‘La
Biologia Sintetica è l’ingegnerizzazione di componenti
biologiche e di sistemi che non esistono in natura e la
re-ingegnerizzazione di elementi biologici esistenti. Il suo scopo è
quello di progettare intenzionalmente sistemi biologici artificiali,
oltre a comprendere il funzionamento della biologia naturale.’ (synbiologyproject)
Quella che segue è la traduzione
dell’appello della FOE sui pericoli della Biologia Sintetica. Forte è però il sospetto che i nefasti prodotti di questa nuova disciplina, non siano rimasti
confinati in laboratori supersicuri, ma che siano già da decenni attivi sulla superficie del Pianeta. La Biologia Sintetica rappresenta una minaccia per l’umanità più elevata
addirittura rispetto a quella della genetica applicata.
Un ambiente fisicamente e chimicamente modificato, com’è ormai
purtroppo quello in cui viviamo, potrebbe rappresentare il
substrato ideale per queste nuove forme di vita, divenendo allo
stesso tempo un grosso problema per le forme di vita naturali attuali? Ci stiamo incamminando verso questo scenario da
incubo? Se si, chi lo alimenta e perché? Che ruolo hanno le
ormai tristemente note operazioni di geoingegneria clandestina in
questa prospettiva? L’appello:
La
biologia sintetica è una forma
estrema di ingegneria genetica, una tecnologia emergente che si sta
sviluppando rapidamente ma è in gran parte non regolamentata.
Con la biologia sintetica, invece di scambiare geni da
una specie all'altra, come nell’ingegneria genetica ‘tradizionale’,
gli scienziati creano un codice genetico completamente nuovo su di un
computer, lo ‘producono’ e poi lo inseriscono negli
organismi esistenti o, addirittura, cercano con esso di creare vita
da zero. La biologia sintetica potrebbe avere gravi ripercussioni sulla salute delle persone e degli
ecosistemi, sulla biodiversità del nostro pianeta e per le
comunità che vivono nelle zone su cui insistono i piani delle
corporazioni per implementare nuove tecnologie e nuovi organismi
a scopo di lucro. [...] Il governo degli Stati Uniti,
insieme con le principali compagnie petrolifere, agroalimentari e
chimiche, è uno dei più grandi finanziatori della ricerca sulla
biologia sintetica, fornendo centinaia di milioni di
dollari per le start-up che si occupano di questa disciplina. I
sostenitori sperano che questo settore emergente possa creare una
nuova "bioeconomia", in cui ogni e qualsiasi tipo di materia
vegetale possa nutrire organismi sintetici che saranno delle "fabbriche
viventi" che produrranno combustibili, prodotti chimici
industriali, bio-plastiche, medicinali e anche cibo. Questa spinta
sulla biomassa per alimentare gli organismi sintetici potrebbe avere
importanti ripercussioni in materia di accesso alla terra,
all'acqua ed ai fertilizzanti - che sono tutti scarsi per la
produzione di cibo- e può esacerbare la corsa attuale per sottrarre
terra alle comunità del Sud del Mondo per la produzione di
prodotti destinati alle nazioni ricche. I modi in cui gli
organismi sintetici interagiranno con l'ambiente naturale sono
imprevedibili e potenzialmente devastanti nonché
permanenti. Mentre altri tipi di inquinamento possono
essere ripuliti e comunque non dilagano, le creazioni della biologia
sintetica sono progettate per auto-replicarsi e, una volta
rilasciate nell'ambiente, saranno impossibili da recuperare. Un
organismo sintetico progettato per un compito specifico, come disgregare
l'olio greggio proveniente dalle fuoriuscite di petrolio
in mare, potrebbe scambiare i suoi geni con gli organismi
presenti in natura e li modificherebbe, compromettendo potenzialmente
interi ecosistemi, sottoforma di una nuova classe di specie
invasive. Questi potenziali minacce sottolineano la
necessità di un approccio precauzionale. Come primo passo, stiamo
spingendo per una moratoria sul rilascio e l'uso commerciale di
organismi sintetici finché non ci sarà una migliore comprensione dei
rischi e dei regolamenti adeguati sono in atto.
Nessun commento:
Posta un commento