South Stream,
il progetto da 45 miliardi di dollari per fornire gas russo con il
gasdotto sottomarino nel Mar Nero a Bulgaria e mercati dei Balcani e del
sud Europa, è morto. Il presidente russo Vladimir Putin ne ha
dichiarato la morte il 1° dicembre, nel viaggio in Turchia per
incontrare il presidente turco Recep Tayyip Erdogan. Ciò ha importanti
conseguenze geopolitiche ed economiche per l’UE. Come ha spiegato Putin,
“Se l’Europa non vuole realizzarlo, allora vuol dire che non sarà realizzato. Favorendo il flusso delle risorse energetiche in altre regioni del mondo. Non abbiamo ottenuto i permessi necessari dalla Bulgaria, così non possiamo continuare il progetto. Non possiamo fare investimenti solo per fermarli alla frontiera bulgara“, ha detto Putin. “Naturalmente, ciò è una scelta dei nostri amici europei“.
Il presidente russo non ha perso un minuto a mostrare l’intenzione del
reindirizzo. Il vero perdente non è la Russia, ma l’Unione europea che è
riuscita ancora una volta a spararsi sui piedi con l’instabilità su
pressione del dipartimento di Stato di Washington, di Victoria Nuland e
dei falchi dell’amministrazione Obama. Il South Stream avrebbe
rifornito con sicurezza i Paesi del sud dell’Unione europea Bulgaria,
Ungheria, Austria, Italia, Croazia e anche Serbia, evitando i gasdotti
che attraversano l’Ucraina. Allo stesso modo, per evitare il ripetersi
delle interruzioni ucraine, indotte dagli USA, del gas russo all’UE nel
2009, Russia e Germania decisero la costruzione di Nord Stream, evitando l’Ucraina.
Ora, forzando la Bulgaria, membro dell’Unione europea, a fermare South Stream
con il ricatto di un piano di salvataggio delle banche bulgare, nel
giugno scorso, l’Unione europea si farà carico della sicurezza del gas
dall’Ucraina, un Paese che la politica smidollata dell’UE spinge a
divenire uno Stato fallito governato da una cricca di gangster ed
oligarchi appoggiati da Bruxelles e Washington. Potremmo usare il
termine “stupido” per descrivere la politica dell’UE sul South Stream, se non fosse che i ricatti di Washington hanno spinto l’UE a bloccare South Stream,
proprio come le economicamente devastanti sanzioni dell’UE alla Russia
sono state imposte con greve pressione su Berlino e Parigi da
Washington.
Avvicinare la Turchia all’Eurasia
Russia e Turchia hanno appena firmato un accordo per ampliare il gasdotto russo Blue Stream per la Turchia da 3 miliardi di metri cubi a 13,7 miliardi di gas pompati in Turchia da Blue Stream, per un totale di quasi 17 miliardi di metri cubi. Putin ha anche annunciato la nuova affascinante opzione della costruzione di un hub del gas al confine turco-greco per rifornire l’Europa, compensando la perdita di South Stream. Ha detto alla stampa, “Siamo pronti ad espandere non solo Blue Stream, ma a costruire un altro gasdotto per rifornire la crescente domanda dell’economia turca, e se si ritiene giustificato, creare un hub del gas aggiuntivo per i consumatori sud-europei in territorio turco, vicino al confine con la Grecia“. Il CEO di Gazprom Aleksej Miller ha rivelato di aver firmato un memorandum d’intesa sulla costruzione del nuovo gasdotto per la Turchia sul Mar Nero, con la capacità di pompare 63 miliardi di metri cubi in Turchia, pari all’ormai defunto South stream.
Russia e Turchia hanno appena firmato un accordo per ampliare il gasdotto russo Blue Stream per la Turchia da 3 miliardi di metri cubi a 13,7 miliardi di gas pompati in Turchia da Blue Stream, per un totale di quasi 17 miliardi di metri cubi. Putin ha anche annunciato la nuova affascinante opzione della costruzione di un hub del gas al confine turco-greco per rifornire l’Europa, compensando la perdita di South Stream. Ha detto alla stampa, “Siamo pronti ad espandere non solo Blue Stream, ma a costruire un altro gasdotto per rifornire la crescente domanda dell’economia turca, e se si ritiene giustificato, creare un hub del gas aggiuntivo per i consumatori sud-europei in territorio turco, vicino al confine con la Grecia“. Il CEO di Gazprom Aleksej Miller ha rivelato di aver firmato un memorandum d’intesa sulla costruzione del nuovo gasdotto per la Turchia sul Mar Nero, con la capacità di pompare 63 miliardi di metri cubi in Turchia, pari all’ormai defunto South stream.
Se seguiamo le mosse e non tanto le parole, Erdogan è un pragmatico sopravvissuto politico. Il conflitto interno, soprattutto con il movimento di Fetullah Guelen, legato alla CIA, come ho dettagliatamente in Amerikas Heiliger Krieg, distanzia Erdogan e Washington nonostante l’adesione alla NATO della Turchia. Finora, il neo-con di Washington Richard L. Morningstar, ora ambasciatore in Azerbaigian, sé affidato a una Turchia ubbidiente quale alternativa per inviare gas e petrolio dall’Azerbaigian, in modo indipendente dalla Russia.
Se Erdogan
accetta l’offerta russa di formare un’alleanza energetica, sarà un
cambio politico netto per la Turchia, un cambio geopolitico d’immensa
importanza ed Erdogan lo sa, anche se sembra avere idee confuse sulla
strategia per la Turchia. Un hub energetico russo-turco al confine greco
sarebbe il segnale di un cambio decisivo della strategia di Erdogan. Un
accenno significativo era contenuto nella dichiarazione secondo cui le
nuove forniture di gas alla Turchia dalla Russia saranno pagate in
valuta locale, e non in dollari. La Turchia è già il secondo cliente del
gas russo dopo la Germania. Erdogan ha anche chiesto di essere
accettato nella Shanghai Cooperation Organization guidata da Russia e
Cina.
William Engdahl New Eastern Outlook
F. William Engdahl
è consulente di rischio strategico e docente, laureato in politica alla
Princeton University è autore di best-seller su petrolio e geopolitica,
in esclusiva per la rivista online “New Eastern Outlook“.
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
https://aurorasito.wordpress.com/2014/12/07/la-mossa-di-putin-e-la-stupidita-dellue/
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