martedì 12 febbraio 2019

Sconfiggere la guerra coloniale di Trump


Il progetto coloniale con cui Donald Trump cerca di riconquistare il Venezuela ha diverse componenti: follia legale, abuso di potere, aggressione criminale e colpo di Stato. Il tutto con lo scopo di promuovere il caos e l’intervento militare straniero che distrugga non solo la pace in Venezuela, ma nell’intera regione. Il piano è criminale portando dolore e vergogna per soddisfare l’avidità di pochi. 

Questa affermazione può sembrare esagerata e va spiegata, perché sono sicuro che i popoli liberi del mondo conoscono il pericolo posto al Venezuela, e a se stessi, dall’aggressione di Trump. La riconquista coloniale in Venezuela creerà un precedente che colpirà tutti i popoli del mondo.

Trump nega la capacità dei popoli di legittimare i propri governanti

Il primo grosso problema è che Trump finge, senza saperlo fare, di decidere chi è il legittimo sovrano del Venezuela. La legittimità è l’accettazione volontaria dell’autorità senza la minaccia dell’uso della forza. Nel caso di un Paese, la fonte della legittimità si trova solo nella cittadinanza che è ordina il governo nel paese e mai in un territorio straniero. Trump vuole imporre tale pratica, cioè essere lui a decidere il governatore di ogni Paese.

Nelle democrazie, il popolo è sovrano e i governanti hanno solo il potere che il popolo gli concede. La sovranità popolare significa che il potere risiede nel popolo che lo consegna volontariamente ai governanti attraverso il voto. Come può uno Stato sovrano accettare che la legittimità del proprio governo sia deciso da altri Stati che non hanno autorità sui loro affari interni e sono legalmente pari? Impossibile! 

Ma questa è l’affermazione di Donald Trump. Quale capacità di generare legittimità ha un governante straniero su un popolo che non governa? Ovviamente alcuna. La domanda stessa è assurda, priva di significato. Solo i cittadini di un Paese possono generare la legittimità dei loro governanti, nessun altro. 

Quando Trump dici che può decidere chi è il presidente del Venezuela, chiede l’impossibile per definizione. Quel potere non è nelle sue mani, quell’attributo non gli appartiene. È una facoltà che non esiste. Tale competenza appartiene al popolo venezuelano e Trump sequestra la volontà di milioni di venezuelani che elessero il 20 maggio il presidente. Il delirio di Trump è anche abuso di potere. 

Il suo governo sa che inventa qualcosa che non esiste nel diritto internazionale. Si serve della prevaricazione perché deliberatamente viola la legge, la distorce e manipola creando una finzione per distruggere la sovranità del nostro Paese. 

L’articolo 5 della costituzione venezuelana afferma: “La sovranità risiede in modo non trasferibile nel popolo, che l’esercita direttamente secondo le modalità previste da questa Costituzione e dalla legge, e indirettamente, attraverso il suffragio, dagli organi che esercitano il Potere Pubblico. Gli organi dello Stato emanano dalla sovranità popolare e sono soggetti ad essa”. Alcuna potenza straniera può decidere chi detiene il potere legittimo nel nostro Paese.

La legittimità delle nostre elezioni non è decisa a Washington
 
Nel 2002, il governo degli Stati Uniti decise di non riconoscere la legittimità del Presidente Hugo Chavez ed invece riconobbe il dittatore Carmona presidente “legittimo” del Venezuela. Così fece l’OAS e la Commissione interamericana per i diritti umani quando chiamarono il dittatore Carmona “presidente”. Quale fu l’impatto di tali azioni in Venezuela? Nullo! 

Il popolo del Venezuela sapeva chi era il suo presidente, perché la legittimità del potere in Venezuela non è decisa a Washington. 

Nel 2005, il governo degli Stati Uniti dichiarò di non riconoscere i risultati delle elezioni per l’Assemblea nazionale venezuelana perché l’opposizione non vi aveva partecipato. L’effetto della condanna sull’Assemblea fu nulla, perché la legittimità delle nostre elezioni non è decisa a Washington. 

Nel 2013, il governo degli Stati Uniti non riconobbe il risultato delle elezioni per la presidenza della Repubblica. Tuttavia, l’effetto della condanna sul Presidente Nicolás Maduro fu nullo perché la legittimità delle nostre elezioni non fu decisa a Washington. 

Nel 2018, il governo degli Stati Uniti fece lo stesso e il risultato fu lo stesso. La legittimità del potere in Venezuela non è decisa a Washington! L’assurdità è così grave che adesso Trump, per giustificare la tirannia in Venezuela, osa dichiarare alcuni gentiluomini che s’incontrano a Miami come “legittima” Corte suprema del Venezuela. 

Per Trump, il gruppo di Miami è la massima autorità giudiziaria nel nostro Paese decidendo sui conflitti tra poteri pubblici e interpretando la costituzione. Credete che il nostro popolo accetti volontariamente l’autorità di tali signori a Miami? 

La domanda offende, ma questa è la presunta capacità che Trump crede di avere sul nostro popolo. Crede di poter imporre un governo fantoccio da Miami. Non esiste una legge internazionale che possa sostenerlo, solo il delirio di un governo suprematista che cerca di calpestare la volontà del popolo venezuelano. “Il potere di amministrare la giustizia emana dai cittadini e viene impartito in nome della Repubblica con l’autorità della legge”, dice l’articolo 253 della Costituzione della Repubblica Bolivariana del Venezuela. Promuovere un gruppo di impostori a Miami come Corte suprema significa commettere un colpo di Stato contro la repubblica venezuelana. 

L’amministrazione Trump lo fa impunemente e incautamente. Non solo delegittimando dall’estero, ma anche rilegittimando dall’estero! Tutto è così falso, insultante, primitivo, pericoloso e criminale. La manipolazione legale e politica mette a repentaglio la pace in Venezuela e nella regione.

Le misure coercitive di Trump sono una politica calcolata di crudeltà
 
Il secondo grosso problema dell’amministrazione Trump è che vuole spezzare la volontà del popolo venezuelano con la coercizione. L’articolo 20 della Carta dell’OAS recita: “Alcun Stato può applicare o incoraggiare misure coercitive di carattere economico e politico per forzare la volontà sovrana di un altro Stato e ottenerne vantaggi di qualsiasi tipo”. 

Ogni anno, le Nazioni Unite condannano le misure coercitive come violazione dei diritti umani, della sovranità nazionale, dell’autodeterminazione dei popoli e di tutte le norme del diritto internazionale. 

Tuttavia, l’amministrazione Trump propone apertamente punizioni e aggressioni volte a frammentare ed indebolire i tre pilastri di ogni Stato, popolazione, governo e territorio. Gli Stati Uniti hanno proposto un programma di asfissia economica contro il nostro popolo allo scopo di scatenare la sofferenza collettiva col caos sociale. 

Tale aggressione criminale è sostenuta dal Regno Unito. 

Il 28 gennaio 2019, Trump derubava più di venti miliardi di dollari al popolo venezuelano, un anno di importazioni per i venezuelani. Inoltre, la Banca d’Inghilterra derubava 1,2 miliardi dal nostro popolo senza alcuna spiegazione. 

I governi di Trump e Teresa May si comportano come pirati del XIX secolo che saccheggiano i beni delle nazioni nella peggiore tradizione degli imperi coloniali. È chiaro che tali governi sono agenti attivi delle sofferenze causate al nostro popolo. 

Sono i principali violatori dei nostri diritti umani. Il massimo danno causato è chiamato “crisi umanitaria” e fingono di apparire come salvatori di una situazione creata da loro stessi. Il processo di distruzione economica viene celebrato a Washington come trionfo e il popolo venezuelano viene usato come ostaggio per piegare la volontà del nostro governo.

Trump usa la crisi umanitaria come scusa per imporre un fantoccio in Venezuela
 
Diamo un’occhiata all’assurdità della seguente situazione: Trump ha anche dichiarato la crisi umanitaria e di sicurezza sul confine meridionale del suo Paese per giustificare la costruzione di un muro. Trump insulta regolarmente e criminalizza i migranti e i popoli dell’America Latina con le politiche più razziste conosciute da decenni. Se i migranti sono un problema umanitario e di sicurezza per gli Stati Uniti, Trump invaderà i governi di Guatemala ed Honduras e ignorerà i loro governanti? 

La cosa più triste è che diversi capi latinoamericani accompagnano Trump nell’aggressione al Venezuela. Non capiscono che la lingua usata contro il Venezuela è la stessa usata contro di loro per discriminare. La cosa più umiliante della politica razzista di Trump è che, dopo aver insultato tutti i latinoamericani, esorta un gruppo di governi ad attaccare il Venezuela.

Trump cerca un Pinochet per il Venezuela
 
Il processo di demolizione della Repubblica passa attraverso tutte le operazioni di sovversione clandestina che tentano di produrre un violento colpo di Stato militare in Venezuela. Il New York Times denunciò il 9 settembre i funzionari di Trump che s’incontravano diverse volte con militari venezuelani per rovesciare il governo costituzionale venezuelano. Trump dichiarò pubblicamente che gli Stati Uniti avrebbero sostenuto un colpo di Stato in Venezuela. 

Il segretario generale dell’Organizzazione degli Stati americani (OAS) è un agente della guerra contro il Venezuela, ripetendo fedelmente la sceneggiatura di Trump in violazione del diritto internazionale, del suo obbligo di lavorare per la pace e della sua integrità come funzionario internazionale. 

La Corte Internazionale di Giustizia (ICJ) stabilì nel 1986 che non vi è alcun diritto generale internazionale d’intervenire a sostegno dell’opposizione politica in un altro Stato. Anche riconoscere un solo settore dell’opposizione come rappresentante legittimo di un popolo è una violazione del principio del non intervento nelle relazioni internazionali. La Corte decise questo nel caso dell’aggressione statunitense contro il Nicaragua. 

Oggi vogliono fare lo stesso in Venezuela e Nicaragua. Il tentativo di omicidio perpetrato del Presidente Nicolas Maduro il 4 agosto 2018 è stato il primo al mondo ad essere attuato con droni contro un capo di Stato. Fu organizzato da Stati Uniti e Colombia, Paesi che oggi ne proteggono le menti. È una realtà aberrante che per i presidenti Trump e Duque ci sia il terrorismo “buono”: quello usato contro il Venezuela. 

I media occultarono tale attacco terroristico che rientra nelle operazioni clandestine per distruggere la democrazia in Venezuela. È una strategia per dissolvere la personalità dello Stato, frammentare i poteri pubblici, indebolire la governance della nazione e distruggere la pace sociale. È la strategia del caos e della distruzione.

La guerra coloniale di Trump contro il Venezuela è per il petrolio
 
L’articolo 19 della Carta OAS recita: “Alcuno Stato o gruppo di Stati ha il diritto d’intervenire, direttamente o indirettamente, per qualsiasi motivo, negli affari interni o esteri di qualsiasi altro Stato o gruppo di Stati. Il suddetto principio esclude non solo la forza armata, ma anche qualsiasi altra forma di interferenza o tendenza a indebolire la personalità dello Stato, gli elementi politici, economici e culturali che la costituiscono”. In totale violazione di questo articolo arriviamo alla cosa più grave: la guerra. 

Ciò fu espresso da Trump, suo vicepresidente, direttore della CIA e ambasciatore degli Stati Uniti presso l’OAS. Così dissero l’ambasciatore della Colombia a Washington e l’attuale vicepresidente del Brasile. Oltre a tale meccanismo di morte e distruzione, il segretario generale dell’OAS si unisce al complesso militare-industriale che usa la guerra come commercio di armi e per l’espropriazione delle risorse naturali del Venezuela. È un piano macabro che avvantaggia gli interessi delle più grandi società negli Stati Uniti, come ExxonMobil. 

Il consigliere per la sicurezza nazionale, John Bolton, ha già assicurato che le compagnie petrolifere statunitensi avranno il petrolio del Venezuela come bottino di guerra. È lo stesso piano di guerra per il petrolio usato in Iraq e Libia. È sangue per petrolio. L’asfissia economica, la frammentazione dell’unità dello Stato e l’espropriazione delle nostre risorse naturali sono le basi materiali dell’atrocità legale rappresentata dalla guerra coloniale di Trump. 

Non si tratta di democrazia o pace, si tratta della distruzione della sovranità popolare e nazionale, dell’annullamento dell’indipendenza della nazione e dell’imposizione di una tutela attraverso un governo fantoccio senza radici nel nostro popolo e nel nostro territorio. Siamo sull’orlo di una nuova fase di aggressione, che tenta di giustificare l’imposizione di un governo coloniale dall’estero con appelli al colpo di Stato militare. Peggio ancora, perpetratori e istigatori del crimine vengono presentati come soccorritori che useranno le loro forze armate per impedire la guerra in Venezuela. 

Con la scusa di salvare il Venezuela, Trump punta a distruggerne popolazione, Stato e territorio. Siamo sull’orlo di una situazione simile a quella del 1965, quando l’OAS servì da strumento per invadere la Repubblica Dominicana. Usano un modello simile a quelli usati in Iraq, Siria e Libia. 

Chiediamo al mondo di comprendere il pericolo nel sostenere la disintegrazione dello Stato venezuelano, l’applicazione di misure coercitive illegali che violano i diritti umani del nostro popolo e la guerra che gli irresponsabili trafficanti di morte commettono con impunità. Oggi è il Venezuela, domani sarà il Nicaragua e, in seguito, qualsiasi altro Paese. 

In tale pericolosa ora solo l’unità nazionale può sconfiggere le più brutali aggressioni mai perpetrate negli ultimi cento anni. Tutti i venezuelani, di tutte le parti e credenze, sono chiamati a difendere la nostra sovranità, il nostro territorio, la nostra indipendenza e il nostro diritto alla pace. 

Di fronte alle minacce colonialiste provenienti da Europa e Stati Uniti, la nostra generazione ha la responsabilità di assicurare la seconda liberazione del Venezuela. La Repubblica non si perderà nelle nostre mani. Dobbiamo sconfiggere la guerra coloniale di Trump.


Samuel Moncada Acosta,
Internationalist 360°, 11 febbraio 2019


Traduzione di Alessandro Lattanzio

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