Il progetto coloniale con cui Donald
Trump cerca di riconquistare il Venezuela ha diverse componenti: follia
legale, abuso di potere, aggressione criminale e colpo di Stato. Il
tutto con lo scopo di promuovere il caos e l’intervento militare
straniero che distrugga non solo la pace in Venezuela, ma nell’intera
regione. Il piano è criminale portando dolore e vergogna per soddisfare
l’avidità di pochi.
Questa affermazione può sembrare esagerata e va
spiegata, perché sono sicuro che i popoli liberi del mondo conoscono il
pericolo posto al Venezuela, e a se stessi, dall’aggressione di Trump.
La riconquista coloniale in Venezuela creerà un precedente che colpirà
tutti i popoli del mondo.
Trump nega la capacità dei popoli di legittimare i propri governanti
Il primo grosso problema è che Trump finge, senza saperlo fare, di decidere chi è il legittimo sovrano del Venezuela. La legittimità è l’accettazione volontaria dell’autorità senza la minaccia dell’uso della forza. Nel caso di un Paese, la fonte della legittimità si trova solo nella cittadinanza che è ordina il governo nel paese e mai in un territorio straniero. Trump vuole imporre tale pratica, cioè essere lui a decidere il governatore di ogni Paese.
Nelle democrazie, il popolo è
sovrano e i governanti hanno solo il potere che il popolo gli concede.
La sovranità popolare significa che il potere risiede nel popolo che lo
consegna volontariamente ai governanti attraverso il voto. Come può uno
Stato sovrano accettare che la legittimità del proprio governo sia
deciso da altri Stati che non hanno autorità sui loro affari interni e
sono legalmente pari? Impossibile!
Ma questa è l’affermazione di Donald
Trump. Quale capacità di generare legittimità ha un governante straniero
su un popolo che non governa? Ovviamente alcuna. La domanda stessa è
assurda, priva di significato. Solo i cittadini di un Paese possono
generare la legittimità dei loro governanti, nessun altro.
Quando Trump
dici che può decidere chi è il presidente del Venezuela, chiede
l’impossibile per definizione. Quel potere non è nelle sue mani,
quell’attributo non gli appartiene. È una facoltà che non esiste. Tale
competenza appartiene al popolo venezuelano e Trump sequestra la volontà
di milioni di venezuelani che elessero il 20 maggio il presidente. Il
delirio di Trump è anche abuso di potere.
Il suo governo sa che inventa
qualcosa che non esiste nel diritto internazionale. Si serve della
prevaricazione perché deliberatamente viola la legge, la distorce e
manipola creando una finzione per distruggere la sovranità del nostro
Paese.
L’articolo 5 della costituzione venezuelana afferma: “La
sovranità risiede in modo non trasferibile nel popolo, che l’esercita
direttamente secondo le modalità previste da questa Costituzione e dalla
legge, e indirettamente, attraverso il suffragio, dagli organi che
esercitano il Potere Pubblico. Gli organi dello Stato emanano dalla
sovranità popolare e sono soggetti ad essa”. Alcuna potenza straniera
può decidere chi detiene il potere legittimo nel nostro Paese.
La legittimità delle nostre elezioni non è decisa a Washington
Nel 2002, il governo degli Stati Uniti decise di non riconoscere la
legittimità del Presidente Hugo Chavez ed invece riconobbe il dittatore
Carmona presidente “legittimo” del Venezuela. Così fece l’OAS e la
Commissione interamericana per i diritti umani quando chiamarono il
dittatore Carmona “presidente”. Quale fu l’impatto di tali azioni in
Venezuela? Nullo!
Il popolo del Venezuela sapeva chi era il suo
presidente, perché la legittimità del potere in Venezuela non è decisa a
Washington.
Nel 2005, il governo degli Stati Uniti dichiarò di non
riconoscere i risultati delle elezioni per l’Assemblea nazionale
venezuelana perché l’opposizione non vi aveva partecipato. L’effetto
della condanna sull’Assemblea fu nulla, perché la legittimità delle
nostre elezioni non è decisa a Washington.
Nel 2013, il governo degli
Stati Uniti non riconobbe il risultato delle elezioni per la presidenza
della Repubblica. Tuttavia, l’effetto della condanna sul Presidente
Nicolás Maduro fu nullo perché la legittimità delle nostre elezioni non
fu decisa a Washington.
Nel 2018, il governo degli Stati Uniti fece lo
stesso e il risultato fu lo stesso. La legittimità del potere in
Venezuela non è decisa a Washington! L’assurdità è così grave che adesso
Trump, per giustificare la tirannia in Venezuela, osa dichiarare alcuni
gentiluomini che s’incontrano a Miami come “legittima” Corte suprema
del Venezuela.
Per Trump, il gruppo di Miami è la massima autorità
giudiziaria nel nostro Paese decidendo sui conflitti tra poteri pubblici
e interpretando la costituzione. Credete che il nostro popolo accetti
volontariamente l’autorità di tali signori a Miami?
La domanda offende,
ma questa è la presunta capacità che Trump crede di avere sul nostro
popolo. Crede di poter imporre un governo fantoccio da Miami. Non esiste
una legge internazionale che possa sostenerlo, solo il delirio di un
governo suprematista che cerca di calpestare la volontà del popolo
venezuelano. “Il potere di amministrare la giustizia emana dai cittadini
e viene impartito in nome della Repubblica con l’autorità della legge”,
dice l’articolo 253 della Costituzione della Repubblica Bolivariana del
Venezuela. Promuovere un gruppo di impostori a Miami come Corte suprema
significa commettere un colpo di Stato contro la repubblica
venezuelana.
L’amministrazione Trump lo fa impunemente e incautamente.
Non solo delegittimando dall’estero, ma anche rilegittimando
dall’estero! Tutto è così falso, insultante, primitivo, pericoloso e
criminale. La manipolazione legale e politica mette a repentaglio la
pace in Venezuela e nella regione.
Le misure coercitive di Trump sono una politica calcolata di crudeltà
Il secondo grosso problema dell’amministrazione Trump è che vuole spezzare la volontà del popolo venezuelano con la coercizione. L’articolo 20 della Carta dell’OAS recita: “Alcun Stato può applicare o incoraggiare misure coercitive di carattere economico e politico per forzare la volontà sovrana di un altro Stato e ottenerne vantaggi di qualsiasi tipo”.
Ogni anno, le Nazioni Unite condannano le misure
coercitive come violazione dei diritti umani, della sovranità nazionale,
dell’autodeterminazione dei popoli e di tutte le norme del diritto
internazionale.
Tuttavia, l’amministrazione Trump propone apertamente
punizioni e aggressioni volte a frammentare ed indebolire i tre pilastri
di ogni Stato, popolazione, governo e territorio. Gli Stati Uniti hanno
proposto un programma di asfissia economica contro il nostro popolo
allo scopo di scatenare la sofferenza collettiva col caos sociale.
Tale
aggressione criminale è sostenuta dal Regno Unito.
Il 28 gennaio 2019,
Trump derubava più di venti miliardi di dollari al popolo venezuelano,
un anno di importazioni per i venezuelani. Inoltre, la Banca
d’Inghilterra derubava 1,2 miliardi dal nostro popolo senza alcuna
spiegazione.
I governi di Trump e Teresa May si comportano come pirati
del XIX secolo che saccheggiano i beni delle nazioni nella peggiore
tradizione degli imperi coloniali. È chiaro che tali governi sono agenti
attivi delle sofferenze causate al nostro popolo.
Sono i principali
violatori dei nostri diritti umani. Il massimo danno causato è chiamato
“crisi umanitaria” e fingono di apparire come salvatori di una
situazione creata da loro stessi. Il processo di distruzione economica
viene celebrato a Washington come trionfo e il popolo venezuelano viene
usato come ostaggio per piegare la volontà del nostro governo.
Trump usa la crisi umanitaria come scusa per imporre un fantoccio in Venezuela
Diamo un’occhiata all’assurdità della seguente situazione: Trump ha anche dichiarato la crisi umanitaria e di sicurezza sul confine meridionale del suo Paese per giustificare la costruzione di un muro. Trump insulta regolarmente e criminalizza i migranti e i popoli dell’America Latina con le politiche più razziste conosciute da decenni. Se i migranti sono un problema umanitario e di sicurezza per gli Stati Uniti, Trump invaderà i governi di Guatemala ed Honduras e ignorerà i loro governanti?
La cosa più triste è che diversi capi latinoamericani
accompagnano Trump nell’aggressione al Venezuela. Non capiscono che la
lingua usata contro il Venezuela è la stessa usata contro di loro per
discriminare. La cosa più umiliante della politica razzista di Trump è
che, dopo aver insultato tutti i latinoamericani, esorta un gruppo di
governi ad attaccare il Venezuela.
Trump cerca un Pinochet per il Venezuela
Il processo di demolizione della Repubblica passa attraverso tutte le operazioni di sovversione clandestina che tentano di produrre un violento colpo di Stato militare in Venezuela. Il New York Times denunciò il 9 settembre i funzionari di Trump che s’incontravano diverse volte con militari venezuelani per rovesciare il governo costituzionale venezuelano. Trump dichiarò pubblicamente che gli Stati Uniti avrebbero sostenuto un colpo di Stato in Venezuela.
Il segretario generale
dell’Organizzazione degli Stati americani (OAS) è un agente della guerra
contro il Venezuela, ripetendo fedelmente la sceneggiatura di Trump in
violazione del diritto internazionale, del suo obbligo di lavorare per
la pace e della sua integrità come funzionario internazionale.
La Corte
Internazionale di Giustizia (ICJ) stabilì nel 1986 che non vi è alcun
diritto generale internazionale d’intervenire a sostegno
dell’opposizione politica in un altro Stato. Anche riconoscere un solo
settore dell’opposizione come rappresentante legittimo di un popolo è
una violazione del principio del non intervento nelle relazioni
internazionali. La Corte decise questo nel caso dell’aggressione
statunitense contro il Nicaragua.
Oggi vogliono fare lo stesso in
Venezuela e Nicaragua. Il tentativo di omicidio perpetrato del
Presidente Nicolas Maduro il 4 agosto 2018 è stato il primo al mondo ad
essere attuato con droni contro un capo di Stato. Fu organizzato da
Stati Uniti e Colombia, Paesi che oggi ne proteggono le menti. È una
realtà aberrante che per i presidenti Trump e Duque ci sia il terrorismo
“buono”: quello usato contro il Venezuela.
I media occultarono tale
attacco terroristico che rientra nelle operazioni clandestine per
distruggere la democrazia in Venezuela. È una strategia per dissolvere
la personalità dello Stato, frammentare i poteri pubblici, indebolire la
governance della nazione e distruggere la pace sociale. È la strategia
del caos e della distruzione.
La guerra coloniale di Trump contro il Venezuela è per il petrolio
L’articolo 19 della Carta OAS recita: “Alcuno Stato o gruppo di Stati ha il diritto d’intervenire, direttamente o indirettamente, per qualsiasi motivo, negli affari interni o esteri di qualsiasi altro Stato o gruppo di Stati. Il suddetto principio esclude non solo la forza armata, ma anche qualsiasi altra forma di interferenza o tendenza a indebolire la personalità dello Stato, gli elementi politici, economici e culturali che la costituiscono”. In totale violazione di questo articolo arriviamo alla cosa più grave: la guerra.
Ciò fu espresso da Trump, suo
vicepresidente, direttore della CIA e ambasciatore degli Stati Uniti
presso l’OAS. Così dissero l’ambasciatore della Colombia a Washington e
l’attuale vicepresidente del Brasile. Oltre a tale meccanismo di morte e
distruzione, il segretario generale dell’OAS si unisce al complesso
militare-industriale che usa la guerra come commercio di armi e per
l’espropriazione delle risorse naturali del Venezuela. È un piano
macabro che avvantaggia gli interessi delle più grandi società negli
Stati Uniti, come ExxonMobil.
Il consigliere per la sicurezza nazionale,
John Bolton, ha già assicurato che le compagnie petrolifere
statunitensi avranno il petrolio del Venezuela come bottino di guerra. È
lo stesso piano di guerra per il petrolio usato in Iraq e Libia. È
sangue per petrolio. L’asfissia economica, la frammentazione dell’unità
dello Stato e l’espropriazione delle nostre risorse naturali sono le
basi materiali dell’atrocità legale rappresentata dalla guerra coloniale
di Trump.
Non si tratta di democrazia o pace, si tratta della
distruzione della sovranità popolare e nazionale, dell’annullamento
dell’indipendenza della nazione e dell’imposizione di una tutela
attraverso un governo fantoccio senza radici nel nostro popolo e nel
nostro territorio. Siamo sull’orlo di una nuova fase di aggressione, che
tenta di giustificare l’imposizione di un governo coloniale dall’estero
con appelli al colpo di Stato militare. Peggio ancora, perpetratori e
istigatori del crimine vengono presentati come soccorritori che useranno
le loro forze armate per impedire la guerra in Venezuela.
Con la scusa
di salvare il Venezuela, Trump punta a distruggerne popolazione, Stato e
territorio. Siamo sull’orlo di una situazione simile a quella del 1965,
quando l’OAS servì da strumento per invadere la Repubblica Dominicana.
Usano un modello simile a quelli usati in Iraq, Siria e Libia.
Chiediamo
al mondo di comprendere il pericolo nel sostenere la disintegrazione
dello Stato venezuelano, l’applicazione di misure coercitive illegali
che violano i diritti umani del nostro popolo e la guerra che gli
irresponsabili trafficanti di morte commettono con impunità. Oggi è il
Venezuela, domani sarà il Nicaragua e, in seguito, qualsiasi altro
Paese.
In tale pericolosa ora solo l’unità nazionale può sconfiggere le
più brutali aggressioni mai perpetrate negli ultimi cento anni. Tutti i
venezuelani, di tutte le parti e credenze, sono chiamati a difendere la
nostra sovranità, il nostro territorio, la nostra indipendenza e il
nostro diritto alla pace.
Di fronte alle minacce colonialiste
provenienti da Europa e Stati Uniti, la nostra generazione ha la
responsabilità di assicurare la seconda liberazione del Venezuela. La
Repubblica non si perderà nelle nostre mani. Dobbiamo sconfiggere la
guerra coloniale di Trump.
Samuel Moncada Acosta,
Internationalist 360°, 11 febbraio 2019
Traduzione di Alessandro Lattanzio
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