venerdì 29 marzo 2013

La luce interiore

Foto: "Crisalide" di Simona Ragazzi
Ritrovare la luce interiore altro non è che lo scopo più elevato dell'essere umano. Per realizzarlo sono richieste azioni di qualità e la qualità di un'azione è quasi sempre legata alla capacità di discernimento di chi la compie. Non dovrà essere una ricerca egoistica finalizzata al piacere personale, non funzionerebbe, ma qualcosa di più simile ad una guarigione, ad un graduale riallineamento che restituirà la vitalità perduta, uno stato fisico, mentale e spirituale di pienezza e armonia. Nei 25 anni che vanno dal 1987 al 2012, l'energia che interessa questo piano esistenziale ha innalzato la sua frequenza sollecitandoci a sintonizzare le nostre percezioni a tale livello. Come per una crisalide, il cui stato di apparente quiescenza è propedeutico alla mutazione, l'involucro di tensione che imprigiona e paralizza le anime incarnate in questo periodo di accelerazione, incoraggia necessariamente a trascendere i vecchi schemi per assimilare le informazioni cruciali e salvifiche che condurranno l'umanità verso la meritata emancipazione. Questo spiega il ritmo sempre più incalzante con cui, in ogni ambito, le verità nascoste stanno venendo a galla e le menzogne smascherate.



La sensibilità e la capacità di discernimento miglioreranno con il tempo ma, per essere affinate, certe doti presuppongono una scelta ben precisa, evolvere. Non ci sono particolari passi da seguire per farlo, ogni storia è unica e implica lezioni uniche, benchè faccia comunque parte della storia collettiva. Tra il singolo e la collettività esiste quindi un rapporto di interdipendenza e, come è facile intuire, dalla storia di ogni individuo, dalla qualità delle sue credenze e di conseguenza del suo agire, si giunge ad un intreccio più complesso di vicende, accordi e accadimenti che determina quella che percepiamo come realtà generale.

Una credenza è un dogma più o meno radicato nell'inconscio e di cui spesso non si è consapevoli, cose del tipo "ho questo limite", "non sono capace", "non merito amore", "amare rende deboli", "se mi esprimo per ciò che sono sarò respinto", "non ho niente da offrire", "le cose non cambiano", "la mia felicità dipende da fattori esterni", "non ho il controllo del mio corpo", "la natura è ostile", "l'uomo è malvagio", "da solo non posso fare nulla", "meglio subire che reagire", ecc. La lista potrebbe allungarsi all'infinito e queste sono solo tra le più comuni. Strato su strato siamo programmati da migliaia di simili affermazioni ridondanti che attimo dopo attimo producono effetti che si riverberano nella nostra esistenza.

Partendo dal presupposto che per dare potere alla propria vita occorre prima esaminarla, sarebbe utile chiedersi quale sia la consistenza delle idee che abbiamo su noi stessi e sul mondo in generale, poichè è attraverso questo filtro che creiamo e proiettiamo la versione del mondo che incontriamo: è un posto pericoloso e pieno di paura oppure una grande avventura ricca di opportunità per risvegliare il potere spirituale e superare le limitazioni stabilite? Selezioniamo noi la nostra realtà basandoci su regole che a volte ereditiamo, altre ci imponiamo, altre ancora ci vengono imposte con sottile abilità da chi trae vantaggio a gestire quello che attualmente è il nostro pensiero. Alcuni di questi comandi ci possono stimolare o proteggere, ma altri ci limitano e ci fanno perdere opportunità, sabotandoci e rendendoci succubi, infelici. Soprattutto quelli acquisiti nell'infanzia che, per quanto ritenuti utili un tempo, servivano a interpretare situazioni che il più delle volte non sussistono o non ci minacciano più. Sono solo accordi presi con noi stessi su più livelli emozionali, con differenti priorità e in quanto tali modificabili, sostituibili o dissolvibili. Non sarebbe possibile evolvere altrimenti.
In questa grande esperienza di apprendimento, e non di sopravvivenza, che è la vita, ritornare al nostro vero Sé e riaffermare il potere su noi stessi grazie all'impegno soggettivo di ripulirci dai concetti limitanti e di elevare la nostra frequenza, deve diventare la vera, grande priorità. L'accettazione passiva e acritica di una vita basata sulla distrazione, sul possesso e l'abuso di beni materiali, sulla competizione e il consumo indiscriminato, denuncia invece credenze di base che rimandano all'intrinseca mancanza di potere personale. Per dare il via ad un cambiamento significativo è necessario l'intervento di un catalizzatore che sblocchi l'energia stagnante e risvegli l'attenzione e l'intenzione, di una volontà disciplinata, nonchè di una notevole apertura mentale. Un vero rinnovamento non deve interessare solamente le abitudini in generale ma essere genuino, deve partire dall'interno per condizionare l'esterno, deve scaturire da una coscienza libera, con credenze positive e costruttive. Quando si abbracciano credenze che migliorano la vita, il ritrovato coraggio di affermare la fiducia in se stessi dona una nuova forma di libertà personale che induce persino il corpo a rispondere con maggior vigore.

Decidere di accettare la definitiva responsabilità di creare la propria esperienza è un modo fecondo di alimentare il risveglio della coscienza. Per mutare la propria condizione ed accendere la luce interiore, un essere deve affrontare i propri blocchi, deprogrammarsi e rendersi permeabile all'energia costantemente disponibile che lo circonda. La stessa energia che lo anima, che ne rigenera e sostiene la vita. La stessa energia che si modifica, si traveste, che plasma, permea gli eventi e tutte le cose.

I tempi sono sufficientemente maturi per consentire che ciò accada. Signori, a voi la scelta.

fonte: http://coscienzaevoluta.blogspot.it/2011/11/la-luce-interiore.html 

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