Il 24 novembre 2014, discorrendo sulla
“nostra guerra” che infuria tra Russia e blocco BAO, abbiamo detto delle
dichiarazioni di Dalia Grybauskaite alla radio lituana LRT, secondo cui
“la Russia ha aggredito l’Ucraina. Il Presidente Putin intende
occupare altri Paesi e regioni e sconvolgere radicalmente il sistema
della sicurezza globale“, concludendo: “Siamo in una situazione in cui i nostri vicini sono uno Stato terrorista“…
Traduciamo adattandolo allo spirito della cosa manifesta, la frase la
cui traduzione in inglese dal lituano è goffamente o volutamente
ambigua, in quanto è (“abbiamo di fronte una situazione in cui alcuni nostri vicini diventano un Paese terrorista“).
Così (“Russia, Stato terrorista”), Nicolaj Kolomejtsev, vicecapo della
fazione comunista alla Duma, ha capito l’intervento della presidentessa
della Lituania quando ha presentato una mozione chiedendo come minimo
sanzioni economiche contro la Lituania, e forse anche la rottura delle
relazioni diplomatiche tra Russia e Lituania. Per fortuna non è la
Lituania, ma la Lettonia che dal 1° gennaio al 1° luglio avrà la
presidenza del Consiglio dell’Unione europea, ma si può essere certi che
sia la stessa cosa, e che lo stesso spirito baltico antirusso animerà i
rapporti tra la presidenza dell’Unione europea e la Federazione russa.
Gli dei fanno per bene le cose.
Per avvicinare un fiammifero acceso allo
stoppino della bomba che aspetta solo di esplodere, non avreste fatto
diversamente… parliamone in tono familiare (a chi ci conosce) di “dei”
suggerendo una potente forza al di là della nostra comprensione e
naturalmente del nostro controllo, perché quando la rotazione della
presidenza del Consiglio dell’Unione europea porta alla presidenza della
Lettonia nel primo semestre del 2015, nessuno dei nostri esperti
terreni ed indovini può immaginare quale grado di tensione,
incomprensione, furia ottusa e sfogo patologico avrà la situazione tra
Russia e Unione europea (scegliendo in primo luogo, se non sempre, su
quali aspetti tali diagnosi si applicano in modo specifico). Sembra che
gli dei stessi, informati come se fossero influenzati dai pianificatori,
di cui si sa che obiettivo è fare tutto affinché la coesione del blocco
BAO vada in frantumi accelerando la crisi finale, il risultato più
probabile dei possibili problemi che tale situazione, nel prossimo
futuro, potrebbe alimentare, accelerare o far finire nel modo che si sa…
Comunque, il fatto è che la prossima presidenza della Lettonia è ora soggetto principale e problema sempre più inquietante, fino a sembrare panico, nelle conversazioni di corridoio e nei labirinti delle istituzioni europee… Cosa succederà tra UE e Russia con una presidenza lettone? Dei tre Paesi baltici, la Lettonia con la Lituania, è il più visceralmente antirusso, con l’Estonia poco dietro. (Inoltre, la Lettonia ha quasi il 30% della popolazione composta da russi, parte dei quali hanno lo status curioso di non cittadini (epsiloni), dato che non sono naturalizzati lettoni e non sono russi che per discendenza di chi vi s’insediò nel 1940. In breve, un altro oggetto di discordia e ostilità con la Russia).
Probabilmente il trio
Lettonia-Lituania-Polonia, con una menzione speciale per l’isterismo
della comunicazione dei due Paesi baltici, è il relè diretto di
Washington DC, ma direttamente dal cuore della pura fazione neocon di
Washington DC (la Polonia ha simile brutale posizione antirussa ma, a
quanto pare, con progetti più concreti che a volte temperano le tattiche
comunicative isteriche antirusse. Dimitrij Panin su
Strategic-Culture.org, sviluppa il 1 dicembre 2014
l’idea che la Polonia abbia un progetto geopolitico per la partizione
dell’Ucraina, per strappare parte di tale Paese promuovendo il sogno
della Grande Polonia.
La “fuga”, subito sventata dell’ex-ministro degli
Esteri Sikorski all’idea della partizione, ma in tal caso a danno dei
russi (29 ottobre 2014),
è un passo in questa direzione. In breve, la Lettonia ha quindi già
infiammato la partita, che sarà più di ogni altra più furiosa e più
vicina alla miccia della bomba pronta ad esplodere tra Russia e Unione
europea, perché questo Paese è guidato dall’isteria comunicativa che
crea grandi eventi oggi e precipita le situazioni instabili nel modo
peggiore possibile. L’UE è una strana macchina. Come altre macchine
cervellotiche, l’Unione europea ha come compito principale sradicare
sistematicamente la sovranità e massacrare i principi strutturanti.
Oltre a ciò, i Paesi continuano a dire la loro, sovranamente ma non
necessariamente a vantaggio degli interessi nazionali, e i più
responsabili hanno il lusso di pensare “all’Europa” piuttosto che “alla
nazione”, e tutto ciò durante la loro presidenza semestrale. L’effetto
sugli indirizzi di massima per l’Unione europea e il suo “strisciante
federalismo” predatore di sovranità e principi, negativa decostruzione
al servizio della globalizzazione, è quasi nullo; per contro l’effetto
ciclico, soprattutto nella comunicazione delle misure burocratiche
(calendario di incontri e scontri, temi imposti, legittimità assai
provvisoria e fragile per poter parlare direttamente a nome dell’Europa,
ecc.) è tutt’altro che trascurabile.
Sappiamo, da quello che abbiamo
detto prima, che è il terreno ideale per un Paese come la Lettonia, che
sarà investito dalle vertigini giocando ad essere dal punto di vista
della comunicazione in Europa il solo, del tutto irresponsabile per i
pensatori geopolitico e per tradizione diplomatica, ad avere una storia
recente carica di antagonismo verso l’URSS, con varie atrocità in cui
trova la giustificazione dell’atteggiamento attuale e che, infine, ha un
grande osso da rosicchiare con il sostegno attivo del mostro
americanista in Lettonia, che vi si trova come se fosse a casa. Così il
mostruoso dinosauro dell’UE è guidato da un “topo che ruggisce” e
continuerà a ruggire con il pensiero fisso che gli occupa il cervello.
Così è, con esempio quasi perfetto, questa bella costruzione europea che
garantisce postmodernità eterna ed è completamento della nostra
civiltà, mentre i padri fondatori si scuoteranno di contentezza
ridacchiando soddisfatti dalle loro tombe, “Come li possedevo, i sapiens
postmoderni”, dice il diavolo che già ridacchia… Prima dello spettacolo
del Diplodoco europeo guidato dal “topo ruggente”, verrebbe da
chiedersi come Montesquieu sui Persiani, ma come diavolo si può essere
euroscettici in un’Europa che dimostra tanto successo?
Tuttavia, questa è
la teoria peggiore che si possa immaginare sulle relazioni UE-Russia,
nella situazione instabile in cui sono, mentre nell’Unione europea
crescono incertezza, sospetto e domande da noi definite “l’enorme peso
del nulla” (13 novembre 2014).
A ciò va aggiunto che le situazioni nazionali che riproducono il caos
al loro livello e in varie direzioni (si pensi al caso tedesco (1 dicembre 2014) e al caso ungherese (1 dicembre 2014))).
Potremmo aggiungere, per parlare dei nostri “cugini” americanisti, la
ciliegina sulla torta del nuovo Congresso dei guerrafondai (10 novembre 2014), operativo dal 1° gennaio 2015, insieme alla quasi perfetta e soprannaturale (oh, dei!) piccola Lettonia.
Questo è il palcoscenico di ciò che sarà la presidenza dell’UE più provocatoria nella crisi globale, e possibilmente la presidenza UE più catastrofica per la stessa Unione europea. In effetti, sembra che la Russia, nonostante tutte le precauzioni e il desiderio di calmare le acque di Putin, abbia meno da temere dalla presidenza UE della Lettonia che l’UE stessa.
Prima “Il ruggito del topo” ha raggiunto l’obiettivo
occulto di garantirsi finalmente la sicurezza, aumentando l’ostilità
dichiarata del blocco BAO contro la Russia, per sconfiggere totalmente
l’impero degli zar ricostituito da Putin, il fiore retorico più sexy
della fantasiosa narrativa del blocco BAO, e sembra che tale presidenza
abbia seminato tale discordia in seno all’UE da scatenare una crisi
aperta. In tal senso, il rischio della presidenza lettone non è tanto il
peggioramento della crisi in Ucraina e della crisi tra Russia e blocco
BAO, già ben assicurati, ma una grave crisi interna all’UE, più
destabilizzante, dalle conseguenze destrutturanti sul legame
transatlantico, che ci tiene così tanto attaccati ai nostri “cugini”…
Se
così fosse, beh, si potrebbe sostenere che la Lettonia assolva al suo
vero destino storico, in cui lo strano macchinario dei padri fondatori
dell’Unione europea ne ha fatto suo ufficio surreale, mettendo 507,4
milioni di abitanti e le più antiche potenze nella storia della civiltà
occidentale, in balia di un Paese di 2023825 abitanti (al 1 gennaio
2013), divorato da ossessioni storiche che si può ammettere essere
giustificate, in parte, da ciò che ha sofferto, convertendosi
straordinariamente nella ricetta per una grande catastrofe
contemporanea. La possibilità di vedere il sistema colpirsi al cuore non
è da disprezzare… Gli dei sanno ciò che vogliono.
Philippe Grasset Dedefensa,
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
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