lunedì 28 luglio 2014

La “lista nera” si allunga

La  “lista nera” si allunga

L’Unione Europea ha introdotto sanzioni supplementari contro la Russia. Il Consiglio dei rappresentanti permanenti (Coreper) ha lavorato tre giorni per adottare una decisione unanime.

Si aspettava che Bruxelles potesse passare al terzo pacchetto di sanzioni, dirette questa volta contro singoli settori dell’economia russa. Ma per il momento l’Ue ha solo esteso di nuovo la “lista nera” delle persone e delle compagnie. Oggi questa lista entra in vigore.

Il Comitato dei rappresentati permanenti dei paesi dell’Ue ha allungato la lista delle sanzioni includendovi ancora 15 cittadini della Russia e dell’Ucraina, nonché 18 imprese ed organizzazioni. Le proposte sulle sanzioni supplementari sono state messe in campo dalla Eurocommissione e dal servizio di politica estera dell’Ue. Da pretesto per le nuove sanzioni è servita la tragedia del 17 luglio, quando il Boeing per passeggeri della compagnia Malaysia Airlines si è schiantato nell’est dell’Ucraina dove sono in corso ostilità. L’Occidente accusa la Russia di insufficiente uso della propria influenza sul sud-est dell’Ucraina dove è in atto la guerra civile tra le milizie delle regioni orientali e le truppe governative.

I nuovi provvedimenti sono chiamati ad incidere su sfere come la difesa, l’accesso ai mercati dei capitali e l’esportazione delle tecnologie usate nel settore della energia. L’Ue non ha ancora comunicato quali compagnie concrete sono soggette alle sanzioni. Possono essere le banche russe nel cui capitale la quota dello Stato supera il 50%. Così, la posizione dell’Ue può risultare persino più dura di quella degli USA, nella cui lista sono incluse solo la Gazprombank e la Vnesheconombank. Come al solto, le opinioni nell’Ue in merito alla durezza delle sanzioni antirusse si sono divise. L’Olanda, la Gran Bretagna e l’Italia si esprimono per un approccio più radicale. Alcuni paesi baltici, tra cui la Lettonia, hanno introdotto limitazioni per l’ingresso nel loro territorio di alcuni musicisti russi. 

Tra le potenziali sanzioni contro la Russia vengono nominate anche le restrizioni dirette contro il settore militare. In particolare, i funzionari europei hanno esaminato la possibilità di introdurre l’embargo sulle forniture di armi, ma il volume delle relative forniture dall’Ue verso la Russia costituisce soltanto 300 milioni di euro all’anno. Tra i fornitori verso la Russia ci sono la Gran Bretagna e la Francia con il famoso contratto per la consegna alla Russia di due navi portaelicotteri Mistral. Parigi non è pronta a rinunciare a questi contratto. Nella situazione in cui l’Ue non ha varato ancora l’embargo sulle forniture di armi alla Russia la rottura unilaterale del contratto sulle Mistral minerebbe la reputazione della Franica sul mercato mondiale degli armamenti. Stando alle previsioni del Fondo monetario internazionale, le sanzioni contro la Russia si ripercuoteranno nel modo più duro sui paesi dell’Europa Centrale e dell’Europa Orientale, le cui economie sono molto legate alla Russia. 

Durante la prossima settimana la discussione sulla possibilità di introdurre sanzioni settoriali contro la Russia continuerà.

Ed intanto, nel pieno della crisi politica ed economica in Ucraina, nel suo nuovo governo si è prodotta una crepa. Ha annunciato le proprie dimissioni Arsenij Yatseniuk, il nuovo premier ucraino che è stato uno dei primi ad occupare un’alta carica politica nel paese investito dalle proteste. Proprio Yatseniuk ha partecipato a tutte le trattative con l’Ue, in particolare sull’accordo di associazione con l’Ue e sulla concessione all’Ucraina del credito dell’FMI. Yatseniuk ha spiegato le sue dimissioni con la disgregazione della coalizione governativa “La strada europea”. Stando agli analisti, Yatseniuk non è riuscito ad accordarsi con i deputati della Rada che hanno declinato coerentemente una serie di progetti importanti per il gabinetto dei ministri, tra cui le modifiche al codice fiscale del paese e la legge “Sull’erario statale”, nonché il progetto di finanziamento dell’esercito.
 
Ekaterina Ivanova  



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