Da un articolo geniale di Andrea
Baranes che propongo integralmente, colgo spunti per armare il Comune
virtuoso dei mezzi necessari a combattere la crisi finanziaria. Il Comune
non può annullare Maastricht o Lisbona, e non può neanche ricusare il
Patto di Stabilità creato, per distruggerci, da un’Europa
plutocratica. Il Comune può altresì entrare nel sistema acquisendo una
banca che gestirà i crediti del Comune e della Cittadinanza a tasso zero
e i debiti con tassi vicini al 2%, con l’obbligo assoluto di
riinvestire sul territorio.
Il Comune può inoltre creare una Banca di Moneta Complementare
Comunale, che aumenterà a costo zero la liquidità sul territorio, e
incentiverà l’economia locale in cui tale moneta potrà essere spesa. In
contatto con altri Comuni che hanno già adottato la Moneta
Complementare, si potranno sostenere esportazioni del Made in Friuli e
avere sconti in Comunali sulle importazioni.
Per capire come la Finanza ha creato
figli e figliastri e con l’invito ad APRIRE GLI OCCHI, ecco l’articolo
di Baranes pubblicato il 10 Luglio 2012.
Antonio Miclavez
“Recessione, spread, disoccupazione? Ecco come venirne fuori, in un
attimo e senza sacrifici.
Aboliamo l’Italia. Tutto qui. Chiudiamo una
volta per tutte lo Stato, con tanto di inno e bandiera, e trasformiamoci
in una banca. Ecco alcuni dei primi vantaggi.
1. L’Italia ha dovuto inserire il pareggio di bilancio nella Costituzione. Le banche non hanno nessun vincolo del genere.
2. Per eludere i pochi accordi esistenti (vedi Basilea), le banche
possono cartolarizzare i loro attivi e spostarli nel sistema bancario
ombra. Basterebbe quindi spostare metà del debito pubblico italiano in
un sistema statale ombra, per avere per magia un rapporto debito/Pil al
60% e rientrare nei parametri di Maastricht.
3. Prima ancora, mentre gli Stati si sono impegnati al 60% di rapporto
debito/il, molte banche europee lavorano tranquillamente e da anni con
leve finanziarie superiori anche a 40 a 1, ovvero con debiti che sono il
4.000% del loro patrimonio.
4. Secondo le nuove regole europee, se l’Italia non rispetta gli impegni
va punita e multata. Nessuna banca responsabile della crisi ha ad oggi
pagato un euro di multa.
5. Le banche hanno ricevuto liquidità illimitata all’1% dalla Bce. Gli
Stati per finanziarsi devono rivolgersi ai mercati, ai tassi decisi
dagli speculatori. Per statuto, la Bce non può aiutarli.
6. Non è solo la liquidità della Bce. Le banche in difficoltà vengono
inondate di soldi. Quanti aiuti europei sono diretti a contrastare la
disoccupazione o sostenere il welfare? Il vertice di fine giugno ha
previsto 120 miliardi di euro per tutta l’Ue, in gran parte soldi già
stanziati. Bruscolini rispetto alle migliaia di miliardi ricevuti dalle
banche dal 2008 a oggi.
7. Soldi, aiuti e piani di salvataggio per le banche arrivano senza
nessuna condizione, né a bloccare la speculazione, né su cosa finanziare
(ad esempio le rinnovabili e non i combustibili fossili). Nel caso
(molto più raro e difficile) in cui gli Stati ottengano qualche aiuto,
al contrario, questo arriva a condizioni durissime, com’è avvenuto in
Grecia nei mesi scorsi.
8. Le banche possono immettere nel sistema quantità illimitate di
denaro, in particolare grazie ai derivati, che oggi rappresentano oltre
il 70% del circolante. Agli Stati aderenti all’euro è proibita
l’emissione di denaro.
9. Da mesi stiamo combattendo per abbattere lo spread e ridurre il tasso
sui titoli di Stato. Le banche il tasso se lo fissano da sole,
manipolandolo all’occorrenza (per informazioni, rivolgersi alla
Barclays).
10. L’unico obiettivo degli Stati è quello di dare fiducia ai mercati e
di compiacerli. Al contrario banche e finanza non hanno nessun vincolo e
nessun impegno verso governi o cittadini. Devono unicamente
massimizzare i propri profitti.
Per riassumere, da Stato italiano a Italia Bank Ltd., e da domani si
fa festa. Finché le cose vanno bene moltiplichiamo i profitti, quando
vanno male, per continuare a garantire profitti in doppia cifra e
alimentare la speculazione basta spremere i cittadini e il pubblico. Ah,
già, quale pubblico?”
http://www.stampalibera.com/?p=62110#more-62110
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