Non credete minimamente a ciò che dico. Non prendete nessun dogma o libro come infallibile. (Buddha)
martedì 25 luglio 2017
La stampa israeliana si lamenta per il fallimento della strategia USA in Siria e per la sconfitta degli jihadisti
Formazioni jihadiste in difficoltà
La stampa
israeliana di questi giorni mette in risalto la sconfitta subita dagli
Stati Uniti in Siria. Un significativo articolo è sta pubblicato ieri
dall’influente giornale israeliano Haaretz in cui si annuncia la
sconfitta degli Stati Uniti in Siria, con l’accusa esplicita a
Washington di aver consegnato la Siria su un piatto d’argento all’Iran
ed alla Russia (“Trump Officially Hands Syria Over to Russia and Iran” ).
L’articolo allude alla decisione di Trump di sospendere l’aiuto militare della CIA ai “ribelli siriani” come un regalo di fatto ai russi
ed ai siriani.
Il fallimento della strategia USA si estende anche ad Israele, cosa
che ha provocato l’ira degli ambienti politici israeliani ben
rappresentata da un articolo di un giornale molto vicino
all’establishment di Tel Aviv. Appare chiaro che gli israeliani che
avrebbero preferito assistere alla vittoria di Al Qaeda (corrispondente a
gruppo Al Nusra) o del califfato islamico (l’ISIS).
Il giornale evoca la demoralizzazione e lo sconforto che si è diffuso
fra gli jihadisti, dopo essersi sentiti abbandonati dai loro
patrocinatori visto che, la decisione di Washington, comporta quella a
seguire dei loro fantocci, ovvero le monarchie petrolifere del Golfo
Persico che hanno sempre finanziato e sostenuto i gruppi terroristi in
Siria con il placet di Washington e dei suoi alleati della NATO: Arabia
Saudita, Qatar Emirati Arabi, Kuwait.
Secondo Haaretz, tutto sembra iniziato con la pesante sconfitta degli
jihadisti ad Aleppo, nonostante le tonnellate di armi ricevute dalla
CIA e dai sauditi e la propaganda dei media occidentali che ne
sostenevano la causa. Gli jihadisti sono stati abbandonati al loro
destino e non sono stati neppure più utilizzati sul piano politico.
Persino l’Amministrazione di Obama si era resa conto di questo.
L’attacco con missili fatto dagli USA contro la base aerea siriana di
Shayraat, in Aprile, è stata essenzialmente un gioco di specchi, gli
avvenimenti marciavano in senso opposto.
Profughi siriani in fuga dall’ISIS
“Per quanto gli statunitensi e britannici stiano sostenendo le
formazioni curde della Siria di fronte al Califfato Islamico nel nord,
non è è meno sicuro che nel sud del paese sono l’Iran e la Russia quegli
che si sono incaricati di garantire la sicurezza, instaurare una zona di
distensione e, soprattutto di prendere l’iniziativa politica”, afferma
il giornale.
Rimane da chiarire cosa faranno le monarchie del Golfo con le truppe
jihadiste, una volta che gli USA abbiano deciso di disfarsi di queste.
Possibilmente continueranno a sostenerle, aggiunge Haaretz, nonostante
la decisione di Washington. In alternativa le utilizzeranno su altri
teatri di destabilizzazione.
Truppe USA in Siria
Tuttavia questa non è una decisione fondamentale per Israele. Quello che preoccupa maggiormente il Governo di Tel Aviv è l’escalation di tensione fra Stati uniti e Turchia.
Tanto per il Pentagono come per la NATO, il fatto che una agenzia turca
abbia pubblicato la mappa con la ubicazione precisa delle basi USA
nella zona nord della Siria, è “un tradimento”.
D’altra parte il crescente riarmo dei curdi con equipaggiamenti
militari molto sofisticati stà scatenando la reazione dei turchi, ogni
volta più distanziati dagli USA. Ad Ankara nessuno dubita che dette armi
si rivolgeranno presto o tardi contro la Turchia e che l’appartenenza
della Turchia alla NATO non procura al paese ottomano alcun beneficio.:
“gli Stati Uniti hanno preferito i curdi piuttosto che i loro alleati”,
questa l’amara constatazione dei turchi sempre più furiosi con
l’Amministrazione Trump.
Tuttavia se la Turchia non si sente più vincolata all’alleanza con
gli USA, tanto meno i curdi possono contare molto sull’alleanza con
Washington. Prima o poi anche i curdi finiranno per rivolgersi all’Iran o
alla Russia, se vorranno ottenere qualche concessione alle loro
rivendicazioni, aggiunge Haaretz.
L’analisi del fallimento degli USA finisce così:
”in Siria tutti gli
sguardi si rivolgono verso l’Iran e la Russia perchè gli USA hanno
disertato lo scenario. L’iniziativa è nelle mani di questi due paesi,
tanto sul terreno militare come in quello politico”, conclude il
giornale israeliano.
Nessun commento:
Posta un commento