sabato 26 aprile 2014

Vladmir Putin: il regime di Kiev sta degenerando

Vladmir Putin: il regime di Kiev sta degenerando

Se le autorità di Kiev non cessano le rappresaglie contro il proprio popolo nell’Est del paese, la Russia sarà costretta a convocare d’urgenza il Consiglio di sicurezza dell’ONU. Lo ha dichiarato il rappresentante della Russia all’ONU Vitaly Churkin, intervistato dalla televisione russa.
 
Churkin ha anche avvertito che il ruolo che gli USA stanno svolgendo nella crisi ucraina potrebbe portare all’ulteriore deterioramento dei rapporti con Mosca.

Per il momento i diplomatici della Russia dicono che non tutto è stato ancora perso e che è possibile ritornare agli accordi di Ginevra del 17 aprile. Washington deve soltanto smettere di aizzare i suoi pupilli di Kiev e obbligarli a rispettare tutte le clausole degli accordi. Le più importanti sono quelle che prevedono la cessazione della violenza e l’amnistia di tutti i detenuti politici.

Il ministro degli Esteri della Russia, Sergej Lavrov, ha dichiarato che i primi a mettersi sulla strada del regolamento devono essere le autorità di Kiev e i loro protettori americani, con la condiscindenza e il sostegno dei quali in Ucraina sono stati e continuano ad essere perpetrati numerosi soprusi. Lavrov non ha più dubbi su chi ha diretto lo “show” sin dall’inizio.

 L’operazione controterroristica è stata iniziata subito dopo la visita segreta a Kiev, il 13 aprile, del direttore della CIA John Brennan. La pausa, proclamata da Kiev in occasione delle festività pasquali, è stata interrotta subito dopo la visita del vice presidente degli USA Joe Biden del 22 aprile, che ha svolto il suo incontro con i dirigenti ucraini come “un capo di stato che convoca una riunione interna”: lui a capo tavolo e i rappresentanti ucraini ai fianchi.
 Il presidente Putin ha dichiarato che la rappresaglia voluta dalle autorità di Kiev, per la quale vengono usati l’esercito, carri armati e aerei, ha dimostrato definitivamente che al potere a Kiev è venuta una “cricca”. Persino il presidente Yanukovich, legittimamente eletto, non usava l’esercito contro i manifesanti del maidan.

 Se queste persone sono passate alla cosiddetta fase acuta – ma in realtà non è una fase acuta, è semplicemente un’operazione punitiva – ciò, senza dubbio, avrà delle conseguenze per le persone che prendono tali decisioni. Ciò riguarda anche i nostri rapporti interstatali. Come evolverà la situazione? Lo vedremo. E faremo le nostre conclusioni sulla base dei fatti reali che vedremo nel paese.
Scrivendo delle operazioni di Kiev contro le città insorte del Sud-Est dell’Ucraina, i media della Russia già usano un termine assai significativo: “operazioni ucraino-americane”. Sebbene ufficialmente Mosca continui a sperare negli accordi di Ginevra, in privato i diplomatici russi riconoscono che la probabilità è quasi zero. Difficilmente gli USA vorranno rinunciare alle misure punitive da loro stessi progettate, dirette e finanziate. A Mosca molti esperti dicono che l’inizio della guerra contro il popolo della regione di Donetsk ha praticamente cancellato quel che restava degli accordi di Ginevra. Sullo sfondo delle operazioni militari, sempre più fatti dimostrano che per gli USA e le autorità di Kiev gli accordi di Ginevra erano solo una mossa per guadagnare tempo e prepararsi alle rappresaglie.

In un certo senso quel che avviene attorno all’Ucraina dimostra che il sistema mondiale, nato nel periodo post-sovietico, sta crollando. Gli USA non possono più imporre a chiunque la propria volontà, ma non sono ancora in grado di rassegnarsi e di adottare un altro modello di comportamento, dice il rappresentante della Russia all’ONU Vitaly Churkin.

Ho l’impressione che l’America sia al bivio. Gli USA hanno già capito che non possono comandare tutti nel mondo, ma non riescono a tradurre questa comprensione in un diverso modello di comportamento. Si sentono a disagio, quando vedono altri poli della forza. Tali sono, in particolare, la Russia e la Cina. Per loro è una cosa molto insolita.
In privato i diplomatici russi dicono che in molti anni del loro lavoro hanno visto di tutto, ma mai come adesso c’erano state tante menzogne da parte degl USA e dei paesi occidentali. “Non è neanche una guerra mediatica”. La guerra significa manipolazione dei fatti, semiverità, travisamenti, mentre i metodi del governo di Kiev e dei suoi “tutor” occidentali fanno pensare a una specie di patologia, alla “sindrome di Pinocchio”.

L’ultima trovata del Dipartimento di stato americano è stata commentata il 24 aprile dal ministero degli Esteri della Federazione Russa. La parte americana ha più volte sollevato il tema del “rispetto dei diritti e degli interessi commerciali dei cittadini statunitensi residenti in Crimea”. Più volte il ministero russo ha chiesto di informarlo su chi, dove e in che modo ha attentato alla sicurezza o agli interessi degli americani in Crimea, ma il Dipartimento di stato non ha comunicato né nomi, né fatti concreti. La caccia alla “pista russa”, ha dichiarato il ministero degli Esteri, assume forme assurde, le accuse sono: “i miliziani dell’autodifesa usano i Kalashnikov” e “parlano russo durante le comunicazioni”. Nella regione di Donetsk quasi TUTTI gli abitanti parlano in russo.


Andrey Fediašin

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