia anche la cara Settimana Enigmistica) E
guardatevi il video della BBC. Potete anche saltare i primi 34 secondi
(anche se il tono politically correct della giornalista che introduce è la cosa più oscena del video) l’importante è osservare con attenzione. Pronti? Via.
OK. E ora l’articolo.
Solo commiserazione per i tanti disperati della guerra che – con
familiari, parenti e, spesso, con un cellulare – improvvisano falsi
video “shock” da vendere.
Tutt’altro giudizio per gli strapagati
“corrispondenti di guerra” che questi video comprano per imbottire i
loro, altrimenti indigeribili, reportage e per quei network che, forti
di un pubblico ormai completamente assuefatto, questi video diffondono
con il “prestigio della loro “autorevolezza”. È il caso dell’ormai
arcinoto video del “Bombardamento con il napalm su una scuola nel nord
della Siria”, lanciato dalla BBC - e subito ripreso, in Italia, da ANSA, RAInews, La Stampa, Corriere della Sera, il Fatto quotidiano… – che riferisce di almeno 10 bambini uccisi e molti altri feriti (“molti lamentano ustioni su oltre il 50% del corpo, il che rende incerta la prognosi dei medici”) per “una bomba al napalm, lanciata da un caccia dell’aviazione di Assad, su una scuola” (…) “come riferiscono numerosi testimoni”.
Ma prima, due parole sul napalm
una sostanza gelatinosa che sviluppa un calore altissimo (fino a 1.200
gradi) e che si appiccica alla cute bruciando (anche irrorandola con
acqua) per 10-15 minuti. Non a caso, tranne qualche rarissima eccezione,
non sono mai state trovate vive persone colpite
direttamente da napalm (che tra l’altro, determina bruciature
assolutamente caratteristiche) ma solo quelle colpite da fogliame e
altri oggetti arsi da questa sostanza. Fogliame, appunto. In quanto il
napalm (tra l’altro, oggi in disuso, anche nella sua variante Napalm-B) è
un’arma fatta per colpire terreni sommersi da vegetazione (come i
boschi dell’Appennino nel 1944 o le campagne vietnamite); non certo aree
urbane (dove il suo effetto sarebbe minimo) e dove oggi si preferisce
usare (Falluja, Gaza) fosforo bianco:
formalmente, un dispositivo illuminante, sì incendiario, ma
prevalentemente tossico e che lascia sul terreno evidentissime tracce.
Inverosimile, quindi, che l’aviazione di Assad abbia impiegato una
bomba al napalm per colpire una scuola. Ma poi, perchè uccidere degli
inermi scolaretti? Per ingraziarsi l’Occidente? Ma, poi, siamo sicuri
che fosse una scuola? È la prima domanda che ci si pone vedendo nel
video la piscina
posta a fianco dell’ingresso. Una scuola? Senza nessun banco, lavagna,
zainetti e libri abbandonati… e via dicendo? I corrispondenti della BBC
– Ian Pannell e Darren Conway – ci assicurano di si. E, per attestarlo,
ci mostrano un dondolo di plastica, un paio di scarponi invernali (ad agosto?) e una scarpa da donna:
tutti miracolosamente intatti, dopo i 1200 gradi del napalm. Per
fortuna le nostre perplessità vengono spazzate via da quanto riportato
da RaiNews “Coperto dall’anonimato nel timore di rappresaglie, il preside della scuola (e meno male che era protetto dall’anonimato! N.d.r.)
ha dichiarato di “non aver mai visto nulla di simile prima”(…) “La cosa
peggiore nella vita è guardare qualcuno morire proprio davanti a te
senza poterci fare niente“.”
Ma dove sono i corpi dei dieci bambini uccisi e degli altri di
“incerta prognosi”? Il video (pur preceduto nelle sue versioni italiane
da un minaccioso “Attenzione! Video non adatto a persone sensibili.”)
non li mostra. E non mostra nemmeno genitori che verosimilmente
sarebbero dovuti accorrere in gran numero nell’ospedale (e nemmeno le
loro macchine, come dimostra il parcheggio semivuoto davanti l’ospedale). Bisogna, quindi, accontentarsi dell’esibizione di questo bambino
che, seduto su una sedia, con una pelle assolutamente intatta (per non
parlare dei capelli) ricoperta da una crema, senza togliersi nemmeno
l’orologio da polso, ce la mette tutta per convincerci. Certamente, meno
avvincente la tizia con il
velo in testa (ovviamente intatto, come il vestito) ma sempre ricoperta
dalla stessa crema che, non potendo essere un lenitivo antiustione (la
tizia sta entrando nell’ospedale) dovrebbe rappresentare il famigerato
napalm. Poco convincente, come le donne urlanti e il tizio con i baffi
accanto a lei.
Ma quello che resta davvero il “top” del video è questa scena
– girata in una stanza che tutto può essere tranne un pur improvvisato
ricovero ospedaliero (considerando la presenza di uno specchio, una
tenda ma di nessun letto o branda) – dove cinque ragazzi stesi per terra
(tre con i vestiti intatti, ça va sans dire), ce la mettono
tutta ad improvvisare (anche se il ragazzo, in fondo, con la camicia
bianca, evidentemente scocciato, ad un certo punto si alza e dichiara forfait).
Sovrasta la scena un uomo con una canottiera sbrindellata e macchie
sulla pelle. Che, (al pari del ragazzo con la maglietta gialla)
potrebbero pure essere vere ustioni (non certamente da napalm, visto che
entra nell’edificio con le sue gambe)
se non fosse per i due “soccorritori” (senza guanti, ma bardati con
mascherina e maglietta blu dell’organizzazione “umanitaria”
Hand-in-hand-for-Syria) che si direbbero ignorarli, concentrando le loro
“cure” su altri due ragazzi stesi a terra a improvvisare. Soccorritori
che, tra l’altro, insistono a bardarsi in maniera forse “scenografica”
ma francamente sospetta come questo tizio con maschera antigas che esce dall’ambulanza o questa che, in un cortile, con una maschera a filtro per polveri sottili, concede una intervista.
Tutte costruite le scene del video? Probabilmente no. Alcuni spezzoni
potrebbero rappresentare autentici ustionati (non certo da napalm). Ma
le ustioni non sono rare in Italia (100.000 trattati in strutture
ospedaliere), figuriamoci oggi in Siria. E quelle verosimili,
rappresentate nel video, riguardano due uomini e un ragazzo, non già
bambini. Già, i bambini. Dove sono i bambini?
Fosse successo quello che racconta la BBC, state pur certi che i
“ribelli” (o anche i genitori) non avrebbero avuto remore ad allinearne i
corpicini, riprenderli con cura e realizzare video da lanciare su
internet . Così non è stato e, questa volta, alla “mitica” BBC non è
restato che raccattare spezzoni vari, condirli (tra le centinaia di
persone che avrebbero dovuto essere coinvolte nella tragedia) con
testimonianza anonime; aggiungerci quella di tale Mohammed Abdulatiff –
presentato dalla BBC come “testimone oculare”
– anche se nel video si limita a maledire le Nazioni Unite, declamare
quattro parole di circostanza… e realizzare un ennesimo scoop destinato a
fomentare una guerra. Complimenti, BBC.
Francesco Santoianni
Fonte: www.francescosantoianni.it
Link: http://www.francescosantoianni.it/wordpress/?p=989
http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=12269
Nessun commento:
Posta un commento